ADDIO AL “FILOSOFO DEL VINO” ANDREA FRANCHETTI. L’UOMO CHE E’ RIUSCITO A PORTARE UN ANGOLO DI BORDEAUX A CASTIGLIONCELLO DEL TRINORO

martedì 07th, dicembre 2021 / 18:49
ADDIO AL “FILOSOFO DEL VINO” ANDREA FRANCHETTI. L’UOMO CHE E’ RIUSCITO A PORTARE UN ANGOLO DI BORDEAUX A CASTIGLIONCELLO DEL TRINORO
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SARTEANO –  Quando arrivò in Valdorcia, precisamente a Castiglioncello del Trinoro, nel comune di Sarteano lo chiamavo l’Americano. Senza k.  E in effetti Andrea Franchetti un po’ americano lo era. Sua madre era infatti statunitense. Faceva il “vineron” come dicono i francesi. Cioè produceva vino. Ma lo faceva da… filosofo. Era diventato una sorta di “guru” dell’enologia. Franchetti è morto ieri all’età di 72 anni. Poteva dare ancora molto.

A Castiglioncello del Trinoro, lo chiamavano l’Americano, ma lo consideravano un mago, perché era riuscito a produrre vino, e che vini, in una terra in cui è difficile far crescere anche il grano. Era uno che guardava lontano e vedeva lungo, “sapeva leggere prima e più degli altri le potenzialità di un territorio” ha scritto di lui la Guida Gambero Rosso, una sorta di Bibbia del buon bere e buon mangiare…

E’ stato anche un precursore Andrea ranchetti, il primo a esportare con successo vini italiani negli Usa, quando negli Usa si conoscevano solo i vini francesi… Parliamo di una trentina di anni fa, quando pianta nella sua “Tenuta del Trinoro” dei vitigni francesi di alto lignaggio, scommettendo sulla possibilità di produrre un vino eccezionale laddove nessuno ci aveva mai provato, lì tra la Vadorcia e le pendici del Monte Cetona.  Ovviamente non improvvisa. E ci mette 6 anni prima di tirar fuori il primo vino… Le cronache parlano di scommessa ardita, di uve come cabernet franc, petit verdot, merlot, semillon, coltivate lì, in una terra arida tra la Vadorcia e le pendici del Monte Cetona.

E Franchetti la sua scommessa la vince producendo “vini inconfondibili, profondi, di grande spessore, che non lasciano mai indifferenti, dove si avverte in maniera tangibile il territorio e la cura enologica” (sempre dal Gamero Rosso”). Operazione simile a quella fatta a Castiglioncello del Trinoro, il filosofo del vino la tenta anche in Sicilia, sui fianchi dell’Etna, facendo innamorare tanti vignaioli di quel territorio, stimolandoli con la sua opera ad investire sulle terre del vulcano… tenta anche nell’isola scommesse “estreme” come come piantare lo chardonnay a mille metri di altitudine.

Il mondo del vino e della cultura enologica (ma anche della cultura in senso più ampio, perché anche il vino è cultura) perde un personaggio di prim’ordine. Sarteano perde una figura che ha dato molto al territorio, facendolo conoscere in mondi lontani…  Non solo un appassionato e visionario vineron, anche un bravo imprenditore e una persona dal pensiero lungo.

M.L.

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