HO VISTO UN FILM: QUELLA SQUADRA DI MATTI…
Ieri sera Rai 1 ha proposto in prima serata un film di quelli che qualcuno definiva “minimalisti”. Una commedia, che fa anche ridere. Molto… romanesca. Ma anche molto attuale. Non solo perché il film è del 2021, ma anche perché tratta di un tema piuttosto caldo. Quello dell’integrazione nella vita “normale” di persone in qualche modo diverse. In questo caso non si tratta di migranti con la pelle scura, ma di pazienti psichiatrici ai quali un medico, il loro psichiatra, vuole offrire una chances di normalità, anzi qualcosa di più della normalità. Forse quella chance lo psichiatra vuole darla anche a sé stesso e non solo ai suoi pazienti. Ma questo è un altro discorso.
Ma perché ne parliamo su primapagina? 1) perché ogni tanto parliamo di qualche film che passa in Tv o nelle sale del territorio e lo facciamo quando il tema affrontato, la trama, i personaggi ci sembrano meritevoli di una riflessione. 2) Perché la sceneggiatura del film in questione, che si intitola Crazy for football, è scritta tra gli altri anche da un giovane autore di questo territorio: Filippo Bologna, di San Casciano Bagni, già noto a dire il vero per altre sceneggiature, regie e pure per romanzi. Quindi un aggancio alla “territorialità” di Primapagina c’è. A dire il vero anche il protagonista del film Sergio Castellitto, nella parte dello psichiatra, un legame con il territorio ce l’ha, essendo uno dei numerosi VIP che hanno scelto il sud senese e le colline sancascianesi come buen retiro, ma anche questo è un altro discorso.
Torniamo al film, che racconta, al netto di un pizzico di fiction, una storia vera. Già raccontata peraltro dallo stesso regista Wolfango De Biasi in un documentario che nel 2017 vinse il David di Donatello. Stesso titolo Crazy for football. Pazzi per il calcio.
La storia è quella di Saverio Lulli, lo psichiatra, che non solo mette su una squadra di calcio (calcetto) coi suoi pazienti un po’ particolari, ma con quella squadra partecipa al Campionato Mondiale di Calcio a 5 per persone con problemi di salute mentale. Pazienti psichiatrici. Una squadra di matti, insomma. Come li chiama l’allenatore, l’ex giocatore Zaccardi, interpretato da Max Tortora, un tipo che ne vuole poche, dai metodi spicci, anche un po’ politicamente scorretto, ma… “verace”. I giocatori sono uno schizofrenico, uno depresso, uno bipolare, uno paranoico, poi ce n’è uno che non sopporta il contatto fisico (e a calcio è un problema), uno con ossessioni compulsive, uno grosso come una montagna, ma imbranato come un bambino…
Ovviamente come in tutte le storie di questo genere c’è anche la diffidenza dell’establishment e della struttura stessa in cui i pazienti sono in cura, c’è la diffidenza degli sponsor, che in una iniziativa del genere non ci vedono un grande business… Infine c’è l’amore smisurato degli italiani per il pallone. Che è anch’esso una medicina. E pure un mezzo straordinario di integrazione, di “mescolanza”.
Il film, più del documentario che è più asciutto, indulge forse un po’ troppo a certi luoghi comuni della commedia all’italiana, sia pure di taglio minimalista, ma la storia principale e tutte le sottostorie in cui la vicenda si ramifica e si dipana appaiono comunque credibili e coinvolgenti. L’uso in chiave comica di certi atteggiamenti dei protagonisti non disturba, non li mette in ridicolo. I questo senso la mano del regista e degli sceneggiatori è stata una mano sensibile. Attenta.
La storia dicevamo è vera. Lo psichiatra nella realtà si chiama Santo Rullo ed è un acceso sostenitore della Legge Basaglia e la squadra quel Mondiale lo ha fatto davvero….
All’inizio di ottobre a Chiusi e Chianciano si sono tenuti i campionati mondiali maschili e femminili di volley per atleti sordi. Ne abbiamo scritto anche su queste stesse colonne. E’ stata una bella manifestazione sotto molti punti di vista, anche sotto l’aspetto puramente sportivo. Certo, una squadra fatta con pazienti psichiatrici è più difficile da allestire e gestire, rispetto ad una squadra di atleti sordi. Ma alla fine, in entrambe c’è una storia di disabilità che diventa normalità e addirittura riscatto. Una disabilità che da handycap ed elemento frenante diventa elemento di forza, esempio per altri… E questo vale per il volley, per il calcetto, per qualsiasi altro sport, dalla scherma, all’atletica, dal basket, al ciclismo…
Crazy for football è un film per la Tv, ed è più fiction televisiva che cinema nel senso classico del termine, ma la storia della squadra dei matti di Saverio Lulli (Santo Rullo) la racconta con leggerezza. Una leggerezza a tratti ruvida, come è ruvida la vita di tutti i giorni.
m.l.