EROS CAPECCHI APPENDE LA BICI AL CHIODO
CASTIGLIONE DEL LAGO – Eros Capecchi appende la bici al chiodo e si ritira dal ciclismo professionistico. A 35 anni il corridore della Bahrain-Victorius ha detto stop. Prima o poi quel giorno arriva per tutti, è una legge dello sport, e Capecchi ha sentito dentro di sé qualche campanello d’allarme, qualcosa che gli ha detto che era il momento di smettere. Nato a Castiglione del Lago e residente a Borghetto di Tuoro sul Trasimeno Eros Capecchi lascia le corse dopo 17 anni di professionismo a buonissimo livello e sempre in grandi squadre. Passò professionista nel 2006, alla Liquigas, ma di fatto aveva cominciato già l’anno prima a 19 anni, come stagista. Poi Scott, Fuji Servetto, ancora Liquigas, e a seguire Movistar, Astana, Quick Step, Bahrain… Non ha vinto molto, ma è stato un corridore combattivo, forte come passista, tante volte in fuga, non male in salita…
La vittoria più prestigiosa forse la tappa di San Pellegrino Terme al Giro del 2011 (foto in copertina). Di Giri ne ha fatti 11, più un Tour (2010), 5 Vuelta, 3 Milano-Sanremo, 3 Liegi Bastogne-Liegi; 5 Giri di Lombardia…
“Quando ho annunciato il mio ritiro qualche giorno fa era un mese che non toccavo la bici e non avevo voglia di riprenderla”, questo il campanello d’allarme di cui sopra. E’ un tipo schietto Capecchi, uno che si conosce bene, uno dei pochi corridori a non aver fatto la trafila nei dilettanti, passato direttamente dalle giovanili alla grande circo e deve aver capito che gli stimoli e anche le possibilità di ben figurare stavano scemando…
Confessa che con la Bahrain non aveva rinnovato, ma c’era un’altra squadra pronta a ingaggiarlo. Ci ha pensato un po’, ne ha pure parlato con il suo procuratore, poi ha detto “no grazie, io mi fermo qui”…
Eros ha corso con grandi campioni. In una intervista ne cita due su tutti: Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde. Due corridori di categoria superiore. Si dice impressionato da Sagan… “Da ragazzino sognavo due corse: il Tour del France e la Milano-Sanremo. Non le ho vinte, ma le ho fatte, sono contento così” dice Capecchi che fa pure il modesto. Ma sa benissimo che lui in squadra è sempre stato una spalla sicura per i campioni, e un riferimento per tutti, soprattutto per i più giovani… Sulla lunga carriera di dice soddisfatto: “bella la vittoria della tappa al Giro, certo, ma io ricordo tutto anche le sconfitte, che sono state più delle vittorie, le fughe, le fatiche e mi prendo il buono: ho imparato due lingue, l’inglese e lo spagnolo, ho conosciuto tante persone di etnia diversa, ho girato il mondo: molti pagherebbero per poterlo fare, io venivo pagato”… Ma in gruppo Capecchi non stava a guardare, ha fatto tante volte a locomotiva, ha messo lo zampino in tante vittorie dei suoi capitani, è entrato in tante fughe, alcune addirittura temerarie, ha fatto divertire i tifosi e gli spettatori. Forse per la professionalità e l’impegno avrebbe meritato qualche vittoria in più. Ma già il fatto di essere stato per 17 anni in squadre World Tour qualcosa vuol dire. E vuol dire che il castiglionese non era un corridore qualsiasi.
Per Eros Capecchi il ciclismo è anche un affare… di famiglia: la sua compagna infatti è Giada Borgato ex ciclista professionista, campione d’Italia nel 2012 e oggi commentatrice delle corse per la Rai. Ottimi i suoi interventi al Giro di quest’anno. Grande competenza e puntualità.
D’ora in avanti il lavoro di Capecchi non sarà più quello di correre in bicicletta, ma quello di vivaista, nell’azienda di famiglia in riva al lago Trasimeno…
Buona vita caro Eros, sei stato un corridore vero. Applausi meritati.
m.l.