UN FILM CON CAST INTERNAZIONALE SU FERRUCCIO LAMBORGHINI, L’UOMO CHE SFIDO’ FERRARI E POI FINI’ PER PRODURRE VINO SUI COLLI DEL TRASIMENO
CASTIGLIONE DEL LAGO – Hanno ripreso il via le riprese del film “Lamborghini”, la pellicola dedicata alla vita dell’icona dell’industria automobilistica Ferruccio Lamborghini, l’uomo che costruiva trattori e che si accorse che con gli stessi pezzi Enzo Ferrari costruiva macchine da corsa e da lì ebbe l’idea di mettersi anche lui a costruire auto sportive, di gran classe. E molto veloci. Capaci di fare concorrenza anche alle Ferrari e alle Maserati, macchine queste ultime che Lamborghini considerava “pesanti e poco veloci”.
Gli piaceva sgommare, dicono. E ne ruppe parecchie di auto veloci. Anche alcune Ferrari. Tanto che il Drake pare lo sfottesse dicendogli “le rompi perché sai guidare i trattori, ma non le Ferrari!”. Tra i due c’era una specie di amore-odio.
Entrambi hanno fatto la storia dell’automobile e del’automobilismo in Italia. Non solo, il motore della prima Lamborghini 350 Gt presentata al Salone del’Automobile di Torino del 1963 fu progettato da Giotto Bizzarrini, che fino a poco tempo prima aveva contribuito alla nascita delle più blasonate auto del Cavallino come la testa Rossa del 1957 e la 259 GTO. Ma è nel 1966 con la Miura che Lamborghini rivoluziona le auto sportive: motore sempre 12 cilindri ma portato a 4000 cm³ e disposto in posizione centrale-trasversale con cambio in blocco con il basamento. La Miura ottiene un successo clamoroso e sarà prodotta fino al 1973. Dopo di che Ferruccio Lamborghini cede la quota di maggioranza dell’azienda automobilistica all’industriale svizzero Georges Henri Rossetti e si ritira nel suo vigneto in Umbria, dedicandosi alla produzione di vino Colli del Trasimeno, famosa l’etichetta “Sangue di Miura“.
Crea campi da golf e veicoli per chi li frequenta. Muore nel 1992 nella sua tenuta di Panicarola, nel comune di Castiglione del Lago all’età di 76 anni a causa di un infarto. A Funo di Argelato, in provincia di Bologna c’è un “Museo Ferruccio Lamborghini” fondato dal figlio Tonino nel 2014.
Il film non è la classica fiction televisiva italiana come ce ne sono state tante su vari capitani di industria (Luisa Spagnoli, Adriano Olivetti, Enzo Ferrari…), ma una produzione internazionale, con un cast internazionale. Il Produttore è la Ilbe (Iervolino an Lady Bacardi Entertainment) e Notorius, il cast vede tra gli altri Frank Grillo nei panni di Ferruccio Lamborghini, Gabriel Byrne nel ruolo di Enzo Ferrari, Mira Sorvino nel ruolo di Anita… La regia e la sceneggiatura del film sono state affidate a Bobby Moresco, premio Oscar per la sceneggiatura di “Crash”…
Una parte del film è già stata girata nel 2018, a Cento in provincia di Ferrara, adesso la pellicola verrà portata a termine.
Ambientata nell’Italia del dopoguerra, “Lamborghini” racconta la vita dell’icona dell’industria automobilistica Ferruccio Lamborghini: dalla fondazione dell’azienda produttrice di trattori fino al raggiungimento del successo mondiale, passando per la rivalità storica con Enzo Ferrari, per terminare con il buen retiro sulle colline del Trasimeno, dove l’azienda Lamborghini, coi i suoi vini e il suo campo da golf è tutt’ora attiva e ben frequentata.
g.l.
Questo imprenditore, come quelli che sono stati ricordati nell’articolo, si potevano fregiare del titolo di capitani d’industria. Non certo come quei venti Cavalieri che hanno privatizzato l’Alitalia e affondato il Paese. Un esempio dei tanti che se ne potrebbero raccontare in questa Italia dei furbi. Quel capitalismo targato Berlusconi, che annoverava fra i “Patrioti”, appunto quella combriccola di imprenditori che lavoravano a contatto stretto con il governo e la politica. Aeroporti, ferrovie, autostrade, costruzioni, giornali, appalti pubblici. Ronald Spogli, ex ambasciatore americano in Italia, diceva : ” La saga all’italiana è un triste memento di come funzionano le cose ….. Amici di Berlusconi sono stati allettati a prendere la porzione sana della compagnia, lasciando i debiti ai contribuenti italiani”. Come si diceva un tempo: “Hanno privatizzato gli utili e statalizzato i debiti”. Ricordare certi personaggi, fa sperare che ce ne possano essere degli altri come loro, e guardare con più fiducia al futuro.
IL signor Renato dice delle inesattezze !
Berlusconi ha creato aziende dal nulla : Fininvest,Mediulanum,eccetera.
Gli imprenditori che hanno partecipato al sacco delle aziende di stato hanno altri nomi : de Benedetti, Tronchetti Provera,eccetera,eccetera e tutti gli amici del ” fattore dell’ Italia” che saccheggiarono l ‘IRI,PRODI!
Altro imprenditore ,protetto,in primis dai sindacati e dalla sinistra : Agnelli e famiglia che sono costati all’ Italia centinaia di miliardi ! Poi,al momento opportuno hanno spostato,baracca e burattini,all’ estero e …..addio tasse dovute !
…….raccontiamo le cose come stanno !
Berlusconi non sarà stato uno stinco di santo,come tutti quelli che si sono arricchiti in quei tempi, ma gli altri non si sono comportati meglio,avevano soltanto la protezione della sinistra !
Per ora ,Berlusconi,non è mai finito in galera,anche se i magistrati politicizzati di sinistra ce l’ hanno messa tutta !….. de Benedetti,tra gli affossatori del MPS , ha visto il sole a scacchi !
Berlusconi imprenditore,ha fatto un errore : scendere in politica !
IL signor Renato pensa che il ” fenomeno ” di Pietro abbia gettato la toga perché era stanco ? Gettò la toga non appena arrivò a sfondare le porte della sinistra ! Prova provata : la sua elezione in parlamento ,voluta da d’ Alema, nel Mugello !
Sì, ma tutto ciò che ci incastra con il film su Ferruccio Lamborghini. Nell’articolo di questo si parla, non dei disastri noti o meno noti del capitalismo italiano…
Giusto ! Rispondevo al signor Renato.
Ferruccio Lamborghini ho avuto il piacere di con9scerlo. Un uomo simpatico,deciso,caparbio. Sono stato suo ospite diverse volte insieme all’ amico Pratino. Appassionato delle sue macchine.delle sue invenzioni,dei suoi successi e non ultima la grandissima passione per la ” gnocca ” come la definiva lui !
Mi ricordo di essere stato a Funo,all’oleodinamica Lamborghini ,dove il figlio costruiva i pistoni idraulici per sollevare i carrelli del Concorde . Li un altro mio amico tedesco,comprerò ,se non vado errato ,l’unica auto intestata a lui,una Jarama S celeste !
Finimmo a mangiare insieme.come al solito,in una trattoria del luogo.
Mi ricordo che le volte che fummo invitati a cena dicemmo : ingegnere ,il vino lo portiamo noi! Il suo sangue di Miura non era un gran che ! Lui però disse : non sarà un gran VINO ma,io lo vendo a 50.000 LIRE a bottiglia perché nella bottiglia ci metto la mia firma e il mio biglietto da visita !
Grande uomo,grande imprenditore,grande inventore !
X Niccolò. Nn voglio entrare in polemica sulla tua risposta al Sig. Renato ma soffermarmi per amore della verità solo sulla definizione della macchina denominata ”Ferrari 259 GTO” poichè credo sia stato un errore di scrittura o refuso qualsiasi quello di scrivere Ferrari 259 GTO. La Ferrari 259 GTO non è mai esistita ma invece è esistita appunto la Ferrari 250 GTO, per me la più bella macchina da corsa che sia stata creata,ma non dalla carrozzeria fatta da Giotto Bizzarrini come è scritto (suo fu il progetto di quell’auto di sicuro) ma la costruzine finale fu fatta dall’Ing. Mauro Forghieri le cui foto ho in archivio e che seguì intere stagioni di gare di F1 e sport prototipi per la Scuderia Ferrari dopo che Bizzarrini e Carlo Chiti furono allontanati dalla casa di Maranello in seguito ad una feroce lire con il ” drake”. La 250 GTO non raggiunse mai la produzione di 100 esemplari stabilita dal regolamento della FIA(Federazione Automobilistica Internazionale) ma fu prodotta in 39 esemplari ed in pratica risultò quasi un ” ibrido” poichè Enzo Ferrari aggirò l’ostacolo della produzione di 100 esemplari basandosi sull’esistenza di un altra tipologia di Ferrari 3000 cc a 12 cilindri: la Ferrari 250 SWB.La sigla 250 GTO significava ”Gran Turismo Omologato” e tale auto ha calcato le piste di tutto il mondo negli anni 60 raggiungendo successi incredibili.A lei seguì poi da vicino la Ferrari 250 LM (Le Mans). Di tutte queste macchine inclusa quella della quale si fa menzione ”250TR”(che stà per testa Rossa- ma non la più recente Testa Rossa degli anni ’90- bensì quelle con cui gareggiarono piloti come i F.lli Rodriguez, Bonnier, Surtees,Parkes, e tanti altri,di tutte queste ho le foto in parte scattate da mio padre alle varie edizioni della Targa Florio ma anche scattate da me stesso a Monza ed anche quelle inviatemi dalle case costruttrici ed automobil club di tutto il mondo (una piccola parte è visibile sulla cartella del mio sitoweb http://www.thefaceofasia.org sulla cartella dal titolo ”il duello Ford-Ferrari.Chi andasse a controllare non si dimentichi di accendere il sonoro oggetto di registrazione ad una della più entusiasmanti gare della 1000 KM.DI MONZA DEGLI ANN9I 60 dove l’urlo del 12 cilindri Ferrari entrava letteralmente ”nelle budella di chi lo sapeva ascoltare”.Ed in quel periodo gli ascoltatori erano parecchi,anche nella stessa Chiusi,che si mobilitavano e partivano per ascoltare quei rombi di quei 12 cilindri che non hanno nel tempo più risuonato nelle piste di tutto il mondo.Oggi le corse si vincono a seconda di quanto possa durare la sosta ai box per cambiare le gomme e poc’altro più….l’elemento umano ed il connubio uomo -macchina è iniziato a venir meno dalla fine degli anni 70-80 in poi e la spettacolarità è solo fornita e controllata dai computer e dal complesso mediatico.E secondo me non è un bel segnale, nemmeno questo,dove sono solo i soldi per la maggior parte a decidere chi la possa spuntare.Un aspetto semprepiù pesante di un mondo disumanizzato anche nello Sport.Bizzarrini fece la sua parte di certo nelle corse automobilistiche e le carrozzerie delle sue creazioni erano di esemplare bellezza, disegnate nelle gallerie del vento ed anche impieganti motori potentissimi perfino nelle Gran Turismo di impiego stradale.Una peculiarità dell’ingegno italiano e della sensibilità dei carrozieri ai quali veniva affidata la realizzazione della linea delle vetture, ed è anche per questo motivo che mietette all’epoca successi internazionali specialmente nella serie ”Miura” il cui nome derivava da una razza pregiatissima di tori spagnoli da combattimento.Ed in effetti tale nome assegnato alla macchina non poteva essere più rappresentativo.
Carocarlo, concordo con te sul lapsus del direttore Lo rendono!
Nella tastiera sono vicinissimi lo 0 e il 9 , reso sia stata u a distrazione !
La 250 gato, una fra le più belle ! Oggi è un sogno anche per i collezionisti più danarosi !
Lamborghini creò delle bellissime macchine : la 350,la 400, l’ Islero ,la Miura , non ultima la Countach !
Solo geni come lui è Ferrari creavano le macchine in base ai motori e i motori in base alle macchine !
Lamborghini creò anche un bel ” fuoristrada ” la LM . I tempi però erano sfortunati per quelle macchine ma,Lamborghini aveva visto lungo !
Non c’ entra nulla in questo contesto ma,io ti dico che,se non tolgono di mano la Ferrari agli Agnelli alla fine rovinano anche quella !
Ovvio che “Ferrari 259 Gto” e non 250 è un refuso. Un genio come Ferrari avrebbe mai potuto chiamare una macchina “259”? e che numero è? Mica si trattava di una 128!! Mi scuso per l’errore di battitura, che però mi sembra del tutto ininfluente nel contesto dell’articolo e rispetto alla bella storia di Lamborghini
Certo che è ininfluente ma quando si parla di tipologie di automobili e/o motori è bene precisare,anche perchè di tante automobili da corsa le sigle sono innumerevoli, ancorpiù per le Ferrari poichè per tali identificazioni le numerazioni sono tantissime negli anni e macchine sport-prototipi sono state ” rimaneggiate” anche da concessionari esteri come è stato per la NART(North America Racing Team) di Luigi Chinetti concessionario Ferrari per New York, oppure-ma in misura minore- per le Mercedes con le quali correvano Juan Manuel Fangio,Kling ed altri che hanno corso in tantissime occasioni,attribuendo sigle talvolta particolari.Le gare mondiali di sport prototipi se si andasse a vedere gli schieramenti di partenza delle auto mostrano sigle identificative che in italia non sono mai apparse nelle corse.Comunque quando si dice Ferrari 250 GTO si capisce bene l’identificativo a cui ci si riferisce.Fra l’altro- ad onor del vero- ultimamente ho scoperto due film che scattò mio padre nella metà degli anni ’50 in Sicilia vicino Cerda dove veniva effettuata la Targa Florio e credo anche con una foto del Commendator Florio titolare delle omonime cantine di Marsala.Una scoperta che ha del sensazionale-almeno per me che non pensavo di possedere – unita ad un altra(un filmato) del circuito di Senigalia che credo risalga ai primi degli anni ’50 e girato con cinepresa chiaramente mostrante operatività e tecnica ottica limitatissima per cui le immagini sono proprio di qualità scadente ma comunque documenti interessantissimi per la storia dell’automobilismo sportivo.Sarebbe proprio bello poter effettuare una mostra e valorizzare tali immagini che non solo riguardano le auto di quegli anni ma tutta l’animazione che vi era nei box,ragazze e mogli dei piloti comprese, una ” saga” a parte del circo dell’automobilismo sportivo.A tal proposito ricordo la bellissima ed avvincente descrizione fatta da te Marco sulla tragedia di Alfonso De Portago alla Mille Miglia dove si intrecciano motivi quasi ” esoterici” che s’intersecano con la storia di quella corsa e la vita vissuta di quel pilota…tutto materiale da dover conservare alla memoria questo,ma finchè le cose rimangono nei cassetti non fanno storia e non vengono portate alla conoscenza di altri e sono così per definizione ”asfittiche” e servono solo alla conoscenza di pochi e che quasi sempre si estingueranno con loro.
Qualche anno fa, mi pare nel 2008, sul mondo delle corse automobilistiche, facemmo uno spettacolo teatral- musicale. Titolo: “Una irresistibile passione per le rosse”. Attori Gianni Poliziani, Francesco Storelli e Francesca Carnieri. Musica by Orchestra Aurora. In quello spettacolo c’era anche la tristissima vicenda della fine di De Portago e dei piloti della cosiddetta Ferrari Primavera…con riferimenti alla grande passione che animava i tifosi sulle strade della Mille Miglia… molti di quei testi sono raccolti in un mio libricino uscito nel 2012, per l’editore Del Bucchia, di Lucca: “Gazzosa, rivoluzione e rock&roll”.