BOMBA D’ACQUA, INCENDI E… MANCATA MANUTENZIONE DEI CORSI D’ACQUA. ESTATE DIFFICILE IN UMBRIA

martedì 24th, agosto 2021 / 19:39
BOMBA D’ACQUA, INCENDI E… MANCATA MANUTENZIONE DEI CORSI D’ACQUA. ESTATE DIFFICILE IN UMBRIA
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PERUGIA – Non pioveva da mesi, ma ieri una bomba d’acqua si è abbattuto sull’Umbria, per la precisione dalla zona del Trasimeno all’hinterland perugino, zona dei “Ponti”… In un’ora sono caduti 100 mm di pioggia, trovando una terra arida per la siccità, che non ha assorbito l’acqua… E così strade, campi, sottopassi allagati, danni alle colture e anche a qualche abitazione e capannone. Una vera e propria situazione di emergenza, per fortuna abbastanza circoscritta, che fa i a quella degli incendi della settimana di ferragosto nella zona di Panicale e in altre parti dell’Umbria. Anche sugli incendi ha influito certamente la siccità, ma non si escludono azioni dolose. Anzi sulla dolosità degli incendi in Valnestore sembrano non esserci dubbi. Uno degli incendi, quello sui boschi della località Montale, stando ai primi accertamenti, ha visto ben cinque inneschi. In un caso, nella frazione di Oro nel comune di Piegaro, le fiamme hanno lambito alcune abitazioni e si sono propagate immediatamente in una vasta area, complice il gran caldo e il sottobosco particolarmente secco, dopo mesi di siccità.

La “notte dei fuochi” e la bomba d’acqua di ieri hanno riacceso le polemiche sulla manutenzione del territorio. Dei boschi e dei corsi d’acqua in particolare. Il fiume Nestore per esempio, viene ripulito raramente. E solo in alcuni tratti. Quelli che attraversano l’abitato di Tavernelle e la zona artigianale, il quartiere Acquaiola Gratiano e anche quello nei pressi dell’abitato di Marsciano.  Ma tutti sostengono che il fiume o lo si pulisce tutto, oppure questi interventi non serviranno a scongiurare eventuali esondazioni, qualora dovesse piovere in modo consistente. Cosa che da tanti anni non accade. Ma se accade e arriva una bomba d’acqua, sono dolori. E l’allarme cresce.

Oggi,  Raffaele Parbono e Marco Cannoni, due esponenti del Pd pievese hanno segnalato su facebook lo stato in cui versa il canale artificiale che passa da Moiano e che porta acqua al Trasimeno:  il letto completamente invaso dalla vegetazione…

Già in passato – scrive Parbono – quando si discuteva sul problema paratie per far defluire le acque, io posi il problema della manutenzione del canale, sia di quella ordinaria che quella straordinaria in particolare in sinistra idraulica verso le abitazioni, ma ad oggi è tutto così se non peggiorato, ed avere un canale sporco e senza manutenzione dentro un centro abitato è proprio vergognoso. La competenza sappiamo che è della Regione Umbria, e se avverranno bombe d’acqua come quelle avvenute in Umbria il 23 agosto non so cosa potrebbe succedere, chiedo alla Consigliera Regionale Simona Meloni di farsi portavoce con interrogazioni ed interpellanza presso la regione, è da troppo tempo che attendiamo risposte e azioni dalle istituzioni che non arrivano”.

“L’ultima pulizia fatta dalla Provincia di Perugia risale all estate 2016, se non ricordo male! Come giustamente dici, se piove è un bel problema.. Oltre a questo tutto quel canneto è diventata anche la casa di cinghiali, insetti ecc.. È uno scandalo!” gli fa eco Marco Cannoni. I consiglieri comunali di minoranza a Città della Pieve annunciano una interrogazione consiliare in proposito. E Simona Meloni, consigliera regionale Pd risponde:  “L’idraulica” è ovviamente competenza della Regione. Questione che purtroppo conosciamo, a suo tempo avevo già segnalato la questione con la “promessa” che sarebbe stata quantomeno monitorata. Questa settimana farò un sopralluogo e sto già preparando un’interrogazione,così avremo ulteriori atti”.  Insomma le opposizioni si muovono. Il cambio di manico in Regione, su questo problema non ha portato cambiamenti positivi. Tutt’altro. La situazione non è migliorata. Da nessuna parte.

Oggi i territori, tranne poche eccezioni, sono lasciati vivere nel loro spontaneismo. Un tempo erano i contadini che provvedevano a mantenere il territorio sotto controllo, attraverso la ripulitura dei fossi, il mantenimento delle strade vicinali e poderali che li attraversavano, rendendoli più fruibili a tutti. Adesso questa sapiente pratica che era di fato una cura preventiva,  è andata scomparendo. Gli enti preposti,  quelli che dovrebbero garantire un presidio del territorio, sono diversi, ma come recita un vecchio proverbio: “quando i galli a cantare sono tanti, non si fa mai giorno”. Ecco, fare opera di prevenzione attraverso una gestione corretta del territorio, non solo sarebbe più saggio e produrrebbe molta più sicurezza. Soprattutto farebbe risparmiare molti denari perché sparirebbero le emergenze, il correre ai ripari dopo che le tragedie si sono consumate.

r.c.

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