CHIUSI E’ ZONA ROSSA PERCHE’ LA SITUAZIONE E’ GRAVE. LE VARIANTI DEL COVID PREOCCUPANO L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

CHIUSI E’ ZONA ROSSA PERCHE’ LA SITUAZIONE E’ GRAVE. LE VARIANTI DEL COVID PREOCCUPANO L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’
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LA RISPOSTA MESSA IN CAMPO A CHIUSI UN MODELLO PER TUTTA LA NAZIONE.

CHIUSI –  La decisione di fare Chiusi “Zona rossa” in una Toscana ancora tutta gialla, non è uno sfizio di un sindaco in cerca di visibilità. Né un modo per rendere plausibile lo screening di massa Territori Sicuri, che partirà domani mattina. Chiusi è zona rossa e farà lo screeening di massa perché la situazione è preoccupante. E non è solo l’elevato numero di contagi, né l’escalation che si è avuta negli ultimi giorni (d 5 a 85 casi in meno di due settimane) a preoccupare. Il problema sta principalmente nella “varianti” del virus. In particolare quella brasiliana e quella sudafricana riscontrate in alcuni dei positivi chiusini. Questo non lo diciamo noi, non lo dice il sindaco Bettollini. Lo dice l’Istituto Superiore di Sanità. Che sul proprio sito scrive:

Quali sono le varianti di Sars-CoV-2 che suscitano più preoccupazioni?

Al momento sono tre le varianti che vengono attentamente monitorate e che prendono il nome dal luogo dove sono state osservate per la prima volta. In tutti e tre i casi il virus presenta delle mutazioni sulla cosiddetta proteina ‘spike’, che è quella con cui il virus ‘si attacca’ alla cellula.
La ‘variante inglese’ (VOC 202012/01) è stata isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 9 novembre 2020. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, ipotizzata anche un maggiore patogenicità, ma al momento non sono emerse evidenze di un effetto negativo sull’efficacia dei vaccini.

La ‘variante sudafricana’ (501 Y.V2) è stata isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 28 dicembre 2020. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata, e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da COVID-19.

La ‘variante brasiliana’ (P.1) è stata isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone. Alla data del 25 gennaio 2021 è stata segnalata in 8 paesi, compresa l’Italia.. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da COVID-19.

Claro? Se fosse confermata la minor efficacia dei vaccini sulle due varianti (brasiliana e sudafricana) del covid 19, saremmo in presenza di una emergenza nell’emergenza. Da qui la necessità di isolare il più possibile i focolai, ma anche i possibili asintomatici. Chiusi è il primo comune in Italia ad affrontare con una operazione sanitaria, questo nuovo problema. E’ di fatto il “modello” per tutta la nazione.

Quella che comincia domani e andrà avanti ad oltranza fino ad esaurimento delle prenotazioni, con il tampone molecolare a tutti, è una risposta organizzata della sanità pubblica e della comunità, per accerchiare il virus e non farsi accerchiare. L’allarme è serio e non è esagerato. C’è la possibilità concreta che gli ultimi contagi, in forza del virus mutato, possano trasmettersi con più facilità e possano essere più difficili da debellare. Insomma che siano più pericolosi per chi è già stato colpito e per tutti. L’ISS infatti non esclude la possibilità che il virus possa attaccare di nuovo anche chi l’ha già avuto ed è guarito.

Già questa sera, intorno alle 18,30 è prevista una visita a Chiusi del presidente della Regione Eugenio Giani che ha deciso di venire di persona a verificare la preparazione e l’organizzazione del campo base in piazza XXVI Giugno, per lo screening di massa. E’ evidente come anche la Regione guardi alla risposta di Chiusi come ad un modello “esportabile”.

A Sinalunga, dove l’operazione Territori Sicuri si conclude oggi, i tamponi effettuati sono stati circa 1.800 su quasi 13.000 abitanti. Non un granché. A Chiusi, le prenotazioni sono già 4.500, su 8.500 abitanti, ma l’obiettivo è andare oltre per rendere il “modello” di risposta il più efficace possibile.

Ci sono volontari, che insieme al personale della Polizia Municipale e del Comune stanno facendo “propaganda casa per casa, porta a porta” per invitare a prenotare il tampone. Una sorta di lavoro politico preparatorio, come si faceva un tempo. L’emergenza è reale e concreta e la risposta deve essere al massimo livello.

Con Chiusi zona rossa da oggi così come tutta la provincia di Perugia (da domani)  si sta innescando anche un confronto tra l’approccio umbro a guida leghista e quello toscano a guida centro sinistra. Per adesso sembra in vantaggio piuttosto netto il modello toscano. E a Chiusi si sta sperimentando anche una risposta che vede insieme la sanità pubblica, le istituzioni (Regione e comune), la cittadinanza attiva (volontariato, associazionismo culturale e sportivo, mondo dell’informazione). In tempi in cui si è costretti a stare chiusi in casa, con gente che vede come unica soluzione quella di dare la caccia a chi si assembra davanti ai bar, e comminare sanzioni a giovani e baristi, un esperimento del genere è una ventata di aria pura, non tossica. Diciamo pure che è oro colato. Andiamoci tutti a fare sto tampone e aggrediamolo noi il virus, prima che lo faccia lui…

m.l. 

 

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