CHIUSI, BETTOLLINI GETTA LA SPUGNA: “TROPPO ODIO, NON MI RICANDIDO”. ADESSO IL PD E’ CON LE SPALLE AL MURO

sabato 20th, febbraio 2021 / 09:41
CHIUSI, BETTOLLINI GETTA LA SPUGNA: “TROPPO ODIO, NON MI RICANDIDO”. ADESSO IL PD E’ CON LE SPALLE AL MURO
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CHIUSI – “Clamoroso al Sant’Elia!” gracchiava Sandro Ciotti dai microfoni di Tutto il calcio minuto per minuto. Clamoroso a Chiusi. Ieri sera intorno alle 22,00 il sindaco Bettollini con un post sul suo profilo facebook ha annunciato la decisione di gettare la spugna e farsi da parte. “Non mi ricandiderò alle prossime elezioni amministrative né con il partito di maggioranza né con una mia lista civica, di cui tanti avevano paura. La motivazione è personale e pertanto non discutibile. Sono seduto nel divano con mia moglie e le mie figlie e con loro ho assunto questa decisione”. Così scrive Bettollini dopo alcune considerazioni amarissime: “Il mio pensiero rispetto alla politica locale del cosiddetto partito di maggioranza e decisamente negativo e ritengo il comportamento di alcuni dirigenti gravemente irresponsabile rispetto al momento delicato che stiamo vivendo.

Comportamenti che incitano odio e cattiveria verso di me e verso le persone che mi vogliono bene. La situazione è degenerata da alcuni giorni e non penso che si fermerà qui. Un onda di odio aizzata da dirigenti politici e facilitata da profili falsi che non risparmiano nessuno. Anche oggi, alcuni di loro, hanno dato il peggio di se: Frasi, post e documenti politici irriguardosi che esaltano solamente il concetto della propria, presunta, superiorità intellettuale. Uno scandalo vero e proprio.
Sono il Sindaco in carica e non posso far finta di non vedere ciò che sta accadendo da mesi nella nostra comunità ma devo impegnarmi per risolvere questa brutta ed assurda questione. È necessario che mi assuma la mia responsabilità per riportare la quiete, la serenità politica e cittadina nella nostra
Comunità. È me che vogliono. Bene, Eccomi sono qui: annuncio pubblicamente e ufficialmente che, per scelta personale, non mi ricandiderò ecc. ecc.. “. 
Le decisioni personali non sono sindacabili. Non si discutono. Vanno rispettate sempre e comunque. Anche quando non piacciono o si ritengono sbagliate e addirittura pericolose. Ognuno ha il diritto di gettare la spugna quando il match si fa troppo duro o se ha il dubbio che sia avvelenato.
E’ evidente che la mossa di Bettollini scompagina tutti i giochi e cambia lo scenario, sia in casa Pd che fuori di essa. Intanto perché arriva – a sorpresa – al termine di una giornata che si era aperta con altri auspici, con la caduta di alcuni “muri” e con una vittoria ai punti della sua parte all’interno dell’assemblea dell’Unione comunale del partito. Deve essere però successo qualcosa che ha fatto traboccare il vaso. Non può essere solo la sensazione di trovarsi di fronte a degli avversari (interni ed esterni) coriacei e agguerriti. Dice Bettolini di aver preso la decisione seduto sul divano con la moglie e le figlie. La moglie Francesca è anche lei una militante, fa parte dell’Unione Comunale Pd e ha partecipato alla riunione on line di giovedì sera. Può aver visto sentito o percepito atteggiamenti ostili tali da indurre al getto della spugna. Parla di “comportamento gravemente irresponsabile di alcuni dirigenti politici rispetto al momento che stiamo vivendo” e di attacchi verso di lui e verso le persone che gli vogliono bene… di “un’onda di odio aizzata da dirigenti politici e facilitata da profili falsi che non risparmia nessuno“. Anche questo giornale che ha sostenuto in varie occasioni il sindaco Bettollini e la sua ricandidatura da pate del Pd, è stato ed è oggetto di attacchi denigratori tesi a delegittimarne la posizione, portati per lo più attraverso commenti e provenienti fa profili fake, un vero e proprio “troll” che si mette in moto ad ogni articolo, una sorta di macchina del fango in servizio permanente effettivo. Noi ci siamo abituati, succede da 30 anni. Bettollini no, è più giovane, ha conosciuto e si è formato in una politica che prevedeva solo applausi e bene, bravo bis! In una politica in cui il confronto dialettico diventa tifo da stadio fuori e, spesso, congiura di palazzo dentro le stanze di partito.
Certamente la mossa improvvisa e – a quanto pare non concordata – di Bettolini mette in seria difficoltà i suoi sostenitori all’interno del Pd, persone che si sono spese e d esposte per chiederne la ricandidatura. Come un capitano che si arrende mentre i suoi ancora combattono. Apparentemente il lancio della spugna di Bettollini libera il Pd dall’impaccio. Toglie di mezzo il convitato di pietra, il macigno che il Pd non riusciva a spostare. Apparentemente toglie le castagne dal fioco al partito di maggioranza che ora può scegliere il candidato a sindaco senza dover per forza sottoporlo al confronto con Bettollini, con le primarie o negli organismi. Solo apparentemente però. Perché in realtà la mossa del cavallo di Bettollini non toglie le castagne dal fuoco al Pd ma mette il Pd nella condizione delle castagne. Sulla brace. Perché toglie al Pd la carta di riserva, quella che forse si stava apprestando a giocare. Ovvero la ricandidatura di Bettollini, mal digerita, ma unica in grado di non far perdere le elezioni. Adesso Bettollini ha messo a nudo il Pd. La sua decisione non è quella del “Muoia Sansone con tutti i Filistei!” è più un… “qui si parrà la vostra nobilitate!” Adesso il Pd non ha più l’alibi Bettollini come scoglio insormontabile, non ha più il nemico Bettollni da battere, è solo e nudo di fronte alle sue macerie e alle sue miserie. Vedremo come ne uscirà.
Per il momento Bettollini resta in sella, in Comune. “Continuerò a svolgere il mio mandato fin quando non terminerà naturalmente ed accompagnerò la macchina amministrativa al voto della prossima primavera. Continuerò con il solito impegno a gestire questa fase delicata della pandemia che ha colpito la nostra comunità. Avremo modo di fare la relazione (quella vera) di fine mandato e il punto oggettivo di tutte le cose fatte e di quelle che lascerò in dote al prossimo Sindaco. Mi auguro che questa mia assunzione di responsabilità, che compete sempre e soltanto ad un Sindaco attento che vuole bene alla sua comunità, possa servire per rasserenare gli animi di tutti; chiedo però lo stop immediato degli attacchi alle persone che mi vogliono bene” scrive il sindaco in conclusione del suo messaggio. Che, messo così, sembra un vero e proprio “addio alle armi” per quanto lo riguarda e un appello a deporre l’ascia di guerra a tutti gli altri.
Certo, dato il tono perentorio usato da Bettollini, un ripensamento e una marcia indietro non sembrano al momento plausibili. Neanche di fronte ad una richiesta a furor di popolo. Ma anche su questo staremo a vedere. In politica le decisioni irrevocabili spesso durano poco, e altrettanto spesso sono presagio di sventura. In politica il motto “mai dire mai” è stampato sui muri (basta vedere le evoluzioni di 5 Stelle e di Salvini in relazione al governo Draghi). Anche le mosse del cavallo, con gli spostamenti di lato, il più delle volte non risultano decisive, anzi servono a preparare altre mosse.
La questione, ovviamente, non riguarda solo il Pd e la coalizione di maggioranza. Riguarda tutta la città. E’ amaro svegliarsi (o andare a letto per chi ha letto il post ieri sera) con un sindaco che getta la pugna per sgombrare il campo da “un’onda di odio”.   Si ha la sensazione – al di là di ogni giudizio sulla figura di Juri Bettollini sindaco e politico – di essere piombati in un’invasione barbarica. Che in una situazione normale sarebbe anche stimolante, perché le invasioni barbariche portano anche novità, ma in una situazione complicata come questa, in piena pandemia, con una campagna di vaccinazione da portare avanti, con un’economia da ricostruire, appare del tutto inappropriata e anche pericolosa. Senza Bettollini e dopo Bettollini Chiusi sopravviverà, non vi è dubbio. Ma è certo che intanto il Pd dovrà vincere le elezioni e non sarà facile (tra i commenti alla mossa del sindaco ce ne sono alcuni che adombrano lo sciopero del voto) e chiunque vincerà – che sia un sindaco Pd o di altra marca – avrà bisogno di tempo e di rodaggio per capire i meccanismi della macchina amministrativa e prendere possesso pieno delle funzioni. Questo tempo purtroppo non c’è. Chiusi meritava una situazione del genere?  Senza dubbio le forze politiche locali, sia di maggioranza che di opposizione non  hanno sostenuto Bettollini nemmeno negli ultimi giorni, nello sforzo messo in campo per arginare l’emergenza Covid, anzi lo hanno attaccato, scatenando alcuni sindaci dei dintorni, per l’eccessiva esposizione mediatica e per proposte ritenute addirittura “sovraniste” (e che invece la Regione, il Cts e il Governo stanno valutando come un interessante modello per aggredire il virus e non aspettarlo). E questo avrà influito sulla decisione del sindaco, che si è sentito lasciato solo anche nel momento del massimo bisogno.
Qualcuno, anche tra i suoi amici, accuserà Bettollini di aver abbandonato la ciurma al suo destino, di non aver avuto la forza di resistere fino in fondo. Il Pd e le altre forze politiche che gli hanno fatto la guerra (il Pd all’improvviso, e senza motivi apparenti, dopo 5 anni di totale appiattimento e accondiscendenza sulle scelte)  adesso dovranno dimostrare che avevano ragione e che la soluzione sarà positiva.
Per ora c’è solo il danno. E i barbari alle porte.
m.l.
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