RECOVERY FUND: COME E DOVE UTILIZZARE I SOLDI DELL’EUROPA A LIVELLO LOCALE. ECCO ALCUNE IDEE…

RECOVERY FUND: COME E DOVE UTILIZZARE I SOLDI DELL’EUROPA A LIVELLO LOCALE. ECCO ALCUNE IDEE…
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I Soldi  della Europa. Dove andranno, a cosa serviranno. Chi li potrà usare.

Si avvicina il tempo in cui i tanto attesi Fondi europei, con vari nomi ed a vario titolo, ottenuti ultimamente, almeno sulla carta, dai governi Europei (Italia lancia in resta con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte),verranno effettivamente messi a disposizione, per rilanciare le Economie dopo il dramma mondiale derivato dalla Pandemia Coronavirus, da cui, ad oggi, non siamo comunque fuori.

I fondi dovrebbero essere principalmente destinati, a quel che si comprende, in Italia, per una serie di interventi miliardari su pochi assi qualificanti:

  • l’Ammodernamento infrastrutturale e la messa in sicurezza del territorio
  • la digitalizzazione del Paese
  • la riconversione Verde (Green) della Economia
  • la Ricerca

Il rilancio con questi interventi non ha lo scopo di abbellire il paese(se non indirettamente ovviamente),né di dare sussidi ulteriori, né di abbassare le tasse.

Lo scopo è di creare lavoro ed occupazione, strutturale e non di breve periodo, provando a cambiare il modello di sviluppo sino ad ora perseguito e di dare risposte vere e non fumose. Non ci saranno molti fondi  per aumentare direttamente stipendi e pensioni, come qualcuno vorrebbe far intendere.

A questo punto, lo stesso qualcuno, potrebbe citare in aggiunta  il famoso MES o meglio  la nuova linea di  prestito (da restituire) per gli Stati, denominataPandemic Crisis Support, nell’ambito del vigente Meccanismo Europeo di Stabilità;  un fondo che dovrebbe essere destinato alla Sanitaà (fondo che molti citano, ma quasi nessuno degli Stati Europei vuole)

Ovviamente non è vera  l’assenza di vincoli, in quanto le spese sanitarie finanziabili dall’eventuale MES ( Pandemic Crisis Support) sarebbero quelle direttamente od indirettamente legate all’emergenza Coronavirus (acquisizione di strumentari, presidi, vaccinazioni, nuove terapie, riorganizzazione delle cure, assunzione personale necessario etc, comunque tutto da studiare e valutare)  e non la costruzione di Nuovi Ospedali.

Ad esempio l’Ospedale costruito a tempo record a Milano, a causa emergenza Covid, (ad oggi poco usato) è stato in realtà finanziato da Fondi e Donazioni private .

Il tutto sarà finanziato con Emissioni di Titoli Europei Comuni (Con il Recovery Fund arriverebbero in Italia prestiti per € 127,4 miliardi  e trasferimenti per  € 81,4 miliardi )

A questo punto è’ ovvio un altro ragionamento, ed è’ la novità insita nel Recovery Fund e similari di cui parlano tutti: fino ad ora i Fondi Europei, comunque denominati, MES a parte, sono stati stanziati come COFINANZIAMENTO progettuale (per l’Umbria ad esempio negli ultimi anni sono arrivati circa 1 Miliardo e Mezzo di fondi, dove e come siano finiti è’da vedere), cioè i fondi europei tradizionali sono concessi a fronte di un finanziamento ulteriore da parte di Privati o Enti Pubblici, con una filosofia intrinseca, tranne rare eccezioni: gli interventi europei  intervengono sugli effetti (e non sulle cause) per mitigarne l’impatto.

Sul fatto poi che  non molti  sanno come farsi finanziare con questi contributi e si spaventano al solo pensiero di rendicontarli, impresa sembra complicata, stendiamo il classico velo.

La vera novità di questo Recovery Fund e similari è che gli stanziamenti potranno essere utilizzati senza veri vincoli .

La sfida lanciata, a questo punto, è quindi  quella di uscire dalle logiche assistenziali e di piccolo cabotaggio, per proporre piani a lungo termine di intervento sostanziale e moltiplicatore economico.

Per le aree di confine Umbro Toscane si potrebbe finalmente mettere in campo, realmente, il Collegamento stradale Perugia-Chiusi prolungando la Strada Pievaiola e la famosa bretellina  ferroviaria Tuoro-Castiglione-Chiusi (progetto da decenni nei cassetti delle Ferrovie) collegando direttamente la Linea di Foligno-Perugia con quella che arriva alla stazione di Chiusi e permettendo di fatto un raccordo con la linea Alta Velocità, con un intervento di pochi chilometri e di relativo basso costo.

In ciò si avrà ’la necessità di coinvolgere, in primis, le nuove generazioni e le menti più acute ed aperte, uscendo dalla logica assistenziale  e del conflitto permanente, vero o creato ad arte.

Ci sarà  la forza e soprattutto  la massa “critica” di area vasta  verso  cui proporre piani ambiziosi di respiro ampio (linee ferroviare, nuove viabilità, riconversione energetica con tecnologie non impattanti, superamento del Digital Divide, divario digitale, nuove terapie mediche cosiddette di precisione, le cure per la cronicità , etc..)?

Avrà la politica quel sostegno di visione e di preparazione che deriva dallo studio, il quale ad oggi appare abbastanza  lontano, tutti presi a commentare temi marginali?

 Riusciremo a rilanciare le politiche sanitarie tornando a quella filosofia che ha permesso, tra i pochi al mondo, di avere un servizio sanitario nazionale unico ed universale, basato sulla prevenzione e non sulla cura?

Ma il pallino, in primis deve essere posizionato, con fatti, studi e documenti dalle Amministrazioni Locali coordinate, sorrette  da una visione ampia,comune e condivisa, non litigiosa. Sinceramente la vediamo non semplice!

 Marco Bertozzi (Segretario ANMDO Umbria -Associazione Nazionale Medici di Direzione Ospedaliera)

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