VILLASTRADA, UNA PIZZERIA E UN “MICROMONDO” CHE E’ UNA FETTA DI EUROPA

venerdì 17th, luglio 2020 / 18:45
VILLASTRADA, UNA PIZZERIA E UN “MICROMONDO” CHE E’ UNA FETTA DI EUROPA
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VILLASTRADA – Metti una sera a cena… anzi metti una sera d’estate e la voglia di mangiare una pizzetta all’aperto. In un luogo in cui si sta bene. Al fresco. Ma anche a proprio agio. A Villastrada, frazione di Castiglione del Lago, ma “in odor di Toscana” come direbbe Guccini, e a due passi dal lago di Chiusi e dalle Torri Beccati Questo e  Beccati Quest’altro, che un tempo facevano da confine e per passare dovevi pagare un fiorino, come nel film di Benigni e Troisi, c’è un posticino del genere. In realtà è un bar. Uno di quei bar storici, di passaggio, collocati a bordo strada, dove in estate ti fermavi per forza a bere una birra gelata e in inverno ci passavi le domeniche a vedere la partita in Tv, tutti insieme.

Villastrada è quasi Toscana, è più Chiusi che Castiglione del Lago, e non a caso il bar in questione è anche un Viola Club. E a Villastrada il tifo per la Viola è quasi una fede, una devozione che la Madonna del Popolino tra Porto e Pozzuolo se la sogna. Tra l’altro i titolari se ne intendono pure, uno fa il docente di educazione fisica e l’allenatore, l’altro ha giocato (anche nel Chiusi), così come il figlio di quest’ultimo, ancora molto giovane e in attività. Da qualche anno il bar si è attrezzato a pizzeria e fuori, appena di là della strada, ha una pergola che fa molto italian style, quell’Italia country e naif  coi tavoli della Birra Peroni e le sedie di plastica, le cicale che fanno un chiasso infernale, ma sono anche il rumore principe dell’estate. E poi l’odore dei fiori. E un panorama che all’imbrunire diventa quasi commovente, tra campi di grano, olivi, querce e la Montagna di Cetona sullo sfondo…

Ma fin qui nulla di strano, nulla di eclatante o di diverso da una pizzeria come ce ne sono tante. Certo la pizza è buona, il vino pure, il tagliere con gli antipasti è abbondante, i dolci i e il gelato si fanno apprezzare, il servizio è efficiente, i gestori sono gentili e affabili… Rapporto qualità-prezzo, ottimo. Insomma il locale val bene una serata… 

La cosa strana è che la sera i tavoli sotto la pergola sono sempre pieni (cosa che non dappertutto accade) e pieni per lo più di clientela straniera. E non siamo a Rimini… Ma anche qui la particolarità è un’altra: è che a Villastrada, che in tutto farà 400 abitanti, gli stranieri non sono di passaggio, sono di casa.

E il bar pizzeria di Paolo e Sergio Burini and family più che un localino di successo è ormai da tempo un “micromondo”. Un pezzo di Europa vera in mezzo alle colline umbre, al  confine con la Toscana. Ci trovi  Klaus un danese tifosissimo di calcio e batterista che da anni gestisce un agriturismo nei pressi di Vaiano, a poche centinaia di metri… Ieri sera, giovedì, c’erano una tavolata di inglesi (almeno due, tre famiglie con diversi figli biondi ed educatissimi ), una bella signora con look un po’ hippy, ma elegante, arrivata in bicicletta (da uomo), come si usa in nord Europa… E poi anche un paio di giovanotti che parlavano quasi perfettamente italiano, ma con inconfondibile accento anglosassone e altri tre ciclisti di rientro da una bella pedalata in mountain bike, anche loro nordici, forse olandesi…  Tutto questo a Villastrada. Alcuni sono degli habitueé, cioè tornano tutti gli anni. Altri si sono piazzati in zona da tempo e magari un paio di volte a settimana si concedono la pizza del Bar Burini che è buona e come dicevamo fa molto Italia. Qualcuno si è innamorato delle colline e di quel laghetto che si vede a poca distanza, delle vigne e del vino che se ne ricava. Del “brustico” e del “tegamaccio”, due piatti tipici del lago di Chiusi che a Villastrada cucinano in modo straordinario, da sempre.

E’ possibile che soprattutto gli inglesi abbiano sentito dei racconti sulle battaglia di Chiusi e su quella del Trasimeno che nel ’44 si combattè ferocemente proprio tra Vaiano, Villastrada, Gioella prima di liberare Castiglione del Lago… Battaglie che videro impegnati soldati neozelandesi, sudafricani, indiani, canadesi e britannici. Molti dei superstiti, negli anni sono tornati e magari i turisti o i nuovi abitanti di oggi sono loro nipoti…

Non è usuale trovare, anche in realtà più grandi e turisticamente più strutturate (come Città ella Pieve, Castiglione del Lago, Chiusi) una così alta e pregnante presenza di stranieri.

Quando da queste parti si parla di Europa si fanno spesso ragionamenti astratti. A Villastrada l’Europa non solo è vicina più della Cina di Bellocchio, ma è lì, la tocchi con mano. E la senti parlare. Con gli accenti più diversi. E forse non è un caso. Né  una assoluta novità di questi tempi. Forse qualcosa del genere succedeva già nel Medioevo e nel Rinascimento… Anche allora ci sarà stata una osteria o una stazione di posta che faceva la funzione che oggi ha il bar pizzeria Burini, perché Villastrada non era un paesino fuori dal mondo, era situata già allora sulla Via Romea di Stade, cioè una delle grandi “autostrade” del passato, la via che portava da Roma ad Amburgo e al mare del Nord, a Stade, appunto nell’Europa settentrionale. Anche allora probabilmente qualche pellegrino,  ma anche mercanti, banchieri, capitani di ventura e avventurieri viaggiavano e di fermavano lungo il percorso per riposare, mangiare, bere, curarsi e fare affari.

C’è una chiesa a Villastrada, che ha una facciata molto particolare, realizzata e decorata in terracotta. E’ di inizio ‘900 (la facciata) e anche quella fa molto italian country ed è…  sula strada, come lo erano le osterie e gli spedali, e come lo è il bar pizzeria Burini. Preti e frati l’hanno sempre saputa lunga e i luoghi in cui costruire le chiese li sceglievano con cura, sapevano bene dove c’era più transito e passaggio…

Oggi insomma, anche in quest’estate anomala, segnata dall’emergenza covid, dalle misure di prevenzione e dalle limitazioni agli spostamenti, se uno vuol fare un salto in Europa, da Chiusi, da Castiglione del Lago o da Città della Pieve, basta salga sulla collina di Villastrada e si sieda sotto la pergola di quel bar che è lì a mezza via, a 100 metri anche meno dalla chiesa…

m.l.

 

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