BANCA VALDICHIANA CERCA LO SBOCCO AL MARE: AVVIATA LA PROCEDURA DI FUSIONE CON BANCA TEMA DI GROSSETO

BANCA VALDICHIANA CERCA LO SBOCCO AL MARE: AVVIATA LA PROCEDURA DI FUSIONE CON BANCA TEMA DI GROSSETO
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CHIUSI –  La Repubblica di Siena nel ‘500 cadde perché i Medici e il Papa non potevano sopportare quella repubblichetta piccola e orgogliosa che guarda caso aveva inventato uno dei cardini del nascente capitalismo e intendeva starci dentro con il peso di chi sa come si gestiscono i soldi. Aveva inventato la cambiale e dunque la banca. E i banchieri senesi contendevano a quelli fiorentini e del nord Europa il controllo sui mercati. C’era una sorta di autostrada che fin dal Medioevo portava da Roma a Stade, cioè ad Amburgo e al Mare del Nord, e quella strada passava a queste parti. Anche i banchieri, oltre ai granduchi, principi e marchesi cercavano lo sbocco al mare, perché i mercati erano già globali, per ciò che riguardava l’Europa, ma da poco c’era anche il nuovo mondo da piegare e assoggettare alla nuova legge.

Ecco, Chiusi è stata insieme a Radicofani, Montalcino e Grosseto una delle ultime roccaforti della Repubblica di Siena e cadde addirittura dopo che la Repubblica aveva già consegnato le chiavi ai nuovi padroni, sostenuti dall’Imperatore Carlo V. E anche Chiusi nel suo piccolo, molto tempo dopo, all’inizio del ‘900 si inventò la sua banca. Quella banca piccola e orgogliosa è cresciuta nel tempo. Prima si allargò a Sarteano, poi con una prima fusione a Cetona e Piazze, e per espansione alle zone del Trasimeno e della Valnestore in Umbria. poi ancora all’aretino. Infine con un’altra fusione a Montepulciano arrivando dunque alla Valdorcia, sulla strada per il mare. Nome: Banca Valdichiana di Chiusi e Montepulciano, Credito Cooperativo Toscoumbro.

Martedì 30 giugno l’assemblea dei soci della Banca, svoltasi in modalità insolita, senza la presenza fisica dei soci stessi, causa emergenza Covid, ma forte di oltre 700 deleghe di voto (721 per la precisione), ha deliberato l’avvio del processo di una nuova fusione. Stavolta con Banca Tema di Grosseto.

Lo sbocco al mare. Ma non solo. Il nuovo soggetto unitario, la nuova banca, assumerà il nome di Banca delle Terre Etrusche di Valdichiana e di Maremma. E qui se vogliamo c’è un altro elemento storico: nella zona di Chiusi e Montepulciano, come nella maremma grossetana da Pitigliano a Manciano, da Sorano a Scansano fino ad Orbetello e Castiglion della Pescaia si parla praticamente il medesimo dialetto, che non è il “senese” e neanche il “chianino” e nemmeno il livornese…

Certo il passaggio annunciato due giorni fa, quindi la nuova fusione, non è solo un’operazione espansiva, segue infatti un periodo complicato e di fatto è un passaggio obbligato o quasi dalla situazione economico-finanziaria e anche dalle direttive della Capogruppo Iccrea che ovviamente coordinerà l”operazione. Lo ammette il presidente di Banca Valdichiana Tamagnini, il quale a proposito dell’avvio del procedimento di fusione con banca Tema scrive:

“Questo annuncio rappresenta per la nostra BCC un punto di arrivo di un percorso piuttosto complicato iniziato esattamente un anno fa, il 30 giugno 2019, quando i problemi inerenti al credito della nostra Banca avevano suscitato l’attenzione della capogruppo e l’avevano indotta, nonostante che il 2018 fosse stato chiuso in positivo, a inviarci una direttiva con cui chiedeva di individuare una strategia di risoluzione della situazione. Tale strategia poteva prevedere sia il mantenimento della nostra autonomia sia l’avvio di un processo di aggregazione con altra BCC. Il lavoro in questo anno è stato difficile e doloroso e ha comportato qualche difficoltà anche all’interno del CdA con, tra l’altro, il mio subentro come presidente ad agosto 2019 e le dimissioni di quattro consiglieri a febbraio 2020. Senza nulla togliere all’operato di chi mi ha preceduto e di tutti i consiglieri, era necessario agire con determinazione e così abbiamo avviato una fase di valutazione, dapprima delle strategie da mettere in campo in autonomia e poi, rilevato che esse non potevano comportare una soluzione, delle possibili aggregazioni. La scelta di Banca delle Terre Etrusche e di Maremma (Banca Tema) – prosegue – è stata quasi naturale dal momento che moltissimi sono i punti che ci accomunano: dal territorio contiguo, alla centralità del socio, alla volontà di sostenere il territorio non solo dal punto di vista economico ma anche sociale. Infine c’è quel richiamo alle terre etrusche a cui il nostro territorio appartiene storicamente”. 

La banca che nascerà dalla fusione sarà una realtà importante per tutta a Toscana meridionale. Avrà circa 20.000 soci, 73 mila clienti, 380 dipendenti e 53 sportelli nelle province di Grosseto, Arezzo, Siena, Viterbo e Perugia. La Valdichiana sarà baricentrica e la sede legale resterà a Chiusi, in via Porsenna.

“Nei prossimi mesi i Soci verranno coinvolti in incontri sul territorio nel corso dei quali verranno spiegati i dettagli dell’operazione e soprattutto chiarito che nulla cambierà dal punto di vista della vicinanza al socio risparmiatore, alla piccola impresa, alle istituzioni e associazioni del territorio storico di competenza di Banca Valdichiana” scrive ancora il presidente Tamagnini. Il quale poi precisa anche che “nel corso dell’assemblea sono stati approvati tutti i punti all’ordine del giorno, a cominciare dal Bilancio 2019 che si è chiuso con una perdita di circa 7 milioni di euro, nonostante la crescita degli Impieghi – che si sono attestati a circa 724 milioni euro registrando un +3,39%,- e della Raccolta sia Diretta (attestatasi a 941 milioni contro i 922 del 2018) sia Indiretta (passata da 212 a 258 milioni di euro)

E “questo rappresenta un bell’indice di vitalità della Banca” secondo il Direttore generale Danilo Trabacca  che spiega come “sul risultato di esercizio ha influito sicuramente l’aumento degli accantonamenti per la copertura dei crediti deteriorati, dovuto all’applicazione di più rigorosi criteri di valutazione, in linea con quanto stabilito dagli indirizzi della Capogruppo e delle normative UE”. 

Approvato anche l’ultimo punto all’ordine del giorno, ovvero la nomina di quattro consiglieri di amministrazione destinati a sostituire i dimissionari Capeglioni, Alimento, Frullini e Margheriti, che lasciarono polemicamente  il Cda all’inizio di febbraio.

I nuovi Consiglieri di Amministrazione sono: Serena Augero e Roberto Minetti di Chiusi, Stefano Petri di San Casciano dei Bagni e Marco Sanchini di Castiglion Fiorentino.

L’assemblea del 30 giugno per delega e l’avvio della procedura di fusione non trovano tutti concordi. Il Comitato Soci autoconvocato ad esempio alla modalità scelta avrebbe preferito un rinvio dell’assembea stessa a settembre. Dando atto al Presidente delle iniziative svolte dalla Bcc in questo tempo di coronavirus sia per quanto riguarda le donazioni agli ospedali di zona sia della “rinegoziazione” di mutui per sostenere imprese e privati in questo tempo di grave crisi economica,  contesta la scarso impegno sul fronte della beneficienza (45.000 euro nel 2019) i n contraddizione con la sbandierata “funzione sociale” della banca “che in passato ha permesso, per esempio di realizzare  i tre impianti sportivi di Chiusi, Sanfatucchio e Sarteano, il Museo della Cattedrale di Chiusi e la collana dei tanti volumi stampati”.

Il Comitato poi esprime la propria criticità anche rispetto al Bilancio approvato: “Siamo molto orgogliosi di questo Bilancio di coerenza, afferma Tamagnini nel suo comunicato. Se tale affermazione è riferita ai Bilanci Ordinari che coerentemente si sono susseguiti in questi ultimi tre anni, il Comitato si augura che tale “coerenza” si dissolva quanto prima. Perché i risultati del Bilancio 2016 e del Bilancio 2017 sono di segno negativo. Come il Bilancio 2019, che invita alla modestia. Che è il contrario dell’orgoglio”. Il documento del Comitato soci è firmato da Alessandro Bologni (presidente),Maria Grazia Virgilio, Leonardo Iaconi e Giuseppe Gigliotti.

Il braccio di ferro nell’ambiente Bcc continua, la fusione con la consorella di Montepulciano alcuni non l’hanno ancora digerita (lo stesso dicasi per i poliziani), adesso questa nuova aggregazione che allargherà enormemente l’orizzonte e l’area di operatività della banca diluendone oggettivamente il radicamento e l’immagine “locale” cambia di nuovo lo scenario. Qualcuno avrebbe preferito aggregarsi alla Banca Centro nata dalla fusione tra Cras Sovicille e Bcc Umbria, ritenuta partner più vicino e naturale, ma ormai il dado è tratto la Bcc Valdichiana varca l’Ombrone e non il Rubicone. O forse sarà la Banca Tema a “sfondare” dalla costa verso il centro dell’Italia di mezzo. Fatto sta che la vecchia banca di paese o di territorio non esiste più. Ma questo non da adesso…

m.l.

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