SIENA – «Un fondo speciale che copra, almeno in parte, la riduzione delle entrate direttamente connesse con il turismo» e «per garantire un minimo di liquidità per farci trovare in piedi quando i flussi turistici ripartiranno». Queste le richieste contenute in un appello ‘per salvare i gioielli turistici d’Italia’ rivolto al Governo da 28 piccoli Comuni italiani, da San Gimignano a Gibellina, da Barolo a Porto venere.. Tutti comuni con meno di 15 mila abitanti, a forte vocazione turistica e ora «in ginocchio» a causa dell’emergenza Coronavirus.
Tra le altre richieste Nell’appello i 28 sindaci chiedono al Governo la «possibilità di attingere non solo all’avanzo di amministrazione di parte libera e destinata, ma anche a quello vincolato per affrontare con tutti gli strumenti la crisi in atto»; e ancora, «possibilità di trattenere il gettito Imu destinato allo Stato e di stabilire una ‘soglia di solidarietà’ al Fondo per lo sviluppo e la coesione, oltre la quale bloccare il contributo dei singoli comuni» oltre a norme per la pace sociale su affitti commerciali e riduzione della Tari.
Insomma i piccoli comuni turistici capeggiati da San Gimignano, chiedono al Governo di non essere lasciati soli. “Ci candidiamo ad essere protagonisti anche di una nuova economia di prossimità, in senso territoriale, e di un nuovo turismo più sostenibile, attento e consapevole che trovi in noi una destinazione turistica sicura” dice Andrea Marrucci sindaco della città delle torri. L’appello è firmato anche da Montalcino, Montepulciano e Pienza nel Senese, Greve in Chianti (Firenze), Barbaresco (Cuneo), Pollica, Positano e Amalfi in provincia di Salerno, Volterra (Pisa), Porto Venere (La Spezia), San Vincenzo (Livorno), Portofino (Genova), Otranto (Lecce), San Severino Lucano e Guardia Perticara (Potenza), Iseo (Brescia), Valsinni (Matera), Diamante (Cosenza), Città della Pieve (Perugia), Cabras (Oristano), Castelsardo (Sassari), Malfa Isola di Salina (Messina), San Vito di Cadore (Belluno), Castiglion dei Pepoli (Bologna).