INFORMAZIONE. GLI ITALIANI SI FIDANO PIÙ DI RADIO E TELEVISIONE CHE DI INTERNET E SOCIAL NETWORK

venerdì 08th, maggio 2020 / 16:01
INFORMAZIONE. GLI ITALIANI SI FIDANO PIÙ DI RADIO E TELEVISIONE CHE DI INTERNET E SOCIAL NETWORK
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Radio e televisione sono i mezzi di comunicazione che ispirano maggiore fiducia agli europei. Lo rileva il rapporto Trust in Media 2020 dellEBU (European Broadcasting Union) basato su un sondaggio condotto in 33 paesi.

Il livello di fede non è omogeneo ma varia da paese a paese. In Gran Bretagna, Spagna e Grecia, per esempio, la maggior parte della popolazione diffida dei media mentre in Finlandia, Albania e Olanda la percentuale dei diffidenti scende al 20%. In Italia è un sostanzioso 63% dei cittadini ad attribuire autorevolezza al servizio pubblico radiotelevisivo con un 57% di fiducioso ascolto della radio. Per inciso, il rapporto rileva che una maggiore fiducia nel”informazione ufficiale riduce la percezione della circolazione di fake news.

La prova del nove è avvenuta tra febbraio e marzo di quest’anno quando il servizio pubblico ha assunto un ruolo informativo preponderante. In Europa, nelle ultime due settimane di marzo si è registrato un incremento del 14% nella fruizione delle notizie rispetto allo stesso periodo compreso tra il 2014 e il 2019. Con un aumento del 20% della fascia giovane il mondo dell’informazione ha anche conquistato una audience  meno aficionada.

In linea di massima, l’EBU informa che quanto più è drammatica l’evoluzione della crisi, tanto più i cittadini europei si rivolgono ai siti web dei canali ufficiali per aggiornamenti sulla situazione nazionale e globale. Il numero di visitatori comincia a salire alla fine di febbraio, in corrispondenza con la fase iniziale del Covid, e raggiunge un picco di oltre 21 milioni di visitatori unici il 12 marzo.

Una percentuale minore si affida invece alla radio, in controtendenza con i dati rilevati tra il 2014 e il 2019 che la collocano in posizione di superiorità rispetto agli altri media, ma la differenza è minima.

ITALIA. I PROGRAMMI PIÙ SEGUITI

Non è una sorpresa quindi che in Italia, secondo i dati dell’Eurispes, i programmi di informazione più seguiti siano i telegiornali, che aggiornano sulla situazione pandemica, sulle nuove misure ( i mille e un decreto) e sul quadro internazionale. Primo in classifica il Tg1 della sera con un andamento più o meno costante di oltre 7 milioni di spettatori, seguito dal Tg5 delle 13.30 che registra una audience fra 5 e 6 milioni.

Sebbene il rapporto dell’EBU segnali tra il 2014 e il 2019 una scarsa fiducia degli europei nelle istituzioni governative e ancor più nei partiti politici, primi nella lista dei peggio mi sento, in Italia, durante questi mesi di pandemico smarrimento,  gli ascolti delle conferenze stampa del primo ministro e i discorsi del Presidente della Repubblica  hanno raggiunto una media di 8 milioni di spettatori, al pari dei Tg ufficiali.

Ma se telegiornali e dirette dei massimi esponenti dello Stato volano alto, non così accade per i cosiddetti programmi di approfondimento, che non registrano crescite rilevanti. Per saturazione, ipotizza l’Eurispes. E ci può stare.

GLI EUROPEI SI FIDANO POCO DI INTERNET E SOCIAL NETWORK

Il dato intrigante è la scarsa fiducia che molti paesi europei ripongono nei social network. L’85% dei paesi non usa i Social a scopo di ricerca o informazione. In Italia le rilevazioni Nielsen hanno registrato nei primi tre mesi del 2020, in piena crisi pandemica, un aumento del 41% di post, tweet, commenti, condivisioni e compagnia cantante in merito a programmi televisivi e dirette streaming. In particolare, in relazione ai programmi di approfondimento politico e i talk show, quelli in cui tutti urlano e nessuno parla o capisce un accidenti – spettatori compresi-  si è registrato un incremento “social” del 4%. Insomma, gli italiani  usano i Social per ameni ( o beceri) conversari ma non li considerano autorevoli fonti di informazione.

Parallelamente, e in linea con la maggioranza dei paesi europei, il 48% degli italiani mostra diffidenza nei confronti di Internet.

Un dato interessante però è la controtendenza di Bulgaria, Polonia e Ungheria, dove il 50% circa della popolazione si affida invece proprio a Internet e ai Social per la ricerca di informazioni affidabili. Ed è ancora più interessante notare come il grado di fiducia dei cittadini sia direttamente proporzionale alla percezione di maggiore o minore libertà dei media rispetto al potere politico. In altre parole, più la pressione politica è percepita, minore è la fiducia nel servizio pubblico. Risulta dunque evidente che in nord e centro Europa la pressione sia meno sentita che nei paesi dell’Est.  Negli ultimi cinque anni, rileva infatti il rapporto dell’EBU, il grado di fiducia nella Rete ha subito un calo graduale in almeno 30 dei paesi testati. Sono proprio i paesi dell’Est a costituire l’eccezione.

Elda Cannarsa

 

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