COMUNI CONFINANTI: MA L’UMBRIA E’ UNA REGIONE O UNA SUCCURSALE DEL VENETO? LA LEGA SULLA LINEA BETTOLLINI-BURICO, MA NON PREME SULLA GOVERNATRICE TESEI

COMUNI CONFINANTI: MA L’UMBRIA E’ UNA REGIONE O UNA SUCCURSALE DEL VENETO? LA LEGA SULLA LINEA BETTOLLINI-BURICO, MA NON PREME SULLA GOVERNATRICE TESEI
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CASTIGLIONE DEL LAGO – L’ordinanza della Regione Toscana che consente da oggi lo spostamento nei comuni confinanti di altre regioni, previo accOrdo tra i sindaci interessati e comunicazione degli stessi al prefetto e la mancata risposta della Regione Umbria, o meglio la mancata adozione di analogo provvedimento da parte di Donatela Tesei, ha tenuto banco tutto il giorno. Non senza frecciate e polemiche tra le diverse parti politiche. Il sindaco di Chiusi Bettollini, che sulla questione si è speso molto, insieme al collega Burico di Castiglione del Lago, non le ha mandate a dire, prima ai 5 Stelle che hanno provato maldestramente a prendersi il merito del provvedimento regionale toscano, poi  alla governatrice umbra e di nuovo ai 5 Stelle e opposizioni varie:

“È incredibile : La presidente della Regione Umbria ha emanato, poco fa, una nuova ordinanza. La numero 26 e non ha inserito la possibilità degli spostamenti tra comuni confinanti. Per carità, ogni scelta va rispettata; chi governa ha delle responsabilità ed è giusto che se le assuma in un senso o nell’altro. Ma un favore: quei #politicanti che da ieri sera, fino a poco fa, stanno facendo a gara a dirci che per primi hanno convinto il governo toscano, mica per caso potrebbero ripetere l’azione di convincimento verso l’umbria visto che il governo umbro è proprio il loro? …ad okkio e croce dovrebbero faticare meno a convincere la governatrice!!! Dai #TeseiFirma. Ascolta i Sindaci”. Così ha scritto Bettollini sul suo profilo facebook, rincarando la dose e scaldando un po’ il clima dopo mesi di buonismo sparso a piene mani, causa emergenza covid e la necessità di fare quadrato contro il virus.

Ma la cosa buffa è che a prendere posizione sono anche gli stessi esponenti del partito della governatrice umbra. E anche loro sembrano essere d’accordo con Bettolini e Burico e anche con il sindaco pievese Fausto Risini che stamattina ha dato la sua piena disponibilità a firmare subito un accorso co il collega chiusino, come prevede l’ordinanza della Toscana..  Solo che tali esponenti non nominano mai, nemmeno di striscio, Donatella Tesei. Come se le carte in mano, adesso le avesse qualcun altro e non lei. Gli esponenti di cui sopra sono nell’ordine Riccardo Augusto Marchetti e Luca Briziarelli, parlamentari umbri  e Valerio Mancini e Eugenio Rondini consiglieri regionali, tutti della Lega di Salvini.

Su L’Ora del Trasimeno, sito on line gestito da Gianni Fanfano, la posizione dei 4 è così riportata:

“La questione degli spostamenti fra Comuni limitrofi situati in Regioni diverse è un problema reale, per questo avevamo provveduto a sollevarlo anche a livello nazionale. Anche numerosi Presidenti di Regione, tra cui quelli della Lega, avevano chiesto ufficialmente al Governo di affrontare e regolamentare il tema direttamente nel Decreto Legge, così come fatto per gli spostamenti tra Regioni legati a grave stato di necessità, salute e lavoro. Purtroppo né la richiesta dei Governatori, né quella contenuta nell’ordine del giorno presentato alla Camera dall’On. Marchetti sono state accolte. Stiamo ora lavorando a una soluzione che possa rispondere a questa esigenza che coinvolge numerosi Comuni della nostra regione (sia verso la Toscana che verso il Lazio e le Marche) tenendo conto anche del diverso rischio contagio presente nei territori confinanti ed individuando una soluzione che risolva il problema senza esporre i cittadini al rischio di sanzioni. Capiamo perfettamente questa problematica, tra l’altro sollevata da tempo anche da tutti i sindaci di confine, e ci auguriamo che una soluzione possa essere individuata quanto prima”.

Ecco, ma invece di lavorare ad una soluzione… perché intanto non chiamano la loro governatrice e, visto che sono d’accordo, non la invitano espressamente a firmare una ordinanza analoga a quella Toscana, in modo che poi i sindaci “di confine” possano accordarsi con i loro omologhi toscani, marchigiani, laziali? Troppo complicato?

Perché non dicono gli esponenti leghisti quale è il motivo che sta frenando Donatella Tesei? Magari è un motivo serio. Ma sarebbe bene che lo dicesse e che il motivo fosse chiaro. Cosa osta a mettere quella firma se i sindaci sono d’accordo (anche quelli in quota Lega o considerati tali dalla Lega, come Risini), se i consiglieri regionali e i deputati e senatori sono d’accordo?

Di cosa ha paura la presidente Tesei, del virus, del facile entusiasmo e quindi dei problemi che la riapertura dei confini potrebbe causare, oppure più semplicemente ha paura di apparire a rimorchio dei vituperati… comunisti? (che poi dove saranno tutti ‘sti comunisti!)

La Lega ha visto le elezioni regionali nell’ottobre scorso al grido “Liberiamo l’Umbria!”. Ma ad oggi l’impressione che si ricava dalla nuova gestione è che qualcuno abbia equivocato la vecchia e storica definizione dell’Umbria “cuore verde d’Italia”, pensando che si riferisse alle camicie e non i boschi e agli Appennini… Quell’Umbria che era cuore verde, ma aveva la camicia rossa, non esiste più, certo, i “rossi” hanno fatto harakiri, si sono impantanati nelle consorterie, nella palude dei favori, delle bustarelle e del potere gestito come un affare di famiglia, ma adesso che è arrivata la Lega, l’Umbria sembra non essere più una regione. Sembra una succursale del Veneto. Ma con al timone gli autisti di Zaia. Uno come Zaia probabilmente avrebbe già deciso (e infatti ha deciso di aprire il confine con l’Emilia). Ci avrebbe messo un minuto e mezzo a rispondere con un sì  con un no all’atto unilaterale o “pilota” della Toscana.

La Tesei no, la Tesei nicchia, non decide non firma… e si chiude in casa, nel suo fortino che ha meno abitanti della provincia di Varese… e i suoi che fanno? dicono che hanno ragione i sindaci e e altri governatori, ma per non metterla in difficoltà fanno finta che none esista, parlando della questione, ma spostando il tiro dove non ammazza nessuno di sicuro…

Il governo ha fissato al 3 giugno la riapertura dei confini, non manca molto, si può anche aspettare, non muore nessuno. Ma la questione, ormai non è solo una questione di buon senso (si può scorrazzare per tutta la Toscana e non si può andare a trovare la mamma, il nonno, il nipote, la sorella da Chiusi a Po’ Bandino: 500 metri o a Villastrada, 5 chilometri),  è anche una questione politica e di principio, sulla quale misurare il modo di governare, la capacità dei governi regionali di ascoltare le amministrazioni locali e i cittadini…

La Toscana forse ha fatto una piccola fuga in avanti, ha provato a forzare il blocco con 15 giorni di anticipo, con una norma meno restrittiva di quella governativa, a rischio di vedersela impugnare, ma l’Umbria sta dando prova di inadeguatezza. Era meglio un no, grazie, che il silenzio o il far finta di niente. La gestione leghista dell’Umbria è appena cominciata. E i lazzi non son belli… “Liberiamo l’Umbria!” gridavano.  Già, liberiamo l’Umbria. Bisognerà cominciare a pensarci.

m.l.

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