DA CHIUSI DUE RESPIRATORI PER IL PRONTO SOCCORSO DI NOTTOLA. LA MORSA DEL VIRUS SI ALLENTA, MA LA FASE 1 NON E’ FINITA

DA CHIUSI DUE RESPIRATORI PER IL PRONTO SOCCORSO DI NOTTOLA. LA MORSA DEL VIRUS SI ALLENTA, MA LA FASE 1 NON E’ FINITA
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CHIUSI – In tutta la zona, sia sul versante toscano che su quello umbro, la morsa del coronavirus si attenua. La conta dei nuovi contagi viaggia su numeri molto bassi, ormai vicinissimi allo zero da una decina di giorni. Se non ci fosse stata qualche “coda” ai 34 casi di positività presso la Rsa di Sarteano (con 6 decessi) lo zero sarebbe praticamente una tendenza stabilizzata.

Aumenta giorno dopo giorno anche il numero delle persone ufficialmente guarite a Città della Pieve, a Chiusi, a Castiglione del Lago, a Montepulciano. Le misure restrittive hanno funzionato e stanno funzionando.

Da ieri in Toscana si può uscire – anche in due dello stesso nucleo familiare – per andare all’orto o ad accudire gli animali. Vale anche per chi fa l’orto per puro hobby e passatempo. E per questa specifica motivazione si può anche sconfinare. I chiusini che hanno l’orto a Po’ Bandino, o comunque nel comune di Città della Pieve o di Cetona insomma ci possono andare, tanto per fare un esempio. Sempre naturalmente con autocertificazione.

Forse le autorità regionali hanno capito e considerato che l’orto e gli animali da cortile possono essere una valida alternativa alla spesa al Supermercato. Un modo per risparmiare, ma anche per fare meno code e assembramenti nei punti vendita. E in più anche un momento di svago e allentamento della tensione da clausura. Ovviamente da parte dei sindaci si raccomanda di non esagerare e di mantenere la massima cautela e rispetto delle norme igienico sanitarie. Per polli, conigli e piccioni si prevedono tempi duri. Molti ortolani e allevatori (anche solo per hobby) potrebbero decidere di “assicurarli al congelatore” come ebbe a dire il sindaco di Chiusi Bettollini in una delle sue ormai famose dirette facebook.

Intanto si moltiplicano ovunque le iniziative di solidarietà, sia per la produzione e messa a disposizione di mascherine, sia sul fronte degli aiuti alimentari a chi è in difficoltà perché senza lavoro e senza reddito da settimane. Cresce anche il numero dei commercianti e artigiani e ristoranti che cercano di mantenere vivo il rapporto con la clientela attraverso vendite on line e consegne a domicilio. Ci sono bar (chiusi) che ti portano a casa pure l’aperitivo delle 18,00…

Nella diretta di ieri il primo cittadino chiusino Bettolini dopo l’operazione mascherine con la pellicceria Toti che ha visto raccogliere in poche ore 42 mila euro tra alcuni imprenditori e consentirà di fornire altri dispositivi di sicurezza individuale a tutti i residenti, ha annunciato altre due iniziative solidali. Una riguarda l’acquisto di due respiratori da donare al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Nottola, utili anche per chi non è affetto da Covid 19, e quindi per rafforzare la dotazione tecnica del reparto recentemente ampliato. La spesa complessiva è di 17.200 euro, è gestita tramite la tesoreria comunale, ma finanziata interamente dal contributo di due imprese locali: la Fondazione Ali presieduta da Simona Lombardi con sede nel Palazzo delle Logge in piazza del Comune e la Canestrelli Petroli di Chiusi Scalo, diretta da Simone Canestrelli. Due imprenditori giovani che non ci hanno pensato troppo e di fronte alla sollecitazione del Comune (concordata con la Asl e il primario del P.S. di Nottola Francesconi) hanno subito dato la propria disponibilità ad acquistarne uno ciascuno.

La seconda iniziativa annunciata da Bettollini riguarda invece la fornitura di nuovi DPI (dispositivi di protezione) al personale del Centro Medico presso la Misericordia a Chiusi Scalo, a tutti i pediatri, al personale della Casa della Salute e della Rsa “Walter Trippi” (presso Ex Ospedale).  L’intenzione è quella di dotare queste strutture, ovvero tutto il personale sanitario della città,di  maggiori dispositivi di sicurezza perché possano affrontare questa battaglia tutelando maggiormente se stessi e gli altri.

Anche in questo caso i contributi li raccoglie il Comune, sul conto della Tesoreria comunale e sarà il Comune ad acquistare i dispositivi e a consegnarli ai sanitari.

Si tratta di tre iniziative non generiche e mirate, con le quali il Comune ha inteso e intende rafforzare le protezioni sanitarie alla popolazione della città aumentando le dotazioni dell’ospedale del territorio, delle strutture sanitarie presenti nel territorio comunale e fornendo mascherine alla cittadinanza tutta.

Rivolgendosi in modo “mirato” anche ai possibili sottoscrittori Bettolini e il Comune di Chiusi hanno fatto un ragionamento che somiglia ad una piccola “patrimoniale”. Contribuisca chi può. In sostanza hanno chiesto soldi a chi ne ha maggiore disponibilità. E tutto ciò attraverso la gestione e un c.c. del Comune. Una cosa diversa dalle tante raccolte fondi, spesso generiche, lanciate anche nella zona su piattaforme on line private (che trattengono pure una quota sule donazioni).

A Chiusi la linea adottata ha funzionato perché per i tre progetti sono stati raccolti oltre 60 mila euro. E il terzo (i Dpi per gli operatori sanitari) è ancora in corso e chiunque è nelle condizioni di farlo, potrà contribuire.

Naturalmente chi non è nelle condizioni di fare sottoscrizioni perché è in cassa integrazione, non fattura o non batte uno scontrino da due mesi, ha il negozio  o l’azienda chiusa e non sa nemmeno se riaprirà e deve gestire al meglio le risorse per non affondare, non deve sentirsi in colpa, né umiliato. La situazione per molte famiglie e imprese si sta facendo pesante, sono sempre di più le persone che la spesa la fanno alla… Caritas o coi i buoni distribuiti dal Comune. E non è vergogna. Oggi tutti i giornali parlano della fese due, della “ripartenza”. La Lombardia che è ancora con l’acqua alla gola più di ogni altra regione con più del 50% del morti totali, spinge per riaprire fabbriche e attività… Ma anche in nei piani alti dell’Europa si parla di nuovo piano Marshall, ovvero di una iniezione di denaro e di aiuti mai vista dai tempi del New Deal di Roosevelt e del dopoguerra. La crisi economica indotta dalla pandemia può essere peggiore di quelle del ’29, dell’83 e anche di quella finanziaria del 2008. Potrebbe coinvolgere e stravolgere la vita di milioni di persone. Piano piano, anche noi, con tutte le cautele del caso, dovremo cominciare a pensare a che fare e come farlo, per uscire dal tunnel.

M.L.

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