ADIOS LUIS, BUON VENTO

giovedì 16th, aprile 2020 / 16:00
ADIOS LUIS, BUON VENTO
0 Flares 0 Flares ×

C’era un vecchio che leggeva romanzi d’amore, c’era un killer sentimentale, c’era un tizio che aveva un nome da torero e  una gabbianella e un gatto che le insegnò a volare, c’era un cane che insegnò ad un bambino la fedeltà, e una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza… e c’erano mondi lontani. Laggiù, nel mondo alla fine del mondo, là dove fioriscono le rose di Atacama, là dove la frontiera è scomparsa… C’erano e ci sono tante storie e anche “la fine della storia” nei libri di Luis Sepulveda, che se ne è andato stamattina a Oviedo in Spagna, stroncato dal coronavirus. Ciò che non fecero i barbari lo fecero i Barberini, scrisse un monsignore per stigmatizzare la “ferocia costruttiva dei Barberini a Roma”… e ciò che non fecero i colonnelli e i militari sanguinari di Pinochet lo ha fatto questa merda di virus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero.

Luis Sepulveda prima di essere un grande scrittore, uno dei più letti a apprezzati, almeno da un certo tipo di lettori, è stato un militante antifascista. Era nella guardia personale del presidente Allende nei giorni del Golpe in Cile nel ’73. E’ scampato alla dittatura, ha patito il carcere e l’esilio come migliaia di cileni.  Fu arrestato dai militari golpisti e torturato. Non aveva neanche 25 anni. Passò sette mesi in una cella minuscola in cui era impossibile stare anche solo sdraiati o in piedi. Grazie alle forti pressioni di Amnesty International venne scarcerato e ricominciò a fare teatro ispirato alle sue convinzioni politiche. Questo gli costò un secondo arresto: data la notorietà del personaggio, la giunta militare, che in quegli anni fu responsabile del dramma dei desaparecidos cileni, lo processò ufficialmente ed egli ebbe una condanna all’ergastolo che poi, sempre su pressione di Amnesty International, fu commutata nella pena di otto anni d’esilio. In tutto passò due anni e mezzo in carcere.

Nel 1977 lasciò il Cile per andare in aereo in Svezia. Da lì poi ha vissuto in Germania, in Italia e infine in Spagna.

E oltre a scrivere ha testimoniato sempre l’amore per la sua terra, il suo senso profondo per l’antifascismo, per l’antiautoritarsimo. E’ stato un comunista, poi vicinissimo ad Allende. E a quella cultura terzomondista sudamericana, ma non pauperista o guerrigliera, come spesso sono i sudamericani. Una mente sognante, ma lucida della sinistra mondiale, insomma.

Non era vecchio, aveva solo 70 anni e mezzo. Era nato nel 1949. Diciamolo: Luis Sepulveda era ancora un ragazzo per spirito, un ragazzo del del “cono sud”. Con quella faccia un po’ così, da cileno mezzo indio…  che però come tutti i cileni parlava uno spagnolo ibrido, tipico della gente di mare di un Paese lungo come un continente e largo pochissimo, qualche centinaio di chilometri. Uno spagnolo non lontano dall’italiano.

E in Italia Luis non solo ha vissuto a lungo, ma è venuto spesso, anche in anni recenti.. Ha presentato i suoi libri, ha tenuto conferenze, ha raccontato il suo mondo alla fine del mondo. E ha detto la sua anche sul nostro mondo, dove ormai aveva scelto di vivere. Perché Oviedo alla fine non è che sia molto diversa da Genova o da Livorno o da Bordeaux.. Ma è una delle città d’Europa più simili a quelle del suo Cile. Il vento dell’Oceano si sente forte anche lì…

Ha lasciato pagine indimenticabili, scritte con prosa asciutta. Parole intrise dell’odore dell’Oceano e del vento della Patagonia.

Ci mancherà, ci  mancherà molto lo scrittore Sepulveda e anche il compagno Sepulveda. Perché Luis è stato l’uno e l’altro. E forse non è un caso che il suo primo romanzo, quello che lo fece conoscere al mondo sia del 1989, l’anno del crollo del Muro di Berlino. Il suo “senso antifascista” era infatti simile al nostro e poco aveva a che fare con ciò che c’era al di là della cortina di ferro, prima di quell’anno fatidico…

Maledetto il coronavirus. Maledette le migliaia di sigarette che Luis ha fumato e che forse gli hanno minato i polmoni rendendolo più fragile e vulnerabile.

Ma… gli artisti, i grandi della letteratura e della scienza, in fin dei conti non muoiono mai. Restano in ciò che hanno fatto: le scoperte, le canzoni che hanno cantato, i quadri che hanno dipinto, i libri che hanno scritto… E il compagno Luis Sepulveda ne ha scritti tanti, uno meglio dell’altro…

Adios Luis, buon vento…

Marco Lorenzoni

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×