TUTTI A CASA. MA DAVVERO! ALTRO CHE COPRIFUOCO, L’ITALIA UNA SOLA GRANDE ZONA ROSSA.

martedì 10th, marzo 2020 / 10:53
TUTTI A CASA. MA DAVVERO! ALTRO CHE COPRIFUOCO, L’ITALIA UNA SOLA GRANDE ZONA ROSSA.
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ANCHE STEFANO SCARAMELLI POSITIVO AL CORONAVIRUS. A CHIUSI 14 CASI E 158 PERSONE IN QUARANTENA.

CHIUSI – Difficile in questi giorni parlare d’altro. E allora continuiamo le nostre cronache dal fronte. E che sia un fronte vero e si viva tutti in un clima da “tempo di guerra” è ormai evidente. Ieri sera, intorno alle 20, la consueta diretta fb del sindaco Bettollini faceva il punto  della situazione a Chiusi e dintorni. E per la prima volta Bettollini è apparso non solo preoccupato, ma addirittura incazzato: “Le misure di contenimento del contagio da coronavirus vanno rispettate e applicate, non  serve fare i furbi, anzi danneggia se stessi e gli altri. Alle attività che nei giorni scorsi hanno consentito assembramenti si è rivolto così: “Oggi vi avvertiamo, domani mandiamo i vigili e vi chiudiamo”. Stesso discorso lo ha fatto, anche da parte di famiglia, ai ragazzi, invitandoli a non considerare la chiusura delle scuole  come una vacanza e a non ritrovarsi i gruppi a casa di uno o dell’altro. Il sindaco ha poi presentato la contabilità del contagio: 14 casi di positività, 4 in più del giorno precedente., Tra questi anche il consigliere regionale Stefano Scaramelli e due suo familiari. Gli ha fatto gli auguri di pronta guarigione inviandogli un abbraccio metaforico, al quale ci associamo anche noi di Primapagina. E, detto tra noi, ha fatto bene Scaramelli a rendere pubblica la sua “positività” al virus, perché è una persone che per lavoro e politica ha incontrato tanta gente. Giusto farlo sapere.

Le persone in quarantena a Chiusi sono salite a 158, ma alcune hanno già terminato il periodo di isolamento di 14 giorni.

Bettollini ha fatto sapere che nella giornata di ieri sono state individuare alcune persone arrivate in treno dalle zone rosse del nord Italia e tutte sono state messe in quarantena… Infine ha aperto un fronte inusitato: “Si parla di Chiusi come di una città infetta, i chiusini sono trattati da untori”, ha detto, segnalando anche l’ipotesi che alcuni lavoratori chiusini sian stati discriminati, causa coronavirus, sul lavoro. “Segnalateci eventuali casi del genere, interverremo e ci faremo sentire dai datori di lavoro!” ha detto di fronte alla telecamera, aggiungendo: Chiusi non prende lezioni e si inginocchia solo per pregare. Ecco questa magari è una generalizzazione impropria. C’è una Chiusi che non prega e non si inginocchia, non evoca l’intercessione della santa patrona, ma combatte ugualmente e non si piega.

Dalla diretta Fb del sindaco di Chiusi sono passate poi un paio d’ore si e no che è arrivata la doccia ancora più gelata, con la conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il quale ha annunciato un decreto, in vigore da questa mattina, che di fatto rende tutta l’Italia una sola “zona rossa”. Altro che coprifuoco. Il coprifuoco parte da una certa ora e finisce ad un’altra ora, le nuove misure, ancora più stringenti, valgono invece h24, su tutto il territorio nazionale. Per ora fino al 3 aprile, poi si vedrà.

Di fatto il nuovo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio di Ministri), chiude in casa tutti gli italiani, almeno per un mese. Una misura questa che – secondo Conte – è necessaria per limitare i contatti interpersonali e quindi ridurre le possibilità di diffusione del contagio. Stare in casa serve a rallentare l’epidemia. E medici e scienziati confermano che sia l’unica strada percorribile. Già alcuni medici, ache tra quelli in prima linea nelle strutture ospedaliere del nord, dicono, anche in Tv, che er la carenza di posti letto e attrezzature nelei reparti di terapia intesiva, potrebbero trovarsi presto nella condizione di dover decidere chi curare e intubare e chi no, dando precedenza a chi ha maggiori possibilità di salvarsi. Quindi ai più giovani, a coloro che hanno meno patologie pregresse e quindi maggiori aspettative di vita. Sembra un discorso cinico, ma in medicina è una prassi consolidata, sopratutto in periodi di emergenza o di guerra.

Non ci si può muovere, se non per comprovate ragioni di lavoro, per necessità inderogabili o per motivi di salute (non c’è solo il coronavirus, purtroppo).In sostanza si può andare a fare la spesa o in farmacia, ma all’interno del proprio comune. I chiusini per esempio non possono andare nei supermercati di Po’ Bandino… Per spostamenti considerati necessari è prevista una autocertificazione che può essere richiesta da Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale e ovviamente deve essere veritiera, se no si può incorrere in un duplice reato, la violazione del divieto di spostamento e la dichiarazione mendace.

Ieri sera, dopo la conferenza di Conte, come era successo sabato notte, con la fuga di massa dalle zone rose, centinaia di persone si sono accalcate davanti ai supermercati notturni in alcune città come Roma e Napoli, ma non solo, dimostrando ancora una volta quanto sia difficile governare gli italiani (ma in Francia hanno fatto pure un raduno di 3.500 persone mascherate da Puffi, quanto a stupidità e comportamenti irresponsabili evidentemente non siamo soli).

Ribadiamo: non c’è alcun bisogno di correre nei supermercati perché MERCI E GENERI ALIMENTARI circolano liberamente (non ci sono quindi rischi di carenza per approvvigionamenti o generi di necessità). E si farebbe l’esatto contrario di quello che tutti noi dobbiamo fare Infatti SUI MOVIMENTI delle PERSONE: il principio generale è che GLI SPOSTAMENTI SONO DA EVITARE. Bisogna stare a casa. Stop.

Gli spostamenti sono ammessi SOLO:
 PER COMPROVATE RAGIONI DI LAVORO
attenetevi al tragitto casa-lavoro e siate pronti in caso di controllo a spiegare le ragioni del vostro spostamento, potrete compilare il modulo di autocertificazione);
 PER NECESSITA’
ci si muove solo se rimanendo fermi si rischia un danno grave per sé o per altri;
PER RAGIONI SANITARIE
Ma non in caso di SINTOMI INFLUENZALI. In questi casi chiamate il medico di famiglia, il numero verde 800579579 o, il 1500 e in casi di urgenza, il 118.

Altri numeri versi sono: 0577 536022, 0575 255815, 0564 485573.

Sulle ATTIVITA’:
 STOP a tutte le ATTIVITA’ SPORTIVE;
 STOP a attività di palestre, impianti e centri sportivi, piscine, centri natatori e centri benessere, centri termali, sociali, ricreativi e culturali;
 STOP per OGNI MANIFESTAZIONE sia in luogo pubblico, privato o aperto al pubblico;
 CHIUSURA per i locali come teatri, cinema, discoteche, sale scommesse, pub, scuole di ballo e locali di pubblico spettacolo in genere;
 STOP per ogni CERIMONIA, civile o religiosa, compresi i funerali;
 Luoghi di culto aperti (senza cerimonie) a condizione di garantire rispetto delle distanze;
 STOP per MUSEI e altri LUOGHI DELLA CULTURA;
 STOP per ESAMI E CONCORSI, compresi esami per la patente;
 BAR e RISTORANTI aperti tra le 6.00 e le 18.00 MA a CONDIZIONE del RISPETTO DELLE DISTANZE DI SICUREZZA. In caso di violazione viene disposta la SOSPENSIONE della ATTIVITÀ;
 STOP nei WEEKEND a STRUTTURE DI VENDITA medio/grandi e CENTRI COMMERCIALI (se presenti al loro interno, aperti anche nei fine settimana GENERI ALIMENTARI, FARMACIE e PARAFARMACIE);
 NEGOZI aperti, a CONDIZIONE DEL RISPETTO DELLE DISTANZE DI SICUREZZA;
 SERVIZI EDUCATIVI INFANZIA, ATTIVITA’ DIDATTICHE E UNIVERSITÀ SOSPESE FINO AL 3 APRILE.

Per ciò che riguarda le scuole, il DPCM Conte di  ieri sera, supera la scadenza fissata in precedenza (15 marzo, a Chiusi le elementari fino al 18) portandola al 3 aprile. Un appello che i sindaci e le autorità rivolgono ai cittadini è quello di ascoltare e affidarsi SOLO ai canali di informazione ufficiali (Asl, Regione, Comuni, Governo) non al “fai da te” sui social.

Bettollini ha fatto sapere che da oggi sono ridotti anche i ricevimenti degli assessori in Comune, così come gli uffici riceveranno solo per appuntamento.

Le scuole, sono chiuse, ma alcune stanno sperimentando forme di lezione a distanza per via telematica, in teleconferenza o con video e dirette fb. Insomma ci si sta ingegnando per superare il momento di isolamento e di difficoltà e non lasciare gli studenti a se stessi. Anche per quanto riguarda il lavoro, Governo e comuni invitano le aziende che possono farlo a incentivare e favorire lo smart working, il telelavoro da casa. Sono allo studio misure di sostegno alle attività che questa situazione  ha costretto a fermarsi. Ma adesso la priorità è rallentare la propagazione del virus, per evitare l’intasamento delle strutture sanitarie e il collasso delle stesse. Il resto verrà dopo. Chiaro che il colpo all’economia e alla vita sociale e culturale è già durissimo. Per ora il termine è di un mese circa… dopo il 3 aprile si capirà se le misure draconiane adottate avranno sortito gli effetti sperati. Non resta che aspettare stando in casa. Tra l’altro oggi la tecnologia aiuta a non perdere del tutto le relazioni. Pensate come sarebbe stato un periodo così, senza internet, senza gli smartphone, senza il computer. Ma forse l’isolamento forzato può aiutare a riscoprire anche il piacere di leggere un libro, di ascoltare buona musica. Di parlare coi familiari, anche se a distanza di un metro, almeno…

m. l.

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