PRIMA VITTIMA COVID ANCHE A CASTIGLIONE DEL LAGO. I DATI DELL’UMBRIA E IL PROBLEMA DELLA SOLITUDINE DI CHI MUORE E DI CHI RESTA

domenica 29th, marzo 2020 / 10:58
PRIMA VITTIMA COVID ANCHE A CASTIGLIONE DEL LAGO. I DATI DELL’UMBRIA E IL PROBLEMA DELLA SOLITUDINE DI CHI MUORE E DI CHI RESTA
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Anche la piccola Umbria combatte duramente contro il coronavirus. Nella regione cuore verde d’Italia (ora anche politicamente parlando) ad oggi sono ben 969 le persone che risultano positive al virus Covid-19, i guariti sono 12, di cui 7 residenti nella provincia di Perugia, 5 in quella di Terni.

Risultano invece 39 clinicamente guariti, di cui 25 residenti nella provincia di Perugia e 14 in quella di Terni.

I deceduti sono 28: 17 residenti nella provincia di Perugia e 10 in quella di Terni, 1 di fuori regione.

Tra i 969 pazienti positivi, 27 sono di fuori regione, 729 sono residenti nella provincia di Perugia e 213 in quella di Terni. Sono ricoverati in 203, 147 sono residenti nella provincia di Perugia e 46 in quella di Terni, 10 sono di fuori regione.

I ricoveri nell’ospedale di Perugia sono 76, 52 in quello di Terni, 30 a Città di Castello, 35 a Pantalla, 6 a Orvieto, 4 a Foligno.

Dei 203 ricoverati, 44 sono in terapia intensiva, 21 nell’ospedale di Perugia, 14 in quello di Terni, 5 a Città di Castello, 4 nell’ospedale di Orvieto.

Le persone in osservazione sono 3.083: di questi, 2.411 sono nella provincia di Perugia e 672 in quella di Terni. Sempre alla stessa data risultano 2.840 soggetti usciti dall’isolamento, di cui 2.142 nella provincia di Perugia e 698 in quella di Terni.

Nel complesso entro le ore 8 del 28 marzo, sono stati eseguiti 7.028 tamponi.

Per quanto riguarda i contagi, comune per comune, la zona del Trasimeno registra 18 casi a Castiglione del Lago, 18 a Città della Pieve, 13 a Magione; 6 a Panicale, 5 a Passignano, 1 a Piegaro, nessun caso a Tuoro e Paciano.

Tra i deceduti di ieri anche una donna di 91 anni residente a Castiglione del Lago. Era ricoverata a Perugia. Condoglianze e vicinanza alla famiglia, al sindaco Burico e a tutta la comunità castiglionese sono state espresse da tutto il territorio circostante, anche dai sindaci della vicina Valdichiana senese. Anche il marito della donna è in ospedale, mentre la figlia è in quarantena a casa.

Uno dei problemi che emerge in queste ore e che si aggiunge al dolore per la perdita di persone care, è il fatto che non si possano celebrare nemmeno i funerali, che i familiari e gli amici non possano dare l’ultimo saluto ai defunti. Ciò crea ulteriore disorientamento, amarezza, senso di impotenza e frustrazione. E crea anche senso di solitudine ancora più pesante rispetto all’isolamento forzato in casa. Può sembrare un problema secondario, in questa fare in cui la priorità è combattere il virus e la diffusione del contagio, ma in una società in cui la famiglia è un valore e un presidio sociale forte e radicato, non è affatto secondario. Alcuni sindaci per questo motivo, pur vietando le cerimonie e gli assembramenti, non hanno chiuso i cimiteri. In aree dove la popolazione anziana è tra l’altro in maggioranza – come nel caso del Trasimeno o della Valdichiana – tutto questo è ancora più vero. Gli anziani sono i più esposti al virus e agli effetti letali dello stesso, sono loro i fanti in prima linea e anche quelli che stanno bene faticano più dei giovani – avendo meno dimestichezza coi social – a capire cosa sta avvenendo, il perché di certe misure… poi però cadono come le mosche negli ospedali e anche a casa, come ha spiegato il sindaco di Bergamo, epicentro dell’epidemia. Il virus è malefico, a chi è più fragile e magari già “minato” da altre patologie tipiche dell’età avanzata, può fare male, molto male…

Ma in tante persone è più forte la paura della solitudine, dell’abbandono, dell’isolamento, che quella di morire, cosa che in fine dei conti è fatto fisiologico. Il virus ci costringe anche a distacchi più dolorosi. Si muore soli e chi resta piange da solo.

M.L.

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