EFFETTI CORONAVIRUS SULL’ECONOMIA, LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD. E A CHIUSI I PODEMOS CHIEDONO CHE…
SIENA – Le misure restrittive decise dal Governo e dalle autorità sanitarie per cercare di rallentare l’epidemia di coronavirus, stano oggettivamente creando non solo disagi alle famiglie, ma anche problemi serissimi all’economia. Sia al mondo produttivo che a quello del commercio e dei servizi e soprattutto ai comparti più fragili e meno garantiti. Sono allo studio interventi a sostegno dei redditi e della liquidità, ma già oggi la situazione si configura come un vero e proprio bagno di sangue. Molti operatori che provano a resistere a tenere aperte le loro attività nel rispetto delle norme di sicurezza di domandano se non sia un controsenso tenere aperto un negozio o un’officina mentre l’imperativo che viene dalle autorità è “state a casa!”. Se la gente – giustamente – sta a casa, chi andrà mai a comprare in quel negozio o a servirsi di quell’officina? Il nodo è complicato da sciogliere e pare che siano in arrivo misure ancora più restrittive. Intanto però si guarda anche avanti. A come “aggredire” e mitigare gli effetti negativi dell’emergenza sui vari comparti economici.
La Confindustria Toscana Sud, ad esempio ha presentato oggi alcune proposte, indirizzate al Governo. Ecco il testo di un comunicato diffuso oggi dall’associazione degli industriali:
“In vista dell’emanazione del prossimo Decreto Legge a sostegno dell’economia per far fronte all’emergenza Coronavirus e della conversione del DL n.9/2020, Confindustria ha trasmesso al Governo un documento di proposte che articola gli interventi urgenti su quattro direttrici prioritarie:
– rilanciare gli investimenti pubblici per sostenere la domanda interna, l’attività produttiva e l’occupazione;
– garantire nell’immediato la liquidità delle imprese attraverso vari strumenti, tra cui la sospensione dei pagamenti di imposte e contributi e la previsione di agevolazioni finalizzate alla concessione di nuove linee di credito, soprattutto per il finanziamento del circolante;
– prevedere interventi di sostegno all’occupazione, attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per sostenere settori e filiere in crisi;
– prevedere procedure omogenee su tutto il territorio nazionale per garantire la continuità produttiva, evitando interventi frammentari e contraddittori tra i vari livelli di Governo”.
Ieri a Chiusi i Podemos avevano esortato il sindaco a concedere una dilazione di pagamento di tari e Cosap alle aziende turistiche, chiedendo anche la convocazione delle associazioni di categoria “anche in una seduta straordinaria del Consiglio comunale, per concertare azioni di sostegno e rilancio.
Auspichiamo altresì che il governo nazionale si attivi per misure di sostegno a tutte le imprese”. Ovvio che in questo momento il sindaco non può convocare nessuno, avendo sospeso tutti gli incontri, le assemblee, le riunioni pubbliche e private di tipo politico, culturale, sociale, compreso il ricevimento dei cittadini da parte degli assessori.. Se ne parlerà se mai più avanti, ad emergenza superata.
Giusto, giustissimo porsi il problema degli effetti negativi sull’economia e dunque cercare forme e iniziative che possano attenuare tali effetti, ma in questo momento la priorità è una e una soltanto: stare a casa. Limitare al massimo i contatti interpersonali e gli assembramenti, per fermare o rallentare la diffusione del contagio da coronavirus. Il resto verrà.
Certo la tecnologia offre la possibilità di incontri in videoconferenza e qualcosa si potrebbe fare utilizzando il web e i nuovi mezzi, e forse qualche scambio di idee potrebbe essere utile, ma il problema è comunque nazionale e non può essere affrontato dai singoli comuni, ognuno per sé… Serviranno misure decise a livello centrale, forse addirittura europeo. Non può essere certo il Comune di Chiusi, o di Sarteano o di Ficulle a predisporre piani di rilancio economico in un frangente del genere. Chiedere – come ha fatto la lista Possiamo – misure comunali e la convocazione di un consiglio straordinario, in tempi di divieto di assembramento, sembra davvero una boutade butta là tanto per dire: guardate che ci siamo pure noi. L’intento è giusto, per carità, la tempistica però lascia parecchio a desiderare. Un po’ come la Meloni che dice che se cade il governo, si può votare a maggio. E come si vota, nel caso, da casa?
M.L.
Ogni commento è superfluo. Sei diventato anche offensivo. Penso che, soprattutto in questo momento. non abbiamo bisogno di un giornalismo di tale livello.
I consiglieri di Possiamo, e gli altri suoi esponenti, nella vita fanno altro, non hanno bisogno della politica per guadagnarsi lo stipendio, non abbiamo quindi bisogno di dichiarazioni tanto per farci vedere o sentire, siamo tutti al lavoro finché sarà consentito, stiamo tranquilli al nostro posto stai sicuro. Potremmo anche commentare dicendo che un consiglio comunale, fatto con i dovuti criteri di prevenzione non è un assembramento qualunque, altrimenti lo sarebbero anche le sedute del governo o del parlamento perché il virus non fa distinzione sul tipo di istituzione che si riunisce. Potremmo anche dire che un comune in attesa di decisioni a più alto livello può fare la sua parte, decisioni che sarebbero certo più utili alle imprese delle dirette Facebook. Potremmo star qui a parlare di tante cose ma non è il caso di stare a confrontarsi con chi si pone in maniera preconcetta. Mi verrebbe anche da dire che a Chiusi c’è anche chi si inginocchia non solo per pregare ma sarei offensivo e lascio.perdere.
Chi cerca trova dice un vecchio proverbio…..
Anche il Parlamento e il governo, così come il Comune di Chiusi,e tutti i comuni italiani hanno “diradato” le sedute e contingentato il numero dei partecipanti. Chiedere un Consiglio adesso è cosa da far sorridere. Ci sarebbero le canoniche distanze di sicurezza? Non credo. Ferme restando le buone intenzioni e la giustezza delle richieste. Su quelle siamo tutti d’accordo. Anche la Confindustria ha fatto le sue proposte, ma non mi sembra che abbia chiesto convocazioni di tavoli o consigli… Sbaglio? Quindi prima di criticare il giornalismo sarebbe bene attaccare il cervello e stare connessi facendo proposte sensate…Chi cerca trova. E’ proprio vero.
A proposito di attaccare il cervello: mi chiedi “ci sarebbero le canoniche distanze di sicurezza?” una settimana fa è stato fatto un consiglio comunale, su richiesta urgente del Sindaco per approvare il bilancio, la necessità di mantenere la distanza di un metro già c’era e con una disposizione diversa dal solito sono state rispettate le distanze, quindi prima di uscire con frasi offensive basterebbe ricordare ciò che è successo pochi giorni fa.
Ci sono poi delle “diavolerie moderne” come le piattaforme che stanno usando le scuole per fare lezione ogni mattina che in un secondo mettono in connessione audio e video un’intera classe e il relativo insegnante.