LAGO TRASIMENO: SERVE UN AGGIORNAMENTO DEL PIANO STRALCIO DEL 2002 E UNA SERIE DI INTERVENTI URGENTI
CASTIGLIONE DEL LAGO – Si è tenuta a Castiglione del Lago un’interessante giornata dedicata alle problematica del Trasimeno e del suo bacino.
L’elencazione dei problemi e della loro genesi è stata, ancora una volta , magistralmente fatta da tre emeriti esperti della materia.
Sono state da più parti evidenziate le questioni della problematicità di mantenere un livello delle acque sufficientemente alto per garantire, anche in piena estate, la navigazione pubblica e da diporto, delle norme che vietano ogni tipo di intervento sui fondali e lo smaltimento dei fanghi da dragaggio, e quelle per lo sfalcio e lo smaltimento delle alghe (macrofite), la mancanza di fondi per la manutenzione ordinaria dei pontili di attracco che versano in condizioni precarie, per controllare in maniera efficacie l’invasione dei chironomidi che in estate danno molto fastidio a residenti e turisti, quella della progressiva scomparsa del canneto sostituito da una massa informe di vegetazione spontanea che ha portato anche ad una modificazione della fauna che frequenta l’area palustre, della manutenzione delle sponde e dei fossi e canali adduttori oltre alla gestione delle chiuse di derivazione dell’acqua verso il Trasimeno o verso la Chiana.
Insomma i soliti problemi che affliggono da anni, alcuni anzi da decenni, il Trasimeno ma che si acuiscono con la crescita delle esigenze legate all’ aumento della frequentazione turistica e della qualità della vita dei residenti. Per non parlare della pesca professionale che era praticamente scomparsa e che, con molte difficoltà, si sta tentando di rilanciare.
Le questioni da affrontare sono molte e complesse e non è possibile dare una risposta univoca oppure affrontarle una alla volta senza tenere conto delle conseguenze che quella soluzione a quel problema specifico potrebbe avere sulle altre numerose questioni aperte. Così è stato fatto in passato, soprattutto , dalla fine del 1800 fino alla fine del 1900. Poi è arrivata l’approvazione del Piano Stralcio del Trasimeno da parte dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere che è legge dalla metà del 2002. Cambiò così l’approccio alle problematiche del Trasimeno e si riuscì a portare a compimento la costruzione della condotta idrica che porta acqua dalla diga di Montedoglio al Trasimeno (un’opera imponente di molte decine di chilometri ) per evitare ogni utilizzo dell’acqua del Trasimeno per irrigare (5-6 cm all’anno), venne realizzata la condotta che portò acqua potabile dalla rete idrica regionale a Castiglione del lago, Paciano e Città della Pieve eliminando la captazione per uso potabile (3 cm all’anno), fu completata la rete dei depuratori e iniziata la lotta integrata agli insetti molesti (chironomidi) e alle nutrie.
Il Piano prevedeva e prevede, inoltre, una serie di interventi finalizzati alla “GESTIONE ORDINARIA” del bacino e dell’area palustre che non sono mai stati attivati con grande responsabilità da parte della Regione Umbria che non ha mai preteso evidentemente, dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere e dal governo nazionale, il finanziamento ordinario delle misure e il periodico aggiornamento del Piano stesso.
Ecco: per ripartire c’è bisogno di riprendere, in maniera determinata e costante, il cammino interrotto chiedendo alla Regione, che fa parte del Comitato Istituzionale, la convocazione dell’ Autorità di Bacino per un aggiornamento del Piano e per il suo finanziamento in maniera integrale e costante nel tempo.
Lo stesso può dirsi per il Piano di gestione del Parco regionale del Trasimeno, anch’esso nato per tutelare l’area in maniera dinamica e per garantire uno sviluppo equilibrato basato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Anche i Parchi regionali hanno subito lo stesso atteggiamento di “disattenzione” da parte della Regione.
Tutte le forze politiche presenti in Consiglio Regionale, i Sindaci, le forze politiche, sociali e gli operatori economici devono ritrovare una coesione e una visione comune per rimettere in moto questi strumenti normativi, giuridici e di governo del territorio per una nuova stagione di interventi strutturali e gestionali che abbia una visione e una strategia a medio e lungo termine che si occupi dell’intera area tenendo conto della sua complessità e delicatezza.
Fiorello Primi*
*Coordinatore Articolo 1 Area del Trasimeno
Il piano stralcio prevede una serie infinite di metodologie soprattutto per quanto concerne gli inquinanti zootecnici e agricoli ( come per esempio la non fertilizzazione dei terreni con pendenza sopra il 30 % di pendenza) norme che tanto non saranno mai rispettate sia per menefreghismo che per mancanza di controlli. Bastava rispettare quelle normative per avere ancora dei laghi non eutrofizzati e anossici(vivi). Parlo al plurale perché le sponde del lago di Chiusi (con le grandi pendenze che ha nella sponda Castiglionese) è soggetta allo stesso regolamento in quanto non viene specificato il bacino imbrifero del Trasimeno ma solo il comune Castiglione del Lago