CHIUSI: BENVENUTI E FRESI, OVVERO DONCHISCI@TTE E SANCHO PANZA CONTRO I MULINI A VENTO DELL’ERA VIRTUALE

martedì 07th, gennaio 2020 / 15:07
CHIUSI: BENVENUTI E FRESI, OVVERO DONCHISCI@TTE E SANCHO PANZA CONTRO I MULINI A VENTO DELL’ERA VIRTUALE
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CHIUSI – Da 400 anni Donchisciotte è sinonimo di “battaglia contro i mulini a vento”, che non è solo follia visionaria, ma anche ineluttabilità della sconfitta e  lotta contro un un nemico immaginario…

El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha è un romanzo spagnolo di Miguel de Cervantes Saavedra, pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615. È considerato non solo come la più influente opera del Siglo de Oro e dell’intero canone letterario spagnolo, ma un capolavoro della letteratura mondiale nella quale si può considerare il primo romanzo moderno. I due protagonisti, Alonso Chisciano (o Don Chisciotte) e Sancho Panza, sono tra i più celebrati personaggi della letteratura di tutti i tempi. Con oltre 500 milioni di copie, pare sia il romanzo più venduto della storia.

Questa sera Donchiosci@tte è di scena al Mascagni di Chiusi. E’ un hidalgo che combatte ora come allora contro la contemporaneità e certe teorie complottiste… I famosi mulini a vento di Cervantes trasportati al mondo d’oggi (o di sempre). Insomma si tratta di un Donchisciotte “modernizzato” ma non troppo, impersonato da un attore che ne ha in un certo senso le physique du role e ha sempre interpretato ruoli da sfigato: Alessandro Benvenuti. Il fedele pard Sancho Panza è invece interpretato da Stefano Fresi, che anche lui le physique du role del personaggio ce l’ha tutto. Pochi potrebbero fare di meglio. Parliamo di Stefano Fresi, uno di quelli della gang dei ricercatori di “Smetto quando quando voglio”, con Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Neri Marcorè ecc.

Bene, questa sera, al Mascagni, Donchiscotte e Sancho Panza saranno impegnati in un corpo a corpo disperante e “comico” contro un mondo sempre più virtuale, alla ricerca dell’origine del male nel sistema che lo detiene. Dall’improbabile rifugio in cui si è rintanato, Donchisciotte lotta per mantenere intatto il suo pensiero critico coltivando ancora un’idea: l’IDEA. Unica finestra sull’esterno (o su altri interni) una teoria di schermi che s’affaccia su personaggi e mondi annodati, interferenze che spronano i nostri eroi all’Azione, a una qualche azione. E se, nella giostra di pensieri che galoppano progressivamente verso l’inevitabile delirio, le menti malefiche dei giganti delle multinazionali sono il nemico contro cui scagliarsi, l’Amore è ancora il vento che soffia e muove, anche se Dulcinea, intrappolata in una webcam, può svanire dolorosamente per un banale blackout.

Ecco, il testo teatrale messo in scena da Benvenuti e Fresi riporta – senza volerlo – Chiusi alla recente vicenda del progetto Acea, con la città schierata contro l’arrivo di una grande azienda impegnata nello smaltimento di rifiuti particolari… Tutto ciò a pochi giorni dalla conclusione delle vicenda con l’archiviazione del  caso disposta dalla Regione Toscana. No, non si tratta di teatro-verità. Di teatro di narrazione tratto dalla cronaca. Ma i “classici” si sa hanno già scritto e previsto tutto. Bello vedere come la cultura classica e come un testo del ‘600 possa essere attuale come non mai, anche se “rivisto e corretto” secondo una lettura contemporanea, ma non troppo distante dall’originale.

Da vedere, di sicuro.

M.L.

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