BANCA VALDICHIANA, IL PRESIDENTE TAMAGNINI RISPONDE AL SINDACO DI CHIUSI, MA CONFERMA CHE UNA FUSIONE CI SARA’
CHIUSI – Il monito del sindaco Bettollini al Cda di Banca Valdichiana affinché quest’ultimo rifletta e stoppi la fusione con Banca Tema di Grosseto, che sembra alle viste, trova l’immediata risposta del presidente della Bcc Tamagnini. A nome del Cda, Tamagnini scrive:
“Il CdA di Banca Valdichiana ha approvato l’ipotesi di procedere alla fusione con una banca consorella, facente parte, cioè, del gruppo ICCREA. Tale decisione è assunta nel rispetto delle nuove logiche adottate dalla capogruppo ICCREA che tengono a loro volta conto degli orientamenti comunicati dalla BCE che considera poco efficace la frammentazione del sistema del credito cooperativo in un numero elevato di istituto autonomi. Dopo la deliberazione del CdA e la comunicazione ai dipendenti, hanno avuto inizio le necessarie interlocuzioni con i possibili partner che sono ancora in corso e si trovano in uno stato particolarmente avanzato con una consorella di cui, per comprensibili motivi di riservatezza, non è possibile, al momento, fare il nome. Il Consiglio di Amministrazione sta lavorando molto intensamente ed a ritmo serrato, nel rispetto delle deleghe ricevute dai soci nell’assemblea elettiva. Opera quindi nel pieno delle proprie facoltà, con il solo obiettivo di compiere le scelte migliori per la banca, e declina quindi ogni eventuale forma di condizionamento, di qualunque natura e da qualunque soggetto provenga. E’ inoltre azzardato formulare giudizi su eventuali partner: tali valutazioni vanno considerate esclusivamente come personali e rischiano pertanto di essere fuorvianti e dannose per le attività in corso. Al contrario, la banca opera nel rispetto del patto di coesione siglato con ICCREA e sotto strettissimi controlli da parte degli organismi europei”.
Detto questo però il presidente Tamagnini difende l’autonomia della banca, afferma che la stessa “è bene amministrata e ha i conti a posto, continua ad essere una realtà sana e non è ‘costretta’ a procedere ad operazioni di fusione per operare presunti salvataggi”.
“E’ il contesto che impone dette scelte, sempre al fine di irrobustire l’istituto, nell’interesse di soci, clienti e del sistema-territorio”, continua il presidente di Banca Valdichiana, che così conclude: “E dunque deliberare una fusione e poter scegliere il partner con cui effettuarla è operazione che consente di precedere decisioni che altrimenti potrebbero essere assunte dalla capogruppo. Il CdA continua la propria attività, caratterizzata da riunioni molto frequenti, e garantisce a soci e clienti che, non appena vi saranno notizie certe da comunicare (e non fughe di allarmanti non-notizie), procederà ad un’informazione celere e chiara”.
Il che, tradotto, vuol dire meglio decidere noi se fare la fusione e con chi, piuttosto che vederci imporre la scelta dall’alto. Ma che l’input del gruppo ICCREA e della Bce, sia quello di ridurre il numero delle Banche di credito cooperativo (e non solo le filiali) attraverso accorpamenti e fusioni è fuori di dubbio ed è stato più volte dichiarato da Iccrea. E nello specifico il presidente Tamagnini conferma che Banca Valdichiana ha deciso e deliberato una nuova fusione e sta lavorando in tal senso. Non dice con chi, al momento. Nell’articolo sulla esternazione di Bettollini, su queste stesse colonne abbiamo fatto tre possibili ipotesi: Banca Tema, Bcc Anghiari e Stia, Banca Centro (ex Bcc Umbria+Cras). Più volte negli ultimi 10-15 anni Bcc Valdichiana è stata sul punto di fondersi con la consorella contigua che aveva sede a Moiano (già Bcc Trasimeno Orvietano, poi Crediumbria, poi Bcc Umbria ora Banca Centro), facendo saltare l’accordo all’ultimo momento e preferendo il patto con la Bcc Montepulciano (2016).
Nel frattempo la consorella in questione ha fatto passi da gigante, diventando una banca che ormai opera dalla costa tirrenica a quella adriatica. Territorialmente ha praticamente accerchiato Banca Valdichiana rimasta, appunto una sorta di enclave. Un accordo con Banca Tema o Anghiari porrebbe a Banca Valdichiana un problema immediato nei rapporti con banca centro: quello di ridiscutere la dislocazione delle filiali e degli sportelli nella zona di confine dove entrambe le realtà sono presenti: facile ipotizzare che Banca Valdichiana dovrebbe chiudere gli sportelli di Po’ Bandino, Sanfatucchio, Tavernelle sul versante umbro e magari anche qualcun altro in Valdichiana e Valdorcia…
Come abbiamo già scritto, delle tre ipotesi sul tappeto, quella che consentirebbe a Bcc Valdichiana un maggior potere contrattuale è senz’altro quella della fusione con Anghiari-Stia, che però lascerebbe il nuovo soggetto in una posizione di minor peso rispetto alle altre due opzioni. Dalle parole di Tamagnini sembra di capire che il Cda stia già andando in una precisa direzione (“interlocuzioni con una consorella in stato particolarmente avanzato”), ma anche in passato le interlocuzioni erano in stato avanzato, poi la banca ha cambiato rotta all’improvviso decidendo in maniera diversa…
Che ci sarà un nuovo matrimonio è indubbio. L’unico interrogativo riguarda il nome del partner.
Quanto alla sortita del sindaco di Chiusi, il presidente Tamagnini sembra voler far muro contro ogni ingerenza, e qua e là, sui social, sono comparsi commenti che ne criticano l’opportunità, mettendo in evidenza il fatto che altri sindaci del territorio, che avrebbero pari titolo di Bettollini a intervenire se ne stanno in disparte. Beh, Bettollini sulle vicende della Bcc Valdichiana ogni tanto la faccia ce la mette ed ha tutto il diritto di mettercela. Anche altri sindaci lo avrebbero, ma non lo fanno. Sono questi ultimi in difetto, però, non Bettollini. Poi, nel merito delle posizioni espresse ognuno può pensarla come vuole.