CHIUSI, ACEA RITIRA IL PROGETTO. CARBONIZZATORE GAME OVER. ACCETTATA LA PROPOSTA FATTA DAL COMUNE DI CHIUSI

CHIUSI, ACEA RITIRA IL PROGETTO. CARBONIZZATORE GAME OVER. ACCETTATA LA PROPOSTA FATTA DAL COMUNE DI CHIUSI
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CHIUSI – Carbonizzatore? Game over. La storia finisce qui. La società Acea Ambiente ha rinunciato all’istanza autorizzava, ha ritirato il progetto e ha chiesto alla Regione l’immediata interruzione del procedimento. Lo ha annunciato intorno alle ore 20,00 il sindaco Bettollini con un lungo e accorato post sul proprio profilo facebook.  Non ci sarà bisogno a questo punto di ulteriori passaggi, se non per ratificare la decisione.

Acea ha capito che non era più il caso di insistere e ha accolto l’invito rivoltole dall’Amministrazione Comunale di Chiusi con due lettere, la prima del 27 novembre e la seconda del 2 dicembre e ha così evitato di portare la questione allo scontro finale all’Ok Corral, dove l’Ok Corral è da intendersi cone la Conferenza dei Servizi già fissata per il 20 gennaio. E ha evitato anche che ci fosse una relazione negativa del presidente dell’Inchiesta Pubblica regionale l’11. La multiutility romana ha dunque tirato i remi in barca, facendo prevalere il buon senso sulle ragioni economico-commerciali e anche sull’interesse a realizzare il progetto su Chiusi.

Non ha risposto, per ora – da quanto sappiamo – sulla proposta contenuta nelle lettere del Comune di realizzare nell’area ex centro Carni un grande parco energetico fotovoltaico o qualche altro impianto ma di tipo più green e più utile alle imprese e all’economia del territorio, più compatibile con le caratteristiche dell’area e della zona e con le vocazioni di Chiusi e della Valdichiana.

Si chiude quindi in modo positivo, senza sparatorie (figurate ovviamente) e senza strascichi, una vicenda che fa discutere da due anni e che nell’ultimo mese e mezzo ha tenuto migliaia di persone incollate ai social, con una mobilitazione che non si vedeva da decenni e che l’uso dei social ha amplificato a dismisura.

Chi ha vinto e chi ha perso? 

Ha vinto, come dicevamo il buon senso. La scelta di non esacerbare ulteriormente gli animi, di non arrivare ad una sfida tecnica sui microgrammi di Pm10 o sul numero dei camion che avrebbero dovuto portare a Chiusi 80 mila tonnellate di fanghi di depurazione. Né ad un contenzioso tra enti, magari con una votazione a maggioranza in sede di conferenza dei servizi. Ipotesi questa ventilata, neanche tanto velatamente, da esponenti dei Comitati contrari al progetto. Ha vinto in un certo senso l’opinione pubblica. E hanno vinto anche i comitati, perché se l’obiettivo era impedire la costruzione dell’Impianto proposto da Acea, l’obiettivo è stato raggiunto e adesso i comitati possono legittimamente festeggiare, senza il bisogno di organizzare manifestazioni di piazza o altre iniziative di protesta.

Ma hanno vinto – può sembrare strano, ma è così – anche il sindaco Bettollini, il capogruppo di maggioranza Agostinelli e l’amministrazione Comunale, perché la richiesta ad Acea di ritirare il progetto l’ha fatta il Comune e nessun altro. Perché probabilmente Bettollini & c. quelle lettere le hanno accompagnate con un lavoro “diplomatico” che ha dato il risultato sperato. Che non era scontato.

Hanno vinto tutti coloro, sia i tecnici dei comitati che quelli dell’Arpat e di altri enti, compreso il Comune, che hanno espresso non solo perplessità, ma pareri di merito, osservazioni puntuali, rilievi sulle criticità e carenze del progetto… Ha vinto, o quantomeno ha pareggiato, anche Acea Ambiente, che nelle presentazioni e nelle risposte in sede di Inchiesta Pubblica non ha fatto una gran figura, ma non si è arroccata e ha dimostrato di essere un’azienda seria, capace di ascoltare la gente e le istituzioni e non solo la voce dei soldi.

Ha perso chi ha urlato, chi ha strumentalizzato la questione per fini politici di bassa lega (in questo caso con la l minuscola, ma anche la maiuscola non sarebbe del tutto casuale), chi ha insultato gli altri iscrivendoli d’ufficio al partito avverso, anche se un partito avverso non esisteva. Ha perso chi ha dileggiato le istituzioni e ha instillato fino all’ultimo il tarlo della inaffidabilità degli enti, il dubbio che i giochi fossero già fatti e decisi dall’alto, chi non ha lasciato occasione per dire che del comune, della Regione, dell’Arpat e dello stesso presidente-garante dell’Inchiesta Pubblica ci si potesse fidare fino ad un certo punto e che tutti lavorassero per il Re di Prussia…

Ha perso chi ha alimentato la rabbia, l’antipolitica e la sfiducia nelle istituzioni. Tutti ingredienti di quello che adesso tutti chiamano populismo. Sì, anche su questa vicenda il populismo ha dilagato. Ma alla fine non ha sfondato, ha vinto un altro approccio.

Probabilmente se il discorso fosse andato avanti fino alla Conferenza dei Servizi del 20 gennaio, con la seduta finale dell’Inchiesta pubblica l’11 e il Consiglio Comunale di Chiusi il 20 dicembre è probabile che l’esito sarebbe stato lo stesso. Ma lo scontro avrebbe lasciato più macerie, più morti e feriti sul campo. E le scorie sarebbero rimaste a lungo nei gangli della comunità locale, come il nichel nella falda di Fondovalle.

La stessa Acea ne sarebbe uscita con una immagine peggiore e con una pubblicità negativa cucita addosso.  Come abbiamo già scritto in articoli precedenti, non conveniva a nessuno arrivare al duello come nel finale di Per un Pugno di Dollari… E’ andata bene così.

Bettollini, nel suo post, in cui annuncia la Pec di Acea con la rinuncia, lo dice chiaramente, senza mezzi termini e senza reticenze, che questa storia lo ha duramente provato anche sotto il profilo umano;  ammette di aver usato toni e atteggiamenti sbagliati e ha chiesto scusa, ammette di aver confidato che il progetto potesse davvero rappresentare una opportunità per risanare e rimettere in produzione l’area industriale dell’ex centro carni e dare un contributo alla soluzione del problema del depuratore esistente e dallo smaltimento dei fanghi in generale.

Riconosce che in sede di confronto però le carenze e le criticità, così come gli aspetti di “sperimentazione” del progetto sono stati superiori alle certezze. Non nasconde il disagio per la forte contestazione ricevuta, ma anche per le paure legittime di una parte larga della popolazione… Critica le forzature, gli atteggiamenti “poco civili” e irriguardosi della platea durante l’Inchiesta Pubblica, così come le strumentalizzazioni politiche. Ma  ringrazia quanti, con passione, dedizione e professionalità si sono adoperati per chiarire anche gli aspetti tecnici del progetto, compresi gli esperti dei comitati.

Si legge chiaramente nel suo post, la sensazione che si sia liberato di un peso, di un macigno che non lo faceva dormire la notte. Dice anche che in più di una occasione ha pensato davvero che abbandonare tutto fosse l’unica cosa da fare…

Ma non parla da sconfitto, da sindaco ormai ex… Parla da sindaco convinto di aver lavorato, con gli atti, in maniera lineare e corretta e di aver contribuito in maniera determinante all’esito finale. E in effetti così è. Ed ha ragione a dire che questa storia ha rappresentato un momento duro, ma ha insegnato tante cose. Probabilmente (questo lo diciamo noi) anche a lui.

Se riuscirà anche a convincere Acea a realizzare il parco energetico potrebbe uscirne non solo da vincitore, ma addirittura da trionfatore. Da amministratore che sa cambiare in corsa, che sa capire quando è il caso di farlo, anche se ciò può costare qualcosa…

Il fatto che Acea abbia deciso di rinunciare dice anche che non c’erano patti sottotraccia, che non c’erano vincoli legati all’acquisto dell’area, e nemmeno rischi di contenzioso legale a posteriori. Tutte cose che sono state dette e scritte da più parti . Ovvio che non c’era niente di tutto ciò, se no magari Acea non avrebbe rinunciato. Perché non è un ente di beneficienza.

La conclusione, con il ritiro del progetto da parte di Acea, conferma anche il finale di partita che abbiamo ipotizzato più volte su queste colonne negli ultimi giorni, dopo le ultime due sedute dell’Inchiesta pubblica e smentisce clamorosamente chi invece sosteneva che l’esito fosse già scritto e fosse di tutt’altro tenore.

Non era scritto niente, il No era ormai praticamente scontato, ma questa secondo noi era la conclusione più ragionevole e sensata, per tutti. Da parte nostra siamo contenti che sia finita così e non in un altro modo.

Il sindaco ha chiesto scusa per certi toni sopra le righe, altri dovrebbero chiedere scusa per certe illazioni e accuse gratuite. Ma nessuno lo farà. Non usa.

Ora il ragionamento si sposta in avanti. Sul che fare al posto del Carbonizzatore,  perché l’area è di Acea e non è pensabile che Acea possa tenerla inutilizzata e improduttiva. “Acea, nel ritirare il progetto, dovrà presentare nel futuro altri investimenti più consoni territorialmente e più adeguati per la riqualificazione dell’area dell’ex centro carni; ci vorrà più tempo ma quell’area sarà riqualificata come merita la nostra comunità. Adesso che il progetto è stato ritirato dobbiamo ritrovare l’Unità della nostra comunità e tornare a confrontarci in maniera serena e costruttiva per indirizzare l’azienda a compiere i migliori investimenti nel nostro territorio, nel pieno rispetto delle norme urbanistiche approvate dal consiglio comunale”, così scrive il sindaco nel suo annuncio…

Chi in questi giorni si è sdegnosamente tirato da parte, per non dare soddisfazione a Bettollini & c., adesso che il macigno principale è stato rimosso dalla carreggiata, che farà, rimarrà sull’Aventino o si degnerà di partecipare alla discussione sulla destinazione dell’area industriale?

Ma questo è un discorso che si può fare più avanti, insieme anche ad altri sindaci e amministratori della zona. Adesso c’è da metabolizzare la fine di quello che per molti sembrava essere un vero e proprio incubo e per altri è stata una grana bella grossa da dipanare.

Qualcuno avrà già stappato uno spumante. Qualcun altro lo farà domani e nei giorni a venire. Ci sarà chi nell’affannosa ricerca di un nemico, continuerà ad accusare e dileggiare la giunta chiusina e a cercare il pelo nell’uovo. Ma oggi 13 dicembre (quasi 14) la notizia è che il progetto Acea, o Carbonizzatore idrotermale che dir si voglia, va in archivio. I lenzuoli possono essere ammainati e riposti nei cassetti, a futura memoria.

Chiusi però in questo caso ha fatto scuola: in Valdorcia e sull’Amiata stanno spuntando come funghi lenzuoli analoghi, con su scritto NO CENTRALE con riferimento alla centrale Geotermica che Sorgenia vuol realizzare nella zona industriale Val di Paglia, nel comune di Abbadia San Salvatore. Ora è lì che si sposta i fronte…

m.l.

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