CASO ACEA, LA REGIONE TOSCANA DISPONE L’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO. ORA CHIUSI DOVRA’ AFFRONTARE LA “CONFERENZA DI PACE”…

CASO ACEA, LA REGIONE TOSCANA DISPONE L’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO. ORA CHIUSI DOVRA’ AFFRONTARE LA “CONFERENZA DI PACE”…
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CHIUSI –  La storia è finita davvero. Sulla vicenda carbonizzatore cala il sipario. La Regione Toscana ha scritto la parola fine sugli atti. Il 23 dicembre con decreto n.21188 il responsabile della Procedura di VIA ha disposto l’archiviazione del caso.

Nell’atto regionale si legge: “PRESO ATTO che la Giunta Regionale con Deliberazione n.1241 del 14/10/2019 ha disposto, in relazione al procedimento di cui trattasi, lo svolgimento di un’inchiesta pubblica ai sensi art. 53 L.R. 10/2010 ed ha indicato il nominativo del Presidente dell’inchiesta pubblica;(…)
VISTA la nota prot. 466883 del 16/12/2019 con la quale il Proponente, tramite il legale rappresentante Ing. Giovanni Vivarelli, ha comunicato al procedente settore VIA che “il sottoscritto rinuncia all’istanza autorizzativa e chiede l’interruzione immediata del procedimento afferente la realizzazione e l’esercizio dell’impianto di recupero di fanghi biologici prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane mediante processo termo-chimico per la produzione di bio-lignite da realizzare nel territorio del Comune di Chiusi (SI), in località “Le Biffe”, area ex “Centro Carni, presentato presso il Vostro Spettabile Ente Regionale in data 5.11.2018.”; PRESO ATTO della decisione del Proponente espressa con la nota sopra richiamata e ritenuto di dover dare seguito a quanto richiesto;
DECRETA
1) di non procedere all’ulteriore corso della valutazione e di disporre quindi l’archiviazione dell’istanza per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.) ai sensi dell’art.27 bis del D.Lgs. 152/2006 e dell’art. 73 bis della L.R. 10/2010, relativamente al “Progetto per la realizzazione di un impianto di recupero di fanghi biologici prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, mediante processo termochimico, per la produzione di bio-lignite, da realizzare nel territorio del Comune di Chiusi (SI), in località“Le Biffe”, area ex “Centro Carni” presentata dalla Società Acea Ambiente S.r.l. (con sede legale in Terni, Via Giordano Bruno, 7 – CF e P. IVA 12070130153) tramite il legale rappresentante Ing. Giovanni Vivarelli, relativamente al progetto sopra citato, come da richiesta formulata con nota prot. 466883 del 16/12/2019;
2) di dare atto che, presso la sede del Settore VIA in Piazza dell’Unità Italiana 1 a Firenze, è possibile prendere visione della documentazione relativa al presente procedimento;
3) di notificare il presente decreto al Proponente Società Acea Ambiente S.r.l.;
4) di comunicare il presente decreto ai Soggetti interessati.
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al TAR (oppure al Tribunale regionale Acque Pubbliche nei casi previsti) nei termini di legge, oppure, in alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, per soli motivi di legittimità, entro 120 giorni dalla data di notificazione, di
comunicazione o di piena conoscenza comunque acquisita”.

Ovvio che avendo essa stessa proposto il ritiro del progetto e l’interruzione del processo autorizzativo, è assai improbabile che Acea Ambiente Srl poss presentare ricorso.  Quindi il capitolo carbonizzatore va a tutti gli effetti in archivio. Nel senso più letterale del termine.

Alla fine, il ritiro del progetto da parte di Acea, dopo espressa richiesta in tal senso avanzata dal Comune, si configura come la soluzione migliore, quella che non lascia dubbi o strascichi giudiziari o procedurali. E adesso consente di spostare il ragionamento da “No al Carbonizzatore” al che fare del depuratore esistente e nell’area ex Centro Carni, acquistata da Acea, e consente di farlo in serenità, senza “il drago alle porte” o nubi oscure sul cielo di Chiusi.

Il Comune da questo punto di vista la sua mossa l’ha fatta, proponendo di destinare l’area a grande parco energetico fotovoltaico, rispolverando una proposta fatta da questo giornale nel 2016. Ora tocca agli altri rispondere, sostenendo quella proposta o facendone altre.

Noi, solo tre giorni fa, il 24 dicembre, riportando una presa di posizione del capogruppo di maggioranza Simone Agostinelli, proponevamo al Comune di convocare, appena dopo le feste una iniziativa pubblica per chiudere la questione e aprire il ragionamento sul dopo. Ecco, adesso, con la notizia dell’archiviazione disposta dalla Regione, ci pare che tale appuntamento possa essere messo in agenda. Con la speranza che sia una sorta di “conferenza di pace”, il che non significa archiviare le differenze e le diffidenze, ma sedersi intorno ad un tavolo per discutere, senza spettri incombenti, il futuro della zona industriale tra tutti gli attori interessati (comune, Acea, Comitati, mondo economico, forze politiche) e gli stessi cittadini. Perché allontanata la minaccia del drago e scampato un pericolo i problemi relativi al depuratore, alla bonifica dell’area, alla destinazione di una grande porzione di zona industriale rimangono tutti sul tappeto.

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