SYBIL FIX, UN’AMERICANA A CETONA O UNA CETONESE A CHARLESTON?

lunedì 21st, ottobre 2019 / 12:16
SYBIL FIX, UN’AMERICANA A CETONA O UNA CETONESE A CHARLESTON?
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L’EDIZIONE ITALIANA DEL LIBRO “THE GIRL FROM BORGO” USCITO UN ANNO FA: UN MEMOIR CHE E’ UN TRIBUTO AL PAESE DEL SUD SENESE E ALLA SUA GENTE

CETONA – Scherzando e giocandoci un po’ su, per noi di Primapagina Sybil Fix è la nostra corrispondente dagli Usa. Precisante da Charleston South Carolina, da dove ci ha raccontato pure l’uragano (e la paura dell’uragano) di un anno fa…

Giornalista freelance, pittrice e ora anche scrittrice Sybil è l’autrice del libro “The girl from Borgo”, da qualche mese uscito anche in lingua Italiana: “La ragazza di Borgo”. In cui il borgo è… Cetona. Italy. Cetona che ieri sera figurava tra i finalisti della trasmissione  Rai “Il borgo dei borghi”… E che non è solo un luogo fisico, un paesino Toscano con una grande piazza all’taliana, ma, per la nostra Sybil, anche un luogo dell’anima.

In un periodo decisamente belligerante, dove la voce delle donne emerge soprattutto come grido disperato e prende i caratteri di una sorta di outing estremo affinchè il mondo si renda conto di quanto sia difficile per alcune esprimere e rivendicare la propria  identità femminile e culturale,  ci piace dare spazio alla figura di una  donna che ha fatto del suo pensiero un’arte  scegliendo come strumento per condividerla  la forza delle parole.

Da donna occidentale Sybil è libera di scrivere, raccontare e raccontarsi, un diritto questo che in altre parti del mondo viene negato, combattuto e ucciso.

Di origine americana ma italiana di formazione, la Fix nasce in America ma arriva in Italia appena bambina in balia dei progetti di suo padre, un affermato architetto che sognava di diventare liutaio.

Dopo 21 giorni di navigazione la famiglia si dirige a Cremona e da lì la decisione di spostarsi successivamente a Cetona, piccolo e ridente borgo toscano dove sarebbe stato poi costruito il loro nido. L’arrivo in Italia non fu semplice all’inizio, Sybil e il fratello erano stati prescelti per un’avventura forse non da subito voluta che aveva implicato rinunce, scelte, addii.

Gli effetti da portare per il viaggio in Italia dovevano essere minimi, la selezione dei giochi, degli abiti, dei libri  e la relativa separazione da tutto ciò che non poteva essere portato con sé erano stati vissuti come un abbandono, una separazione netta tra ciò che si era e ciò che invece ci si accingeva a diventare.

Sin da subito la famiglia trovò Cetona come un luogo quasi magico, una nicchia di terra dove riversare ogni giorno aspirazioni, gioie e qualche dolore, la propria esistenza insomma.

Qui Sybil cresce, si forma, sogna, si innamora e decolla come qualsiasi altra ragazza del borgo e a vent’anni decide  di partire per gli States; si iscrive a Yale, poi alla Columbia University e si laurea in giornalismo, una carriera davanti,  una vita da vivere nella bella e sfavillante America. Gli anni passano, si accavallano, il tempo scorre e all’apparenza tutto sembra funzionare.

Ottima formazione, buone opportunità, il nuovo mondo in tasca e a portata di mano ma dentro di lei c’è qualcosa che manca, un richiamo della foresta soltanto suo e del tutto ignoto a chi di patria ne ha una soltanto, la afferra e la lacera facendole sentire quell’eterno senso di mancanza per il fulcro del suo essere. Una nostalgia, sottile e continua  per tutto ciò che è stato, gli amici, le persone, la campagna, l’aria, quel tutto che insieme costituisce una cosa unica e imprescindibile chiamata casa la sottende, la attraversa, impedendole di vivere il suo tempo.

E’ questa infatti la condizione di chi appartiene a due mondi, di chi ha avuto la possibilità  di vivere trasversalmente, bypassando la geografia e ricostruendosi da capo in un altrove che all’inizio è soltanto ignoto. Un altrove che diventa dimora per un tempo lungo ovvero quello  che  serve ad una bambina per diventare donna.

Ecco Sybil cresce, vive e diventa esattamente qui tra la gente del borgo; con Anna, Andrea, Claudio, i fratelli Tassi, Caio, la Maria, l’Ottavia e Tullio. Bastiano, Bennato, Costanza, Aldo e la Beppa scandiscono le sue giornate e con le loro grida, i loro intercalare sversati a sua insaputa le entrano dentro.Come ospiti inaspettati la permeano e la abitano conferendole unicità, costruendo pian piano la sua identità e il suo senso di appartenenza.

A distanza di anni, in America, Sybil si chiede chi sia lei, di quante parti sia fatta  e cerca di dare democraticamente ascolto ad ognuna di esse.

Da qui la decisione di tornare ancora una volta a Cetona, per un anno soltanto, per assaporare di nuovo e accarezzare con lo sguardo tutto ciò che un tempo fu e che vive ancora dentro di lei.

La pianificazione del viaggio dura un po’ di mesi, gli animali da sistemare, i bagagli da organizzare, il compagno di una vita che, nonostante il dolore del distacco, la sostiene e la incoraggia.E’ di tutta questa tempesta sentimentale, di emozioni controllate, ragionate e poi lasciate libere che tratta il libro. E’ un memoir su Cetona e la sua gente ruvida e bella ma è sicuramente anche molto altro.

E’ la testimonianza di come le nostre radici siano fondamentali per sentirsi protetti e felici; di come il senso di appartenenza nella vita di un essere umano faccia la differenza; di quanto un essere umano sia in grado di fare e rinunciare pur di riappropriarsi di una parte di sé. La prima edizione del libro uscita nell’estate 2018, in inglese, non poteva raccontare tutto. Era una delle due parti. Quella americana. Mancava l’altra, quella italiana, cetonese. E così, ad un anno di distanza Sybil Fix ha pubblicato anche l’edizione in italiano. Un buon italiano. Più adatto e comprensibile per il pubblico cetonese (e non solo cetonese, ma di madrelingua italica). L’autrice lo ha sentito come un dovere e i cetonesi hanno apprezzato.

I toni narrativi della Fix sono accorti, nostalgici e delicati propri di chi è consapevole di avere una vita mirabile e armoniosa, ma talvolta incompleta poiché necessita sempre, in ogni luogo, di un nuovo grande ritorno. A salvarla, a portarla a casa, è la sua penna con la quale trascrive minuziosamente sulla  carta  situazioni, volti e personaggi esattamente come il pennello fa sulla tela, il libro infatti risulta essere quasi un affresco sull’incantevole Cetona e sulle profonde tracce che, insieme alla sua gente,  ha lasciato nel suo animo perennemente diviso  a  metà.

La sua è una storia decisamente americana se vogliamo, una storia che rispecchia molto quella della società del nuovo mondo formata da tante persone di origini diverse, che portano dentro di sé quel desiderio di non abbandono delle proprie radici e al tempo stesso di appartenenza ad un’unica grande famiglia chiamata STATI UNITI; per lei l’America è stata e sarà sicuramente la terra delle grandi opportunità,  ma a Cetona lascia senza ombra di dubbio il primato di essere il luogo dove il suo cuore è e sarà per sempre a casa.

Paola Margheriti

 

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