BRANCALEONE CONTRO GHINO DI TACCO… LO SPETTACOLO DI PAOLO CAPPELLI A CETONA

venerdì 05th, luglio 2024 / 11:46
BRANCALEONE CONTRO GHINO DI TACCO… LO SPETTACOLO DI PAOLO CAPPELLI A CETONA
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CETONA – Se dici Brancaleone pensi a Monicelli, a Gassman e alla sua sgangherata armata che andava alle crociate… Brancaleone da Norcia colui che quando si scontrò con Groppone da Ficulle, lo più grande capitan di Tuscia, “con un sol colpo d’ascia lo tagliò in due”. E invece di Brancaleone ce n’è anche un altro. Non proprio da Norcia. Ma da l’Orcia. E da qualche anno imperversa tra borghi e castella della Chiana… si perché in realtà questo secondo Brancaleone non viene proprio dall’Orcia, ma da La Fratta, fattoria fortificata nel contado di Torrita, terra senese…

Le sue gesta eroiche, ma fino ad un certo punto, le ha messe in scena Paolo Cortès Cappelli, teatrante di lungo corso di Sant’Albino di Montepulciano, in questo caso in veste di autore, regista e prim’attore, nei panni appunto del protagonista Brancaleone, chiamato dal Papa Bonifacio VIII ad eliminare non Groppone da Ficulle, bensì il noto “bandito e grassatore” Ghino di Tacco, che dalla rocca di Radicofani assalta e taglieggia i pellegrini di passaggio sulla Francigena. E il papa vuole che essi arrivino a Roma con le tasche piene e non ripulite da Ghino, perché l’indulgenza e la salvezza eterna i pellegrini “l’hanno da pagà e li sordi ce li devono da avé”…

Ieri sera Brancaleone da l’Orcia o meglio da La Fratta nel suo viaggio verso la rocca di Ghino ha fatto tappa a Cetona, sul sagrato della Collegiata, location che sembra fatta apposta per raccontare storia medievali… E Paolo Cappelli il suo Brancaleone lo ha fatto incontrare con un sacco di gente… Dal papa stesso, piuttosto attaccato ai soldi, al suo nunzio apostolico, che come spesso accade, è infido e traditore; da Dante Alighieri che cerca l’ispirazione per li sacri versi e intanto gli fa da guida, a Cecco Angiolieri che campa di rime amorose; da Cassandra alle streghe di Campiglia… E poi osti e ostesse, frati fustigatori, ubriaconi e poveri cristi che Brancaleone arruola nella sua “invincibile e improbabile armata”, fino alla Morte in persona, che ha la faccia simpatica e l’arguzia toscana del comico Gianni Giannini e al nemico da uccidere Ghino di Tacco. Che guarda caso è anche lui nativo de La Fratta in terra torritese. Ma qui non sveliamo altro per non togliere suspence al coupe de theatre, che non poteva mancare e infatti c’è… Chi sono in realtà Ghino e Brancaleone, cosa li divide e cosa li lega?

Un lavoro corale, godibile, impegnativo senza dubbio, con più di 20 tra attori, attrici, ballerine. Un lavoro che in qualche misura è anche una sorta di guida turistica del territorio a cavallo tra Maremma, Val d’Orcia e Valdichiana con citazioni per Gavorrano, Montalcino, Castelnuovo dell’Abate, Torrenieri, Ospedaletto, La Fratta, Sinalunga, Torrita, Abbadia San Salvatore, Campiglia d’Orcia e Radicofani… e pure per il Brunello. Per ponti, torri e castelli… non mancano passaggi che rimandano a figure o brani della Divina Commedia o di altri sonetti del Sommo Poeta o dell’Agiolieri… Si parla per esempio della Pia de’ Tolomei, ma non solo… E il vento piuttosto freddo che ha spazzato la piazzetta cetonese per tutta la durata dello spettacolo ha aggiunto un tocco di medioevo in più. Magari a torto, ma quando si parla di medioevo. non si sa perché si pensa sempre a luoghi cupi, freddi, sinistri, ventosi…

In realtà il Brancaleone da l’Orcia di Cappelli & C. è uno spettacolo a tratti comico, comunque brillante, nel quale anche la Morte cui nessuno si può sottrarre, viene beffata e tenuta a distanza, così come l’avidità per il denaro. Alla fine, questo il messaggio, la vita e il futuro, anziché in guerra e con le armi, meglio giocarseli ai dadi… Non è un messaggio banale.

C’è qualche analogia tra Brancaleone da l’Orcia e il nostro “Tradire. La notte prima dell’assedio”. Di sicuro l’ambientazione. Poi la sfida a distanza: tra Brancaleone e Ghino di Tacco in un caso, tra Santaccio da Pistoia e Ascanio Della Corgna nell’altro. Tutti hanno una spada in mano. La piece di Cappelli è tuttta fiction… La Pasqua di sangue chiusina raccontata nell’Assedio, è un fatto storico reale. Terribile e sanguinoso. Ma in entrambi i casi c’è di mezzo l’avidità e il mercimonio delle reliquie e delle indulgenze, c’è di mezzo il mestiere delle armi dei mercenari e capitani di ventura, c’è di mezzo la scelta se fare la guerra o cercare una strada diversa e pure l’atteggiamento degli uomini nei confronti delle donne…

Insomma due spettacoli diversi per approccio e struttura scenica e narrativa, per il linguaggio stesso, Teatro in senso classico Brancaleone, teatro civile e di narrazione in chiave rock l’Assedio, però con alcuni tratti comuni sui cui vale la pena di riflettere.  Non sarebbe forse una cattiva idea, proporli a ruota, uno dopo l’altro in futuro. Se ce ne fosse l’occasione.

m.l.

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