TERREMOTO ALLA BCC VALDICHIANA: DESTITUITO CAPEGLIONI, TAMAGNINI NUOVO PRESIDENTE
MONTEPULCIANO – Fulmine a ciel sereno ai vertici di Banca Valdichiana. Carlo Capeglioni, rieletto nel Cda con il maggior numero di voti e poi confermato presidente il 12 maggio scorso, è stato sostituito nell’incarico dal consigliere Fabio Tamagnini. Sostituita anche la vice presidente Valentina Frulllini (seconda degli eletti all’assemblea dei soci). Al suo posto Vincenzo Albanese.
Nulla faceva presagire un cambio della guardia in questi termini e in questi tempi. A soli due mesi e mezzo dal rinnovo degli organismi, con il voto dei soci. All’interno del Cda si è consumata dunque una vera e propria notte dei lunghi coltelli. Con una parte della componente chiusina che insieme alla componente poliziana ha prima sfiduciato Capeglioni, poi lo ha defenestrato e sostituito. Stessa cosa per Valentina Frullini. Confermato invece l’altro vice presidente, il poliziano Giovanni Marcocci. La componente ex Chiusi è dunque quasi decapitata e azzerata. Tamagnini era sì in quota Chiusi, ma è di Sarteano. In un comunicato stampa ufficiale la Bcc Valdichiaa spiega così l’avvicendamento: “Come è noto, il voto dell’Assemblea dei Soci del 12 maggio aveva determinato un rinnovamento di circa un quarto del Consiglio di Amministrazione. Il dialogo che il nuovo organo ha instaurato al suo interno e con la capogruppo ICCREA ha portato al costituirsi di nuovi equilibri e dinamiche intorno a due obiettivi: rafforzare la collaborazione ed il dialogo con gruppo bancario nazionale che sta guidando il credito cooperativo in questa delicata fase di transizione e superare in maniera definitiva le differenziazioni tra le due componenti (Chiusi e Montepulciano), finalmente riunite in un’unica visione. La maggioranza dei Consiglieri ha visto in Fabio Tamagnini il proprio esponente capace di sintetizzare al meglio queste aspettative e di condurre la banca verso le mete prefissate”. E’ vero che la capogruppo Iccrea aveva invitato il Cda uscente a procedere ad un rinnovamento piuttosto radicale in vista della recente assemblea del 12 maggio. Cosa che non c’è stata o c’è stata solo in parte. Ma il neo presidente Fabio Tamagnini non è certo un “volto nuovo”. Ha 55 anni ed è consigliere della banca dal 1998. Dal 2016 all’ultima assemblea è stato vicepresidente. E’ in sella da 21 anni, non da oggi.
Ovvio che gli assetti interni alla banca li decide il Cda. Ma è singolare che decida un cambio di manico, a 70 giorni dall’elezione del nuovo consiglio. Tra l’altro senza alcun “preavviso”, senza alcuna avvisaglia. La cosa ha colto molti, tra gli stessi soci, di sorpresa. Qualcuno parla apertamente di “colpo di mano”. Di “tradimento” all’interno della componente chiusina e di mancato rispetto dei criteri di nomina e della volontà assembleare. E c’è anche chi parla di resa dei conti finale tra le due componenti, quella chiusina e quella poliziana, con quest’ultima uscita vincente e ormai preponderante.
Ma forse non è solo una questione di rapporti e di equilibri interni e tra le due “fazioni”. Forse al fondo della decisione e della defenestrazione del presidente Capeglioni c’è anche qualcos’altro, ad esempio – si dice – la possibile fusione con la Bcc di Grosseto, ventilata dalla holding Iccrea, con un riposizionamento e allargamento dei confini in faccia alla consorella Bcc Umbria che sta andando alla fusione con Banca Cras (Sovicille).
E ci sarebbe anche una situazione finanziaria non brillantissima di Bcc Valdichiana, cosa peraltro appena mitigata con riferimenti a segnali di ripresa, ma non nascosta in assemblea da Capeglioni e altri interventi.
Capeglioni è stato messo in minoranza e sfiduciato. Nei Cda sono cose che succedono. Le “cordate” cambiano. E di conseguenza cambiano anche gli assetti. Il capitalismo non è un asilo di educande, è un mondo difficile e spietato. Le Bcc sono aziende cooperative, ma, con l’ingresso nella holding Iccrea, sempre meno imprese sociali e sempre più imprese creditizie capitalistiche a tutti gli effetti. Quindi c’è poco da stupirsi.
Però che l’avvicendamento sia avvenuto nel silenzio più totale è indubbio. Le prime parole sulla cosa sono quelle del Comunicato stampa diffuso oggi. Dopo i direttori Benicchi e Barbi, dopo Mara Moretti, anche Capeglioni deve farsi da parte. Figura mite e pacata, sicuramente competente, ma mai sopra le righe e mai con l’elmetto in testa e la lancia in resta Capeglioni non è tipo da ingaggiare duelli all’ultimo sangue. Non lo ha mai fatto. Neanche in questo caso. E’ chiaro però che non si è dimesso. La sua “era” finisce e passa agli annali, ma non per sua volontà o scelta. Stesso discorso per Valentina Frullini che nelle votazioni aveva fatto un vero e proprio exploit.
Ora le redini di Bcc Valdichiana sono in mano a Fabio Tamagnini, Giovanni Marcocci e Vincenzo Albanese. La banca cooperativa della Valdichian, banca di riferimento di tante famiglie e imprese della zona, volta pagina; per ammissione dello stesso neo presidente Tamagnini si allinea ancora di più alle logiche imposte dalla Capogruppo. Forse si chiude anche la partita, finora mai chiusa, tra le due componenti fondatrici di Chiusi e Montepulciano, entrando in un’ottica nuova. Se son rose fioriranno, se sono spine qualcuno potrebbe pungersi. E allora e imprecazioni si sentiranno da lontano. Staremo a vedere.
M.L.
Quale fulmine …. Era tutto programmato e ricercato, dai vertici della ex di Montepulciano, sin dalla scellerata fusione, oserei dire sin dai scriteriati patti di fusione. Alla tremenda strategia dei richiamati vertici si sono aggiunti i “traditori” di Sarteano e Chiusi. Stiano attenti questi signori che oggi hanno “tradito” ma ben presto saranno “traditi”, così succede! Ottimo anche il mese di agosto, per il ribaltone, molte persone sono in ferie e molte aziende stanno chiudendo (speriamo per ferie!!) Circola voce che sarebbe in porto un’altra fusione. Dopo il fallimento di questa se ne cerca un’altra!!! Che coraggio!!! Credo che questa volta l’assemblea sarà molto calda!!!
In giro già si parla di costituzione di un comitato per il ripristino delle volontà assembleare, sarebbe l’ora!!! Purtroppo a questi signori non interessa la reputazione della Banca che ha fatto tanto del bene sia a Chiusi che a Sarteano, prime piazze di insediamento, successivamente anche per tutte le altre zone mano a mano che sono state aperte le filiali. A costoro intessa solo la poltrona, il potere ed i lauti compensi. Ritengo che i “traditori” andrebbero isolati dal contesto cittadino in tutti i settori compreso le loro professioni.
Vorrei domandare ai soci, ai clienti, ai dipendenti (se gli fosse data la possibilità di parlare senza ritorsioni), ai rappresentanti degli enti locali interessati cosa ne pensano di questa strana situazione, di questa lotta per il potere, dello spostamento del “peso” verso Montepulciano. Vorrei inoltre capire che ruolo ha il nuovo Direttore Generare, che appare come una persona rinchiusa nel suo fortino, ascoltando e lasciando al loro posto le persone che hanno determinato la non integrazione fra il personale della Banca. Vorrei tanto sbagliarmi, ma non vedo differenze con la precedente “gestione” e non aggiungo altro. Non entro nel merito della Federazione Toscana, che per me è ormai, dopo la riforma, un ente inutile; utile solo ha gestire il potere.
Fanno bene a prendersela.. a Chiusi il sindaco ha da pensare a Bibbiano e a Roma, deve riuscire a prendere più like possibili no le cazzate.. Grandi Poliziani, ormai hanno conquistato la valdichiana il tutto più che meritato!
Anche se non sono cliente della banca esprimo la mia stima e solidarietà al presidente e vicepresidente uscenti.
Condivido pienamente quanto scritto da Elvio Baglioni questi opportunisti la comunità dovrebbe emarginati e possibilmente anche controllati meglio se hanno tutti i requisiti per occupare certi ruoli poichè i soci della banca non li hanno tanto premiati con i loro voti.
sono veramente dispiaciuto di tutto ciò, personalmente e come azienda ho sempre creduto nella banca di Chiusi, ma non per essere campanilista come il sig. che scrive sotto ” Grandi Poliziani”, per me potevano rimanere dove erano che non cambiava nulla.