MONTEPULCIANO: ROSSI, BARBI, DI BETTO: IL VALZER DELLE SLIDING DOORS
MONTEPULCIANO – Che la politica sia spesso (sempre più spesso) una questione di sliding doors è piuttosto evidente. Si entra da una parte, si esce, si rientra da una porta diversa… e via così, in un valzer di porte girevoli, ma tra sempre meno persone a ballare. E sempre quelle.
Montepulciano, sotto questo aspetto sta facendo scuola.
Capita ad esempio che il Direttore generale di Banca Valdichiana Beniamino Barbi, defenestrato brutalmente e praticamente su due piedi dal Cda dell’Istituto di credito (“non sono andato in pensione, mi hanno licenziato!” ha tuonato all’ultima assemblea dei soci della banca), rientri immediatamente in gioco come assessore nella neonata giunta Angiolini, come tecnico indipendente con delega a bilancio, personale, trasporto pubblico… Neanche un mese è stato fermo. Subito di nuovo in gioco.
Stesso discorso più o meno per l’ex sindaco poliziano Andrea Rossi che appena insediato il suo successore, è stato chiamato alla presidenza del Consorzio del Vino Nobile, di cui è tra l’altro, un produttore… Anche nel suo caso l’uscita di scena come primo cittadino è stata subito compensata con la reentrée in un’altra prestigiosa posizione.
Non è finita: anche un suo predecessore, Piero Di Betto da presidente del Consorzio del Vino Nobile è entrato a far parte del Cda di banca Valdichiana un mesetto fa, con la richiamata assemblea che ha sancito la defenestrazione di Barbi.
Comune, Consorzio del Vino Nobile e Banca Valdichiana, sembra un circolo di amici. Con le porte girevoli, per cui si esce da una e si rientra nell’altra, per ritrovarsi praticamente sempre tutti insieme appassionatamente.
Montepulciano è la città più importante della Valdichiana, quella turisticamente più lanciata. E’ un gioiello di architettura e scrigno di tesori ed è anche dalla fine degli anni ’70 anche il “paese guida” della zona dal punto di vista politico, quello che ha tratto più potere e beneficio dall’idea della “Città Valdichiana” lanciata dal Pci nel 1980 e poi proseguita, con alterne fortune e più o meno convinzione, negli anni seguenti dal Pds, dai Ds e anche dal Pd.
Adesso che la leadership politica nel centro sinistra sembra essere in mano ad altri (Scaramelli per un verso, Bettollini per un altro, in quanto sindaco più esperto essendo in carica dal 2016, anzi dal 2015 visto che ha fatto un anno da “reggente”), Montepulciano sembra fare quadrato intorno ai suoi pezzi da novanta, spendendoseli tutti e tutti insieme. Sembra insomma volersi blindare, ma in tutto ciò traspare una sorta di linea politica autarchica e, diciamolo pure, molto paesana, campanilista e provincialotta, in contrasto con l’immagine internazionale che la città ha conquistato proprio sotto la guida Rossi negli ultimi 5-10 anni…
Questo valzer di porte girevoli fra i tre ambienti più influenti, al di là delle figure interessate, sembra una chiusura a riccio nel fortino, suona come un valzerino di campagna, da aia contadina, da Bruscello, non da Metroplitan Square Garden, perché appare come un giro chiuso, un circoletto…
Detto con assoluto rispetto per Rossi, Di Betto e Barbi, forse Montepulciano poteva fare meglio ed evitare questa immagine da paesotto di provincia. Perché Montepulciano non è un paesotto di provincia.
m.l.
Punto dolente assai.
No, è un paesotto di provincia un po’ più alto in grado nella lista-ma non tanto- di tutto il circondario e deve la sua posizione di preminenza perchè nel proprio contenitore ha da sempre la presenza di posizioni ”feudali” di coloro che contano come il settore vinicolo che è stato sapientemente sfruttato ai fini della commercializzazione, saputa culturalmente appunto sfruttare soprattutto per propria costruzione e convenienza economica alla quale il settore pubblico ha ceduto nel tempo uno spazio di manovra tale che oggi lo vede relegato ai margini mentre aumenta il flusso turistico che viene fruito solo da strutture private e mentre la politica cerca di regolare questo a solo beneficio dei privati.Ciò che produce tale moltiplicatore và solo in direzione delle proprietà commerciali degli esercizi. In pratica il mio discorso visto dall’esterno è ridotto al ”venga chi venga di qualunque partito” ma la condizione del paese non cambia.In Italia ce ne sono molti di paesi come Montepulciano ma che hanno votato il loro avvenire perchè poggiavano su delle classi produttive,anche se subalterne, ma di tutto rispetto a livello numerico di moltiplicatore economico e che caratterizzavano l’economia locale.La finta lotta fra fazioni politiche oggi è risibile se la guardiamo dall’interno delle mura e non mi si venga a parlare di differenze perchè ormai queste non esistono quasi più ed i programmi sono incentrati e ruotano intorno solo all’economia della commercializzazione guidata da punte della politica che hanno contatto le une verso la società civile e che prometterebbero di privilegiare l’una o l’altra fazione e le cittadinanze ad esse legate per motivi non culturali ma solo di convenienza economica; quindi l’aggettivo che ho usato in principio è quantomento esatto quando ho parlato di tipica ” società feudale” dell’era moderna,chiusa fra le propria mura dorate, destinata a portare flussi di ricchezza nelle tasche di pochi. E di fuori i capi politici si danno battaglia fra loro spargendo fumo su una quantità di cittadinanza che dà loro il consenso. Un disegno già visto,soprattutto nei comuni del circondario dove manca una classe subalterna consapevole dei propri diritti e debolmente esistente per cambiare musica.Si chiama in lingua economica ”consequensialità della stagflation” che fà salire i prezzi al consumo per le cittadinanze,privilegia ma nemmeno troppo le proprietà degli esercizi commerciali, arricchisce ” i maestri della musica ” che dalla loro posizione hanno la leva verso la politica di far andare il treno nei binari che convenga a loro credendo che la gente si rassegni al solo pensiero dell’indotto che poi anche quello è sempre guidato da loro, usato quando ci sia convenienza di usarlo.Quindi a ragione si parla proprio di ”alto medio-evo”,ma non non è una una novità questa,solo che come in parecchie aree della Provincia Senese,molto diverse da quelle di altre parti della Toscana industriale,una parte non piccola della comunità vede passare sotto di se vagoni di ricchezza senza poterne usufruire od avere quelle strutture che la cosa pubblica dovrebbe pensare di fornire verso chi amministra perchè questo sarebbe suo dovere etico di poter regolare le strutture con le quali la ricchezza possa essere costantemente diffusa ed essere indirizzata verso tutti i cittadini ? E allora di cosa parliamo se non di fumo,quel fumo che le punte della politica come imbonitori al mercato urlano votate per me che sono il migliore ?
Tutte cose superate ormai dai fatti. L’articolo è del 2019… Il quadro adesso è molto mutato, anche riguardo ai “poteri” nel mondo bancario locale
Si, sarà anche un articolo del 2019 con i nomi che della politica che potrebbero non corrispondere o che non corrisponderanno, ma qui ho cercato di fare l’analisi non delle persone ma di un quadro generale che non mi sembra che abbia portato Montepulciano di oggi fuori dalla logica che ho descritto,salvo che qualche azienda vinicola sarà stata acquisita da corporation americane, giapponesi o di altra nazione,oppure sarà passata di proprietà ad altri, ma la logica sostanziale è quella che penso di aver detto ed il quadro non mi sembrerebbe tanto mutato.In cosa sarebbe mutato come dici tu soprattutto nei riguardi dello spazio degli abitanti che l’interesse pubblico dovrebbe poter proteggere assicurando uno sviluppo che vada di pari passo all’espansione delle peculiarità che offre la cittadina stessa? La cittadina ne ha risentito ? Ad occhio e croce non mi sembrerebbe, quando ciò che interessa ad un ente pubblico che amministra una cittadina si presenti una situazione che tu descrivi nelle prime tre righe del tuo post. E allora di cosa si discute se non del Medio Evo nell’età moderna ?