MONTEPULCIANO: ROSSI, BARBI, DI BETTO: IL VALZER DELLE SLIDING DOORS

venerdì 14th, giugno 2019 / 15:26
MONTEPULCIANO: ROSSI, BARBI, DI BETTO: IL VALZER DELLE SLIDING DOORS
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MONTEPULCIANO –  Che la politica sia spesso (sempre più spesso) una questione di sliding doors è piuttosto evidente. Si entra da una parte, si esce, si rientra da una porta diversa… e via così, in un valzer di porte girevoli, ma tra sempre meno persone a ballare. E sempre quelle.

Montepulciano, sotto questo aspetto sta facendo scuola.

Capita ad esempio che il Direttore generale di Banca Valdichiana Beniamino Barbi, defenestrato brutalmente e praticamente su due piedi dal Cda dell’Istituto di credito (“non sono andato in pensione, mi hanno licenziato!” ha tuonato all’ultima assemblea dei soci della banca), rientri immediatamente in gioco come assessore nella neonata giunta Angiolini, come tecnico indipendente con delega a bilancio, personale, trasporto pubblico… Neanche un mese è stato fermo. Subito di nuovo in gioco.

Stesso discorso più o meno per l’ex sindaco poliziano Andrea Rossi che appena insediato il suo successore, è stato chiamato alla presidenza del Consorzio del Vino Nobile, di cui è tra l’altro, un produttore… Anche nel suo caso l’uscita di scena come primo cittadino è stata subito compensata con la reentrée in un’altra prestigiosa posizione.

Non è finita: anche un suo predecessore, Piero Di Betto da presidente del Consorzio del Vino Nobile è entrato a far parte del Cda di banca Valdichiana un mesetto fa, con la richiamata assemblea che ha sancito la defenestrazione di Barbi. 

Comune, Consorzio del Vino Nobile e Banca Valdichiana, sembra un circolo di amici. Con le porte girevoli, per cui si esce da una e si rientra nell’altra, per ritrovarsi praticamente sempre tutti insieme appassionatamente.

Montepulciano è la città più importante della Valdichiana, quella turisticamente più lanciata. E’ un gioiello di architettura e scrigno di tesori ed è anche dalla fine degli anni ’70 anche il “paese guida” della zona dal punto di vista politico, quello che ha tratto più potere e beneficio dall’idea della “Città Valdichiana” lanciata dal Pci nel 1980 e poi proseguita, con alterne fortune e più o meno convinzione, negli anni seguenti dal Pds, dai Ds e anche dal Pd.

Adesso che la leadership politica nel centro sinistra sembra essere in mano ad altri (Scaramelli per un verso, Bettollini per un altro, in quanto sindaco più esperto essendo in carica dal 2016, anzi dal 2015 visto che ha fatto un anno da “reggente”), Montepulciano sembra fare quadrato intorno ai suoi pezzi da novanta, spendendoseli tutti e tutti insieme. Sembra insomma volersi blindare, ma in tutto ciò traspare una sorta di linea politica autarchica e, diciamolo pure, molto paesana, campanilista e provincialotta, in contrasto con l’immagine internazionale che la città ha conquistato proprio sotto la guida Rossi negli ultimi 5-10 anni…

Questo valzer di porte girevoli fra i tre ambienti più influenti, al di là delle figure interessate, sembra una chiusura a riccio nel fortino, suona come un valzerino di campagna, da aia contadina, da Bruscello, non da Metroplitan Square Garden, perché appare come un giro chiuso, un circoletto…

Detto con assoluto rispetto per Rossi, Di Betto e Barbi, forse Montepulciano poteva fare meglio ed evitare questa immagine da paesotto di provincia. Perché Montepulciano non è un paesotto di provincia.

m.l.

 

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