SARTEANO, UN CORTOMETRAGGIO DI GABRIELE VALENTINI: QUANDO PER SPOSARSI BISOGNAVA ESSERE BARTALI…

domenica 16th, giugno 2019 / 11:29
SARTEANO, UN CORTOMETRAGGIO DI GABRIELE VALENTINI: QUANDO PER SPOSARSI BISOGNAVA ESSERE BARTALI…
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SARTEANO – C’è stato un tempo, e neanche troppo tempo fa, quando il giorno del matrimonio era “quel dì di festa”. Per molte persone, l’unico dì di festa vera, in una vita fatta di fatica e privazioni. Di famiglie numerose, dove anche i vestiti e le scarpe passavano da uno all’altro… E ieri a Sarteano, nell’ambito della Festa dell’Anziano organizzata , come ogni anno, dalla Misericordia, è stato presentato un cortometraggio, voluto, finanziato proprio dalla Misericordia (con un contributo regionale e la partnership del Comune e della parrocchia) e nato da una serie di interviste – più di 100 – fatte proprio agli anziani del paese, come tributo alla memoria collettiva e condivisa.

Il regista Gabriele Valentini, noto in loco per le sue performance teatrali stavolta si è messo dietro la macchina da presa e ha raccontato in pochi minuti quel dì di festa, con un tocco di… cinema.

E così, rimettendo insieme alcuni spezzoni di quelle interviste e poche scene con due attori dei suoi, ha fatto rivivere l’emozione di quel dì di festa, quando anche la strada per il matrimonio era una strada “bianca come il sale”, assolata e polverosa in mezzo alla Valdorcia… E la Limousine una bicicletta mezza scassata.  Di quelle che bisognava essere Bartali per non scendere sulla salita per Castiglioncello del Trinoro o per arrivare alla Cassia, dalle parti di Gallina. Soprattutto se avevi addosso il vestito da sposo…

Senza nemmeno una parola, ma con volti molto espressivi, Andrea Pinsuti e Martina Belvisi (recentemente apprezzata nel nostro “On the road. Again” al Mascagni di Chiusi) in versione Silvana Mangano hanno reso benissimo l’atmosfera dell’epoca e che cosa volessero dire le cose raccontate dagli anziani sarteanesi nelle interviste. 

Un bel lavoro, insomma, quello di Valentini, sia come realizzazione che come “documento” a futura memoria. Buonissima anche l’interpretazione “senza parole” di Martina Belvisi e Andrea Pinsuti. Ottima la fotografia di Dario Pichini, fotografo in Sarteano.

Un lavoro che conferma la qualità, la professionalità e la sensibilità artistica e anche la poliedricità di figure come  Gabriele Valentini e come i suoi attori. Una cosa è recitare in teatro e puntare molto sulla parola, altra cosa è recitare in un film (anche se “corto”) puntando tutto sull’espressione e sull’atmosfera. Per Valentini e i ragazzi degli Arrischianti, “Quel dì di festa” non è il primo cortometraggio. Ne avevano già fatti altri negli anni scorsi (“Il girotondo di Antoine” per esempio), ma è sempre una bella sfida e anche stavolta è una sfida vinta.

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