CITTA’ DELLA PIEVE: I DOCENTI DEL “CALVINO” SOLIDALI CON LA PROF SOSPESA A PALERMO

sabato 18th, maggio 2019 / 11:13
CITTA’ DELLA PIEVE: I DOCENTI DEL “CALVINO” SOLIDALI CON LA PROF SOSPESA A PALERMO
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CITTA’ DELLA PIEVE –  Capita che i cittadini siano più avanti e più civili, democratici, più aperti di chi li governa, di chi li rappresenta e di chi deve per compito assicurare sicurezza, giustizia, rispetto delle regole. In tutta Italia nelle scuole e non solo nelle scuole si assiste ad una vera e propria sollevazione, composta e civile, ma ferma, contro un “atto da governo di polizia”. Ovvero contro la sospensione per 15 giorni dall’insegnamento di una professoressa di Palermo, rea di non aver vigilato sui suoi studenti che in un video realizzato per il Giorno della Memoria avevano paragonato il Decreto Sicurezza del ministro Salvini alle Leggi Razziali del 1938.

Anche all’Istituto Superiore Italo Calvino di Città della Pieve i docenti hanno voluto manifestare la propria solidarietà alla prof sospesa. Lo hanno questa mattina leggendo, nel piazzale della scuola, un documento. Questo ill testo:

Alcuni alunni dell’Istituto “Vittorio Emanuele” di Palermo, in un lavoro di approfondimento sulla Giornata della Memoria, hanno paragonato le leggi razziali e la conferenza di Evian del 1938 al decreto sicurezza e al vertice di Innsbruck dei giorni nostri; un accostamento piuttosto forzato, forse non condivisibile, non abbastanza fondato né epistemologicamente rigoroso. Opinabile. Discutibile. Appunto, discutibile: oggetto di discussione, critica, confronto; a scuola, spazio di dialogo in cui cerchiamo di educare i nostri ragazzi a esprimere le proprie opinioni (magari acerbe e scomposte e provocatorie, com’è spesso, naturalmente, il pensiero di un adolescente) e ad approfondirle, arricchirle, modificarle nel confronto con docenti e compagni.
Perché la scuola è laboratorio di libertà e spirito critico, non fabbrica di consenso. Ma questo spazio fragile e prezioso di crescita nella partecipazione democratica è stato invaso, con la tempestiva e goffa violenza propria di tutte le censure, dall’USP Palermo, che ha sanzionato la docente dei ragazzi, prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria allontanandola dalla scuola e dimezzandole lo stipendio, e soprattutto ha colpito i suoi allievi, i quali da quest’esperienza dovrebbero trarre un insegnamento ferocemente cinico: studiare significherebbe adeguarsi alle regole di un’ortodossia, e affrettarsi a rifiutare qualunque deviazione del pensiero come eretica; non sarebbe, piuttosto, avventura, tentativo, errore, confronto, scoperta, ripensamento, libera ricerca.
Noi – docenti, personale ATA, dirigente dell’istituto “Calvino” di Città della Pieve – siamo direttamente colpiti da questo provvedimento, che punendo la nostra collega offende al tempo stesso la sua libertà di insegnamento e la libertà d’opinione dei ragazzi: due diritti in un abuso solo.
La nostra protesta di oggi esprime solidarietà e stima alla prof.ssa Dell’Aria e ai suoi alunni e l’intenzione di continuare a sognare e a costruire – come loro – “il miracolo che solo la scuola può compiere: trasformare i sudditi in cittadini” (P. Calamandrei). Firmato il Dirigente Scolastico, i Docenti, il Personale ATA dell’Istituto “I. Calvino” di Città della Pieve.

Si tratta di una presa di posizione importante. Che difende il ruolo e l’autonomia della Scuola come agenzia formativa, come presidio di libertà e di democrazia. Come baluardo contro il dilagare del pensiero unico che è tipico dei Paesi autoritari. E’ un buon vento quello che esce in queste ore dalle scuole e dalle piazze italiane. Segno che non tutti sono pronti e disposti a voltarsi dal’altra parte, a far finta di non vedere, a minimizzare i tentativi in atto sia da parte di esponenti di Governo che di formazioni politiche di “riportare indietro le lancette della storia”, con aggressioni fisiche e verbali, soprusi e intimidazioni e con accondiscendenza verso rigurgiti di razzismo, fascismo, omofobia, repressione del dissenso.

Di questo passo il ministro della paura Salvini avrà un bel daffare per ritirare tutti quei lenzuoli stesi. Non gli basteranno i pompieri.

 

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