IL 24 MAGGIO AL MASCAGNI “ON THE ROAD. AGAIN”. PRONTI? SI VA IN AMERICA. CON WOODY, BOB E BRUCE

giovedì 16th, maggio 2019 / 18:36
IL 24 MAGGIO AL MASCAGNI “ON THE ROAD. AGAIN”. PRONTI? SI VA IN AMERICA. CON WOODY, BOB E BRUCE
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TESTO DI MARCO LORENZONI, VOCI RECITANTI: MARTINA BELVISI, ALESSANDRO MANZINI, MASSIMO G. BENICCHI, LUCA MORELLI. CON I DUDES E I DANCERS DELLA SCUOLA “IN PUNTA DI PIEDI”

CHIUSI –  Venerdì 24 maggio al Mascagni di Chiusi va in scena “On the road. Again“, spettacolo teatral musicale (con intermezzi danzati) su testo di Marco Lorenzoni. Uno spettacolo che la Fondazione Orizzonti ha voluto presentare a stretto giro dopo “Quando Sognavamo la California” di Giorgio Cioncoloni, andato in scena il 4 maggio, perché trattasi di due piece simili nel format, contigue per argomento e approccio. Ma non uguali. Una sorta di minirassegna. Ne parliamo con l’autore Lorenzoni.

Allora direttore che spettacolo è “On the road. Again” e quale è la differenza con quello di Cioncoloni e i Rivelati?

Diciamo che se Giorgio, con Francesco Storelli, Francesca Carnieri e i Rivelati ci hanno ricordato come la California fosse il sogno dei ragazzi degli anni ’60,  con “On the road. Again” in California ci andremo. Precisamente a San Diego. E anche in altre parti dell’America. A El Paso, sempre laggiù al confine con il Messico. E poi in Oklahoma e a Freehold nel New Jersey o a Youngstown in Ohio dove c’erano le acciaierie e ora c’è solo ruggine … Insomma porteremo gli spettatori a scoprire una certa America, quella che sta dietro la facciata, dietro lo specchio del famoso “sogno americano”…  Giorgio & C. ci hanno fatto riascoltare le canzoni del beat italiano, un tuffo nella nostalgia, noi racconteremo invece una storia tutta americana. Con musica made in Usa.  E lo faremo facendoci accompagnare da tre giganti della musica e non solo. Tre grandissimi autori che come Virgilio con Dante nella Divina Commedia, faranno da guida e da ciceroni…

E chi sono questi tre giganti? 

Sono Woody Guthrie, il capostipite  e il modello di tutti i cantautori (anche di quelli italiani, da Guccini a De André, da De Gregori a Claudio Lolli…), che cantava nei cantieri, davanti ai cancelli delle fabbriche e nelle roadhouse tra la fine degli anni ’30 e i primi anni ’50; poi Bob Dylan che ne prese il testimone e divenne il menestrello più famoso del mondo, la voce della stagione del ’68, ma che è anche un grande poeta, tanto che nel 2016 ha preso il Nobel per la letteratura. E infine Bruce Springsteen, il ragazzo della working class che diventa The Boss, il capo, il number one del rock mondiale…   Woody, Bob e Bruce saranno il filo conduttore della narrazione. La spina dorsale del racconto saranno proprio le canzoni.

Quindi la musica come parte integrante della storia, non solo accompagnamento…

Esatto. Diciamo che parola e musica si dividono la scena equamente, fifty-fifty. La danza scompaginerà un po’ il tutto, conferendo plasticità, movimento, colore ad una scena inevitabilmente un po’ statica trattandosi di un reading (letture teatralizzate).

Danza sulle note di quei tre?

E’ un azzardo? Forse lo è. Ma sarà un bel vedere. Credo…

La musica è rigorosamente live, naturalmente…

Sì, rigorosamente live ed è affidata ad una band locale che di solito propone brani di produzione propria e non cover. Si tratta dei Dudes, che in questo caso abbiamo costretto a cimentarsi con una quindicina di brani di tre giganti. Cosa sempre impegnativa. Ci hanno lavorato molto e bene. Il loro sound, a dire il vero, echeggia spesso atmosfere springsteeniane e dunque una certa assonanza tra la loro produzione e questo insolito concerto c’è. Ma  On the road. Again non è solo un concerto, perché c’è molta interazione tra musica e narrazione, tra musicisti e voci recitanti… Certo non sono canzoni nazionalpopolari. Ma sono tutte molto belle. 

Tutte in inglese (o slang americano) però… Il pubblico farà fatica a comprendere…

Non credo. Alcuni brani sono notissimi. E poi una delle voci recitanti sarà una sorta di traduttore simultaneo. Non sarà difficile comprendere… Anzi…

Voci recitanti che sono una novità per gli spettacoli firmati Lorenzoni…

Beh, non del tutto. Stavolta non abbiamo potuto contare per varie ragioni su Gianni Poliziani e Francesco Storelli, protagonisti di tutti gli spettacoli pregressi (erano entrambi impegnati in altre cose), ma due su 4 hanno già partecipato ad eventi precedenti: mi riferisco a Luca Morelli e Massimo Giulio Benicchi (che sono due volti noti al pubblico chiusino). Mentre gli altri due si son visti meno al Mascagni, ma sono due attori più giovani e di grande talento: Martina Belvisi della Compagnia Arrischianti di Sarteano e Alessandro Manzini, docente ai corsi e laboratori della Fondazione Orizzonti. E se mi permetti aggiungo che è bello veder lavorare insieme persone con esperienze diverse alle spalle e di età diversa…

Ce li dici, per il pubblico, i nomi dei Dudes e dei dancers?

Certo. I Dudes sono Matteo Micheletti (voce, chitarra e armonica); Mattia Mignarri alla chitarra solista, Gianluca Lorenzoni al basso e Andrea Fei alla batteria. Il corpo di ballo è quello della scuola di danza “In punta di piedi” ed è formato da Sonia Franceschini, Agnese Mangiabene, Elisa Laurini, Stefano Crezzini e Piergiorgio Mencarelli.

Il testo è in sostanza un omaggio ai tre giganti citati Woody Bob e Bruce?

Sì, ma non solo. E’ anche un pretesto per dire alcune cose sul passato e anche sull’attualità. Sull’America di ieri e di oggi, ma anche sull’aria che tira nel mondo…

E’ uno spettacolo politico? 

No, no…  In questo senso rassicuro tutti: non sarà un comizio di chiusura della campagna elettorale. Te l’ho detto, si parla di America… E’ teatro di narrazione. Con musica e danza. Per semplificare: durante la stagione invernale del Mascagni abbiamo visto una sera Solenghi e Lopez e una sera Ascanio Celestini. Ecco se “Quando Sognavamo la California” poteva richiamare lo spettacolo di Solenghi e Lopez , il nostro può in qualche modo trovare delle assonanze con Celestini… Fatte naturalmente le debite proporzioni.

Hai citato in premessa alcuni luoghi degli States, ma il titolo fa pensare ad una strada… 

Sì, il titolo echeggia una canzone dei Canned Heat, oltre che il libro di Kerouac, ma in mezzo c’è un punto. Che è lì per sottolineare la parola “again”. Di nuovo. Perché il senso di tutto il ragionamento è che c’è ancora, di nuovo, tanta gente on the road. Sulle strade. E vicino ai confini. Le migrazioni sono una costante, da sempre. Gli Usa sono un paese di immigrati e se c’è una strada che è stata ed è simbolo di esodi biblici, di viaggi della speranza, di fuga e di ribellione, quella strada è la Route 66 che va da Chicago a Santa Monica in California… La Route 66 è un altro filo rosso che unisce il nostro racconto dai tempi di Woody ai tempi di Bob, fino a quelli di Bruce… Su quella strada ogni vita è un film… Sui quei quasi 4.000 km hanno viaggiato e camminato milioni di persone alla ricerca di un futuro migliore, di una “terra promessa”, qualcuno l’ha usata per scappare, per cercare di arrivare a varcare un confine… Dai disperati della corsa verso la California dopo le tempeste di sabbia e le alluvioni degli anni ’30 raccontati da Steinbeck, agli hippies degli anni ’60 e ’70…

Direttore, lo spettacolo va in scena il 24 maggio. E il 24 maggio è il compleanno di Bob Dylan. L’hai fatto apposta?

No. Ma a volte il caso è più preciso della matematica e degli algoritmi. Speriamo sia di buon auspicio. Noi una bottiglia di spumante la portiamo…

Hai invitato anche Bob Dylan?

Dici che viene? E’ un tipo strano. Non è andato nemmeno a ritirare il Premio Nobel… Noi invitare lo abbiamo invitato e un posto glielo abbiamo comunque riservato. Sul palco. Magari viene insieme a Bruce (si mormora che i Dudes gli siano piaciuti). In tal caso aggiungeremo una sedia…

Elda Cannarsa

 

Venerdì 24 maggio 2019 –  Teatro Mascagni – Chiusi-  ore 21,15

Biglietto: Posto unico, 10 euro
Info e prenotazioni:
Fondazione Orizzonti d’Arte Chiusi
0578 226273 – 057820473 – 3459345475
Biglietti acquistabili online su www.ciaotickets.com

 

 

 

 

 

 

 

 

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