SANITOPOLI UMBRA: IL PD ESCA DALL’IPOCRISIA!
Sul terremoto giudiziario che ha portato all’arresto del segretario regionale del Pd Bocci, dell’assessore regionale alla sanità Barberini, del Direttore generale della Azienda Ospedaliera Emilio Duca e all’iscrizione nel registro degli indagati di una trentina d persone, compresa la governatrice Catiuscia Marini per una storia di concorsi truccati, sono molte le prese di posizione e le reazioni. Riportiamo di seguito quella di Leonardo Caponi, giornalista, ex dirigente comunista e parlamentare.
Sostenere che nella sanità (come in altri campi) in Umbria non esiste un sistema di potere, governato dal Pd e da molti dei suoi dirigenti e amministratori, che si configurano spesso come potentati politici o territoriali sovente in conflitto tra loro, è sostenere il contrario della verità. Il tentativo di ridurre a singoli, pure gravi e deprecabili, episodi quelli sui quali sta indagando la magistratura, che hanno messo in subbuglio la nostra regione, è una pura ipocrisia, contraria alla evidenza della prassi corrente che tutti conoscono e possono vedere (a meno che non vogliano) e che ha mietuto molte vittime innocenti e meritevoli nei concorsi della pubblica amministrazione. Ha ragione la magistratura: c’è, da tempo, una procedura standard per la manomissione dei concorsi che rispondono agli interessi privati (sottolineo privati e dirò in conclusione perchè) di personalità politiche, amministratori e anche, autonomamente o in collusione con i primi,di dirigenti degli uffici preposti.
Io non credo che il Pd (lo dico senza acrimonia) sia capace di riformarsi, di “cambiare” come dicono anche oggi, senza mai peraltro spiegare, in termini di nuova politica e programmi, in che cosa dovrebbe consistere questo cambiamento. Cambiare sarebbe negare se stesso e quindi autodistruggersi. Da tempo (lo dico sapendo che ci sono ancora molti compagni e amici che ci credono) l’adesione e quindi la forza di quel partito non si basa più su motivazioni ideali, ma su concreti interessi e convenzienze materiali. Alla sua crisi, alla perdita di consenso elettorale, invece che condurre una riflessione di fondo e un dibattito aperto, si è vieppiù rinserrato dentro i propri sistemi di potere, accentuandone la prepotenza e l’arroganza, in una sorta di concezione di impunità che, oggi, per molti motivi, è finita.
Di che pasta è fatto il Pd? Di quella che conduce ad eleggere segretario, invece di una persona per bene come Verini (parlo politicamente) un trafficone democristiano, re del clientelelismo e delle preferenze. Questo è il cambiamento? E che può venir fuori?
Io credo che il Pd umbro dovrebbbe uscire dal suo fortino che oggi ha buchi da tutte le parti, condurre a una riflessione e a modifiche non solo della sua politica, ma della sua stessa identità, ammettere le sue colpe, non continuare la tiritera sul “corpo sano”, chiedere scusa agli umbri e aprire un nuovo ciclo che lo riporti a sinistra, dove non c’è più.
Infine, un’ultima cosa che mi sta a cuore perchè anche io, come esponente della sinistra umbra, non voglio sottrarmi a responsabilità. Si dirà che da sempre la sinistra in Umbria ha avuto (come, la storia e la pratica insegnano, è d’obbligo per ogni sistema politico se vuol durare) un suo sistema di potere. Però…, però, la grande e decisiva differenza è che intanto esso non aveva un carattere parosstico come oggi, che l’adesione al partito aveva un carattere prevalentemente o esclusivamente, ideale, che il sistema, oltre che sostanzialmente marginale, era gestito dal partito nell’interesse del partito, da un gruppo dirigente che, nella massima parte dei casi, premiava il merito, il bisogno, il lavoro e lo spirito di sacrificio. Oggi, invece il clientelismo è un fatto privato di chi lo pratica o tuttalpiù della sua cerchia di amici.
Leonardo Caponi
Sono un elettore del PD e condivido l’analisi di Leonardo Caponi. Nel PD sono entrati molti personaggi della ex DC che hanno inquinato il partito con pratiche clientelari vergognose che non sono più sopportabili. Ma quello che più mi rattrista è vedere la “questione morale” accantonata. Nessuno ne parla, anzi chi la rivendica viene isolato, messo da parte come una persona fastidiosa. Molti sono entrati nel PD per soddisfare i loro interessi e non per convinzioni politiche, questa è la realtà. Tutto ciò mi addolora, specialmente
adesso che la destra fascista ha rialzato la testa in tutta Italia guidata da Salvini e dai suoi seguaci. Non ci possono essere scuse con i corrotti da qualsiasi parte essi provengono. E chi li appoggia non può essere che complice! Il PD deve fare pulizia al suo interno senza fare sconti a nessuno, istituendo una sorta di ispettorato interno con il compito di individuare i corrotti e segnalarli alla direzione del partito prima che ciò venga fatto dalla Magistratura. L’Umbria, la Toscana e L’Emilia erano il fiore all’occhiello della buona amministrazione ai tempi del PCI. Adesso scopriamo che anche in quelle regioni dilaga come nel resto d’Italia la corruzione e il malcostume. Ci sono gli anticorpi perchè il sistema delle clientele venga abbattuto? Se ci sono, se ne parli nelle sedi competenti, soprattutto nei congressi, invece di far finta che nulla sia accaduto! Se la questione morale non verrà affrontata con la dovuta fermezza, saremo confinati nella marginalità e perderemo la fiducia della nostra gente.