CITTA’ DELLA PIEVE, PARTITA A DUE PER LA POLTRONA DI SINDACO? DUE LISTE GIA’ IN CAMPO E SENZA SIMBOLI DI PARTITO, MA NON CHIAMATELE CIVICHE…

mercoledì 27th, marzo 2019 / 16:09
CITTA’ DELLA PIEVE, PARTITA A DUE PER LA POLTRONA DI SINDACO? DUE LISTE GIA’ IN CAMPO E SENZA SIMBOLI DI PARTITO, MA NON CHIAMATELE CIVICHE…
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CITTA’ DELLA PIEVE – Due punti fermi ci sono. La tornata elettorale amministrativa del 26 maggio, vedrà di sicuro due liste in campo. Non si sa ancora se saranno le uniche oppure no. Ma tutto fa pensare che sarà una partita a due. Le liste non sono note. Sono noti i due candidati e i due simboli. A prima vista sembrano due liste civiche. Una di sicuro non lo è. Quella capeggiata da Simona Fabbrizzi si chiama “Città della Pieve in Comune” e non ha simboli di partito visibili, ma è e rappresenta la coalizione di centro sinistra con il Pd, Rifondazione, Sinistra Italiana. Quindi è a tutti gli effetti una lista di coalizione politica, non una lista civica, anche se aperta a figure della società civile, come Michele Croce, l’unico nome già sicuro di esserci, oltre alla candidata a sindaco, che è stato proposto dal Pd ma fa riferimento anche al mondo dell’associazionismo locale.

Sul simbolo campeggiano due leoni. Che sono i leoni della fontana posta sulla facciata della Rocca Perugina ai lati della scritta “Sic vos non vobis”. E la cosa ha suscitato qualche battuta sarcastica a Città della Pieve, per il fatto che quella fontana fu posta in opera nel 1923 dall’amministrazione fascista, a suggello della realizzazione del pubblico acquedotto. Come se il Pd & C. avessero insomma preso a simbolo una delle “cose buone fatte dal fascismo” (secondo la filosofia di Tajani e qualcun altro). Diciamo che i partiti che sostengono Simona Fabbrizzi hanno preso a prestito un simbolo ormai consolidato della città. Un po’ come la lupa capitolina di Chiusi, donata nel ’28 da Mussolini al paese di Porsenna insieme al titolo di città (lupa rubata una quindicina di anni fa da qualche nostalgico e sostituita con una copia). Sotto ai due leoni, uno skyline di Città della Pieve.

Skyline della città quasi identico a quello che figura sul simbolo dell’altra lista, quella denominata “LiberaMente Fausto Risini”. Questa sì, ad oggi si configura come aggregazione civica. Con il nome del candidato sindaco sul logo che gli elettori troveranno sulla scheda elettorale.

Ad oggi. Più avanti vedremo. Perché se le forze del centro destra, ovvero Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, dovessero appoggiare Risini apertamente sarebbe chiaro che la lista è politica. Se decideranno di restare fuori della partita, senza presentare liste proprie, vorrà dire che l’appoggio a Risini ci sarà lo stesso. Difficile che i partiti storici di opposizione sostengano la lista di quelli della maggioranza uscente. Quindi… quindi anche la lista Risini sarà alla fine una lista politica, camuffata da aggregazione civica. Poi uno può anche far finta di non vedere o non capire e può autoconvincersi del contrario., Ma così sarà. E le affermazioni più volte fatte nelle settimane scorse dal consigliere regionale della Lega Briziarelli, per l’appoggio a liste civiche alternative al potere costituito (cioè al Pd) confermano l’assunto. Così come pare una identica conferma l’annuncio del leader storico della destra pievese Lorenzo Berna che questa volta non si ricandiderà.

Nulla si sa di cosa faranno i 5 Stelle. Alcuni di loro hanno partecipato – pare – a vari summit con Fausto Risini, alcune voci dicono che invece starebbero preparando una loro lista e sarebbero in attesa della “validazione” e dell’ok da parte dello staff nazionale del Movimento.  Di sicuro non appoggeranno Simona Fabbrizzi e il Pd. Ma se dovessero presentarsi con una lista propria e un proprio candidato, finirebbero per togliere voti e chances proprio al candidato alternativo al Pd Risini.

Il quale in un post sulla pagina facebook Fausto Risini Sindaco” ammette il suo cambio di campo: “Ho gli amici di una vita che non mi sosterranno in questa lunga campagna elettorale: anche se le nostre strade politiche si separarono molto tempo fa, e adesso le nostre differenze saranno ancora più nette, farò di tutto affinché i rapporti personali e l’amicizia non vengano calpestati da questa politica. Abbiamo le spalle molto larghe e con serenità e l’entusiasmo della gente, scegliamo un simbolo che rappresenta ciò di cui andiamo fieri: la nostra libertà e il nostro progetto per la città. Non abbiamo paura delle etichette e sorridiamo alle affermazioni di essere “quelli” che trascineranno la Città ad una deriva fascio-populista.
A Città della Pieve ci conosciamo tutti, anche per soprannome e gli spauracchi hanno vita breve: siamo qui per rappresentare tutti coloro che credono nella nostra squadra, nel nostro progetto e nelle nostre idee”.

Gli “amici di una vita” sono  vecchi compagni del Pci, del Pds, dei Ds con i quali Risini ha condiviso un lungo pezzo di strada in passato. Era segretario del partito di maggioranza ai tempi di Giovagnola sindaco.  E mai – anche questo va detto – lo abbiamo visto o sentito prendere posizioni controvento. O di minoranza. Mai si è messo di traverso, come fece ad esempio Gianni Fanfano con Pieve Nostra.  Risini è stato un esponente – anche di primo piano a livello locale – del “potere costituito” che oggi vuole mandare a casa. Non c’è nulla di male in tutto questo. Ma che sia un cambio di schieramento è fuor di discussione.

Lo stesso Risini fa bene – è comprensibilissimo – a dire che non sarà lui a portare Città della Pieve verso una deriva fascio-populista. Se lo ammettesse si darebbe la zappa sui piedi, si inimicherebbe da subito una parte del suo potenziale elettorato (quello di sinistra che potrebbe dare fiducia ala persona, al di là dell’appartenenza di partito). Sarà più difficile, per lui, farlo però tra qualche settimana, quando l’appoggio alla sua lista da parte della Lega sarà chiaro e dichiarato, oppure sarà implicito, se la Lega non si presenterà.  E si vedrà anche dai nomi in lista, se la sua sarà un’aggregazione civica senza etichette, o sarà qualcosa di diverso. Non c’è molto da aspettare. Lo vedremo alla presentazione delle liste e delle candidature a sindaco.

Intanto i 7 dimissionari dal Pd sono diventati 8 con l’altro assessore Barbara Paggetti, anche lei amareggiata e delusa da come il partito ha trattato Fausto Scricciolo e la sua giunta. Non è chiaro se l’amarezza rimarrà solo amarezza o se qualcuno dei nuovi “rottamati” sia tentato di aggregarsi a Risini. Sembra di no. Ma l’orgoglio ferito può fare strani scherzi. Il segretario Pd Fattorini continua nella sua azione diplomatica per tentare di ricucire o quantomeno di convincere tutti a farsi meno male possibile.

Manca un mese alla presentazione delle liste, Simona Fabbrizzi e i suoi (Pd in testa) dopo aver rimesso in piedi la coalizione pre-Renzi e dopo aver assunto i due leoni della fontana come testimonial, avranno ancora un po’ di tempo per imbarcare sulla nuova “arca” anche i due coccodrilli, un’orangotango, due piccoli serpenti, un’aquila reale… un gatto, un topo, un elefante… e se li trovano anche i due leocorni.  Che ci sarà bisogno di tutti lo hanno capito e lo sanno benissimo. Il tempo del “facciamo da soli” è finito. Le partite uno contro uno sono sempre aperte e mai scontate.

m.l.

 

 

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