CITTA’ DELLA PIEVE: IL PD PROVA A RICUCIRE GLI STRAPPI INTERNI. MA LA DESTRA E I 5 STELLE CHE FINE HANNO FATTO?
CITTA’ DELLA PIEVE – Il segretario del Pd Mario Fattorini prova a ricucire. Quantomeno a non allargare gli strappi all’interno del suo partito, dopo le dimissioni di 7 esponenti tra cui 2 assessori in carica e la capogruppo. Un tentativo di svelenire il clima, riportando la discussione nell’alveo della normale dialettica politica. Anche Fattorini dice di comprendere l’amarezza e il disappunto di Fausto Scricciolo e di chi, con lui ha condiviso l’esperienza amministrativa nella legislatura che si chiude, ma poi prova a fare un passo avanti. La politica – sembra dire tra le righe – è+ fatta anche di queste cose. Di cambi di marcia, di direzione, di passo…
Del testo 5 anni fa i “rottamatori” di allora non ci andarono leggeri con Manganello e la sua squadra.
La rottamazione fu una “tabula rasa”, senza tanti complimenti. Adesso, con il quadro politico generale cambiato, le parti si sono invertite e ad essere rottamati sono i rottamatori del 2014. Succede.
Riccardo Manganello però – questo va detto – fu più… signore nell’accettare la sconfitta. Non alzò polveroni, non fece bizze, né comunicati stampa, non si dimise da niente. Lasciò semplicemente il passo e non perché non fosse amareggiato. Lo era eccome. Ma capì che il vento era cambiato e non si mise di traverso. Oggi si può dire: fu una lezione di stile.
Mario Fattorini riconosce a Fausto Scricciolo meriti e anche risultati. Non scarica l’amministrazione uscente come un falllimento. Concede a Scricciolo l’onore delle armi. Ma dice che bisognava cambiare anche per ri-allargare il campo, per ricostruire una alleanza larga, oltre i confini del Pd, perché il Pd da solo non è più autosufficiente. La candidatura Simona Fabbrizzi va in questa direzione. Una scelta di necessità, ma anche l’apertura di una fase nuova. Questo dice Fattorini. Ecco il testo del suo comunicato:
“Ho appreso con dispiacere dalla stampa locale che sette iscritti al Pd di Città della Pieve stanno per rassegnare le proprie dimissioni da ogni incarico. Comprendo bene la loro amarezza per la mancata riconferma dell’attuale Sindaco Fausto Scricciolo, con cui abbiamo condiviso un percorso personale e politico importante. Ma sbattendo la porta non si fa un buon servizio alla politica. Come è noto, da Segretario comunale del PD, ho lavorato fino all’ultimo per la riconferma di Scricciolo, salvo prendere atto che, a seguito di un percorso aperto e partecipato, non sussistevano più le condizioni, interne ed esterne al partito, per continuare. Fausto aveva intuito già da mesi questa situazione tanto da arrivare a formalizzare la sua indisponibilità a ricandidarsi. Credo sia stato stato un atto di generosità e responsabilità non comune, che gli va riconosciuto. Il resto è storia di questi giorni. Il PD, con un voto pressoché unanime della Direzione Comunale, ha trovato in Simona Fabbrizzi una candidata di valore in grado assicurare l’unità del PD e della coalizione, riuscendo a tenere insieme le forze riformiste e progressiste di questo territorio. Scricciolo è stato un Sindaco generoso, responsabile e onesto, lascia sia sul piano amministrativo che sociale una base importante sulla quale Simona Fabbrizzi saprà costruire il futuro. Per quanto mi riguarda sento di aver lavorato in buona fede e nell’interesse di un partito, che sconta vecchie ruggini e antiche divisioni ma che da oggi vuole guardare avanti nel segno dell’unità e di una rinnovata apertura alla società. Per questo mi appello al senso di responsabilità di ognuno, tanto più in questa fase in cui sembrano prevalere le peggiori derive populiste e di destra che nulla hanno a che vedere con la storia e i valori della nostra città. Mi auguro che le annunciate dimissioni possano essere superate attraverso un confronto vero sul futuro di Città della Pieve, insieme, in una campagna elettorale che ci veda fianco a fianco impegnati a difesa dei diritti e per lo sviluppo della nostra comunità locale”.
Non sappiamo se qualcuno dei dimissionari ci ripenserà. O ci ha già ripensato (qualche voce in tal senso circola). Non sappiano se qualcuno dei dimissionari dal Pd si aggregherà alla lista Risini, contro il Pd (anche in questo senso qualche voce circola). Ma si sa in campagna elettorale le voci svolazzano più dei giornali della canzone ‘Bartali’ di Paolo Conte…
Ma a Città della Pieve, al di là delle diatribe interne al Pd (che non sono poca cosa, ma sono comunque un aspetto parziale), il quadro pre-elettorale registra ad oggi altre situazioni degne di nota: 1) la scomparsa dalla scena dei 5 Stelle che sembravano sulla cresta dell’onda solo 2 anni fa e adesso sono silenti e assenti su tutta la linea. 2) la scomparsa dalla scena del Centro destra. Il referente storico della destra pievese Lorenzo Berna ha dichiarato, in conferenza stampa, di non ricandidarsi. Ma nessuno dietro di lui ne ha raccolto il testimone.
Sappiamo che Faustro Risini è stato tirato per la giacchetta e poi mandato in campo dalla destra, con la speranza di rubare voti alla sinistra (data la provenienza di Risini), con una aggregazione civica del tipo “tutti contro il Pd”, ma ad oggi nessuna forza del centro destra ha ufficialmente dichiarato il proprio appoggio a Risini. Non lo hanno fatto nemmeno i 5 Stelle. Pare che lo stesso Risini abbia espressamente chiesto alla destra di non esporsi, per non perdere quel poco di appeal che potrebbe avere sull’elettorato di sinistra. Ma al momento la situazione è paradossale. C’è un candidato in campo (Fausto Risini) che è il candidato di nessuno. E pertanto è lasciato lì sulla graticola a cuocersi a fuoco lento.
Certo, il nodo si scioglierà ad un mese dalla elezioni, quando si presenteranno le liste. Se la destra non sarà in campo, con una lista propria, sarà evidente che appoggerà Risini (essendo improbabile che appoggi la Fabbrizzi). Lo stesso dicasi per i 5 Stelle.
La novità, rispetto alle elezioni precedenti, non è di poco conto. La destra che a Città della Pieve c’è sempre stata ed ha una sua storia decide di annullarsi in una lista civica senza bandiera, di tipo revanschista; i 5 Stelle che invece di provare a vincere, ora che sono anche forza di governo nazionale, si dileguano e si azzerano pure loro…
L’alleanza di centro sinistra ha certamente i suoi problemi e Simona Fabbrizzi sconterà il gap di non essere proprio pievese-pievese, di essere considerata un prodotto della “partitocrazia”, ma dalla parte opposta della barricata la confusione e il nulla cosmico sembrano essere ancora più evidenti. Si pensi al povero Risini, candidato a sindaco sostenuto da nessuno.
M.L.
Tutti fanno i disegni prima dell’esame.E’ anche normale, ma talvolta il disegno che vorrebbe rappresentare il castello non sempre lo rappresenta, poichè il castello spesso non è un castello ma si rivela una capanna, od altro.E questo è valido per tutto e per tutti ed anche per il suo contrario.Spesso hanno dato forfait anche i sondaggi delle elezioni politiche nazionali.Lecito fare previsioni ma talvolta sarebbe meglio non giocare alla schedina o Sisal come si chiamava una volta.Sono tempi che ”l’avevo detto” è sempre meno di moda.
Qualcuno ha fatto sondaggi o previsioni?
No nessuno, ma fra le righe ci sanno leggere tutti, come il fatto che è stato detto che a Città della Pieve la destra ha avuto da sempre una sua storia e che adesso abbia deciso di ” annullarsi” in una lista civica senza bandiera del tipo ”revanchista”. Cosa deve capire uno che legge ? Ne più nè meno che quasi un invito alla destra di rimanere dove è e di non stemperarsi in altro.Cosa ne esce da codesto discorso come risultato sul terreno ? Non si può parlare di una tentativo di lista civetta al contrario ma fa forza sulle istanze di coloro che hanno da sempre votato destra e che adesso è meglio che rimangano a perorare le loro mura invece che da cpoter costituire un pericolo di scardinamento. Ma non ci vuole mica la scenza infusa a capirlo tale discorso ? un altra cosa poi. il dscorso che pare che Risini abbia sommessamente chiesto alla destra di non esporsi per non rovinare la luce di sinistra sulla sua persona, da dove viene fuori vorrei capirlo. Io credo Marco che codesti siano tutti piccoli tentativi, escamotages, tentativi che messi uno vicino all’altro vorrebbero piano piano senza far render conto alla gente di servire la causa verso coloro dei quali sono stati da parecchio scontenti, e lo scontento qui si tratta soprattutto che sia indirizzato verso il PD. O mi sbaglio e sbaglio obiettivo ? Il tuo discorso finale sul candidato a sindaco che possa correre il rischio di essere un candidato parto della partitocrazia secondo me è l’unica negazione reale di una realtà vera, nella quale e per la quale si mettono avanti le mano e si dice- davanti a quello che tu definisci il nulla cosmico ( ma perchè ammesso che lo sia anche tale il nulla cosmico,gli altri in questi anni sono stati diversi? Anzi, sono stati peggio del nulla cosmico ma questo è un parere non solo mio ma di tanti altri )è un qualcosa di- ” guardate, sembra,ma non è così”.In pratica la lista civetta all’arrovescio, anzi la chiamata all’adunanza di forze spesso in contrasto fra loro all’interno della sinistra per far formare un fronte di resistenza verso la possibile detronizzazione.Come vedi Marco viviamo in tempi che si dà un significato alla sinistra che non è più quello che abbiamo vissuto ed anche alla destra non è più quello che abbiamo visto nel passato. Restano solo piccoli arrampicamenti destinati al rattoppamento di situazioni sfuggite di mano da ormai parecchio tempo e che resistono incollate spasmodicamente alle poltrone nonostante gli errori fatti dai loro dirigenti supremi e penetrate dentro gli apparati di stretta obbedienza in periferia, che hanno coinvolto persone magari in buona fede ma con una capacità di critica politica molto approssimata. Ed adesso si raccolgono gli arbusti sperando che fermino l’acqua, che anche quella acqua non è ma è frammista a fango.Ed allora io credo che ognuno personalmente debba sentire dentro se stesso ed operare per superare tale impasse, ma vedendo la situazione dall’esterno anche per un non conoscitore di Città della Pieve che si spinge a criticare superficilamente le cose e le situazioni come faccio io, non mi sembra che i sentieri siano quelli che occorrano e che possano portare al treno del cambiamento, specialmente quelli dove sono i binari della partitocrazia, perchè partitocrazia è, e lo vedono tutti che è questa.Ma si sà, nel mare in tempesta e dove non ci sono salvagenti anche le camere d’aria delle ruote delle macchine servono a galleggiare.