CITTA’ DELLA PIEVE: I DOLORI E LE INCERTEZZE DI UN PD AI MINIMI TERMINI. LA SCIALUPPA DI SALVATAGGIO ARRIVA DA SINISTRA?

giovedì 07th, marzo 2019 / 12:24
CITTA’ DELLA PIEVE: I DOLORI E LE INCERTEZZE DI UN PD AI MINIMI TERMINI. LA SCIALUPPA DI SALVATAGGIO ARRIVA DA SINISTRA?
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CITTA’ DELLA PIEVE – La situazione politica in vista delle amministrative di fine maggio sta diventando paradossale nella città del Perugino. Per ora c’è un solo candidato in campo: Fausto Risini, ex segretario del Pds, che è stato tirato per la giacchetta e gettato nella mischia dal centro destra e da una piuttosto fantomatica area civica. Più, sembra qualche socialista.

Ma a diverse settimane dall’annuncio dello stesso Risini nessuno si è esposto pubblicamente e ufficialmente per appoggiarlo, neanche le forze che lo hanno spronato a presentarsi… E questa è la prima anomalia. Oltre a quella di un candidato considerato a buon diritto persona di sinistra che dovrebbe rappresentare l’area di centro destra o comunque l’area alternativa al Pd e alla maggioranza uscente.

La seconda anomalia riguarda proprio il Pd, che si è incartato da solo, prima facendo fuori il sindaco uscente, costretto a farsi da parte e a dichiarare “mai più con il Pd!”. Poi facendo trapelare o gettando sul tavolo in maniera ufficiosa una serie di nomi bruciati però uno ad uno in men che non si dica: da Michele Gorello (ala renziana del partito) a Marco Cannoni (vicesindaco uscente) a Michele Croce e Marco Giovagnola, due volti nuovi in sostanza, che però si sono detti indisponibili (ma non li avevano sentiti prima?). Adesso il Pd si è infilato in un cul de sac, più isolato che mai, e senza più cartucce da sparare. Salvo qualche ripescaggio dal parco macchine dell’usato sicuro.

Tutto ciò mentre anche le primarie per il segretario nazionale hanno sì confermato la svolta zingarettiana verso un partito meno fru-fru e più ancorato alle parole d’ordine sinistra, ma hanno confermato pure lo stato quasi comatoso del Pd pievese: 460 votanti in tutto… una inezia. Poco più della metà di quanti hanno votato a Chiusi dove non ci saranno le comunali e quindi c’è oggettivamente meno “tensione politica” al momento… Il dato delle primarie disegna un Pd pievese ai minimi termini. E in mezzo a una strada, come si dice da queste parti…

Il partito di maggioranza ha rotto con Fausto Scricciolo, senza avere nel cassetto una alternativa pronta e spendibile. E anche questo la dice lunga sullo stato del partito.

Ma oltre a non avere un candidato, il Pd non ha neanche presentato un programma, né ha fatto avances verso possibili alleati. Qualche incontro c’è stato. Ovvio. Ma ne è sortito poco o nulla. Tanto che i socialisti, che erano in maggioranza ai tempi di Manganello, si sono spesi in massa per il Manifesto dei 26 a favore di una lista civica svincolata dai partiti, ma “alternativa al sistema”… Quindi alternativa al Pd.

Adesso a rompere l’impasse che si è creata potrebbe arrivare una scialuppa di salvataggio per il Pd.  Da sinistra.

Sembra infatti pronta a scendere in pista una aggregazione di forze e soggetti della sinistra a sinistra del Pd, da Rifondazione a Sinistra Italiana, insieme a Maria Luisa Meo che finora è rimasta in silenzio e fuori dai giochi, ma nel 2014 capeggiò la lista di opposizione Pieve di Tutti pur rimanendo fedele a ideali e posizioni del centro sinistra. Adesso, con Scricciolo out, potrebbe anche decidere di tornare nei ranghi, insieme ad alcuni dei suoi.

A ragionare intorno ad una ipotesi del genere sarebbero Fabrizio Fattorini ex vicesindaco di Manganello, area Rifondazione; Vasco Cajarelli, sindacalista moianese, della Fiom di Perugia, anche lui vicino a Rifondazione; Simona Fabbrizi, che è la segretaria provinciale di Sinistra Italiana… Più la setssa Meo e altri esponenti locali dell’area di sinistra e del mondo associativo.

L’obiettivo di questa aggregazione sarebbe quello di aprire un tavolo di confronto immediato con il Pd, in modo da costruire un “frente amplio” da contrapporre all’eventuale lista “Tutti contro il Pd” che poi sarebbe la destra leghista e sovranista vestita da lista civica.

Potrebbe anche uscire da questo rassemblement il nome del candidato o della candidata a sindaco. Quello di Cajarelli, della stessa Simona Fabbrizzi o di qualche outsider comunque autorevole, conosciuto e riconoscibile già circolano. Con la disponibilità ad accettare anche un candidato espressione del Pd, sempre che il Pd lo trovi in tempi rapidi.

Per il partito di maggioranza questa potrebbe essere non solo l’ancora di salvataggio, ma veramente l’unica possibilità di rimanere a galla. E di provare a vincere le elezioni. Così come per la sinistra sarebbe un’opportunità per tornare in campo come forza decisiva e propulsiva e non solo come presenza autoreferenziale e di testimonianza.

Ma il Pd traccheggia. Non sa che pesci pigliare. Sembra un viandante davanti ad un bivio dove non ci sono cartelli indicatori… Non sa dove andare.

Tra gli iscritti al Pd (soprattutto a Moiano) c’è chi non vedrebbe male una soluzione come quella appena descritta. Ma sono voci piuttosto solitarie. Maria Luisa Meo, che sembrava volersi dedicare ad altro, può fare da collante. E’ vero che in questa legislatura ha fatto opposizione, “ma l’ha fatta in modo civile e responsabile. Mai in maniera preconcetta” dicono alcuni anche nel Pd, quasi adombrando l’idea che è stata più rigida e preconcetta l’azione di governo di Fausto Scricciolo. Le scorie delle primarie 2014 e della grande rottamazione che ne seguì non sono ancora del tutto smaltite…

Ma il Pd quanto può aspettare ancora prima di prendere una decisione?

Nel frattempo rimane sul tavolo anche l’ipotesi di una lista personale di Scricciolo, fuori e contro il Pd. A quel punto si profilerebbe uno scenario con tre candidati, tutti di area di sinistra, l’un contro l’altro armato. Uno scenario da film horror. O da cinepanettone. Per Pasqua, quindi anche fuori tempo.

m.l.

 

nella foto: Simona Fabbrizzi, Sinistra Italiana.

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