IL TIFOSO MORTO A MILANO: UN BLITZ MILITARE DI FASCISTI E NAZISTI, ALTRO CHE ULTRAS!
Non uno scontro tra tifoserie avverse. Non un’azione dimostrativa degli ultras interisti in marcia verso lo stadio, ma – secondo la Digos – un “blitz militare” di gruppi organizzati. I pulmini dei tifosi napoletani sono forse finiti nel “tritacarne” per caso. O erano stati scelti come obiettivo e vittime sacrificali di quel blitz. Con tanto di depistaggio della polizia. Anche se gli stessi inquirenti ammettono che “qualcosa nel controllo di quella parte di territorio non ha funzionato a dovere” e ci si interroga su come un’azione del genere sia potuta sfuggire al controllo delle autorità. Va detto che le telecamere dei Tg hanno mostrato come alcuni “arnesi” usati per l’aggressione (roncole e martelli) fossero ancora lì, abbandonati in un’aiola spartitraffico, il giorno dopo… Chiunque avrebbe potuto raccoglierli e usarli…
Ma come dicevamo in apertura, il problema è anche un altro: è l’inquinamento e l’occupazione militare delle curve degli stadi da parte di movimenti di estrema destra. Ed è il fatto che gruppi organizzati di neofascisti e neonazisti noti alla polizia riescano a girare indisturbati e incappucciati per una città come Milano e riescano a attuare azioni di guerriglia come quella del 26 dicembre. Come riporta il Corriere della Sera il sospetto della Digos è che l’azione sia stata organizzata attraverso sistemi instant messenger come TorChat. Ma potrebbe esserci stato un incontro operativo fra i capi, forse il giorno di Natale.
Il ministro degli Interni, sempre solerte quando c’è da bloccare una nave carica di profughi, questa volta ha toppato alla grande. Per di più nella sua Milano. E la corsa tardiva nel luogo del delitto non ripara le lacune che si sono verificate nella sorveglianza e nel contrasto all’azione violenta e premeditata dei neonazi italiani e francesi ai danni dei malcapitati napoletani.
Molti hanno avuto ed hanno il sospetto che certi gruppi siano tollerati, “lasciati fare”, perché fanno comodo per innescare il clima di paura e insicurezza, e perché sono parte integrante del bacino elettorale della nuova destra nazionalista, “sovranista” e razzista, che sta facendo rete in tutta Europa. La presenza degli ultras nazistoidi del Nizza ne è la prova provata.
Certo gli ultras fanno comodo alle società di calcio che non li isolano a sufficienza, che li tollerano, talvolta li foraggiano; i fascisti e nazisti invece sono funzionali ad altre logiche che con il calcio c’entrano poco. E i fascisti e nazisti a piede libero col cappuccio in testa e le mazze in mano sono una presenza insopportabile e intollerabile in un paese civile e democratico. Sono un insulto alla Costituzione. E sono feccia sia quando sparano ai neri per strada, sia quando si vestono da ultras e assaltano i pulmini dei tifosi ospiti…
A Milano, tre giorni fa c’è scappato il morto. Stavolta uno di loro. Uno venuto apposta da Varese per fare gazzarra. Morire sotto un pulmino, per strada, solo perché volevi spaccare il culo ai meridionali, aggredendoli all’improvviso, non è neanche una morte da eroe come la sognavano i repubblichini di Salò e i paracadutisti della Herman Goering. E’ una morte assurda e stupida, come è stupida e assurda la violenza, come è assurda e stupida la prosopopea fascista…
La violenza nel calcio e intorno al calcio c’è. Ma è quella dei fischi a Koulibaly, è quella dei giocatori che aggrediscono e picchiano gli arbitri, è quella dei genitori che incitano i figli a rompere una gamba all’avversario anche nelle partite degli under 13… Quella del 26 dicembre a Milano è un’altra storia. Chiamiamola con il suo nome, please.
M.L.