CHIUSI SCALO, ARRIVA LA PISTA DEL GHIACCIO IN VIA MAZZINI. CON POSTEGGIO ALTERNATIVO
CHIUSI – Nonostante il maltempo c’è più gente del solito in giro per Chiusi. In Italia i “ponti” funzionano sempre. Quelli del calendario. Gli altri, quelli di cemento armato, no, quelli crollano.
Insomma il “ponte di Ognissanti” sta portando turisti anche laddove se ne vedono pochi generalmente. Evidentemente anche Chiusi, piano piano, a forza di piccole cose, riesce a ritagliarsi uno spazio tra le mete del week end, almeno. E’ ache il periodo dell’olio novo, e la gastronomia locale è un buon biglietto da visita, spesso più efficace del mito di Porsenna, degli etruschi e o delle catacombe paleocristiane, chiese, torri cunicoli sotterranei e cattedrale… Che restano sempre tesori rilevanti. Il legame della città con la chiocciolina di Slow Food comincia forse a dare i primissimi segnali positivi.
E con il ponte di Ognissanti ancora in corso, le associazioni dei commercianti già sono all’opera per organizzare il percorso che porterà alla fiera del 2 dicembre e poi al periodo natalizio. Sarà un percorso lungo che durerà quasi 2 mesi: dalla metà di novembre all’8 gennaio. Tra le numerose iniziative in programma, ma ancora top secret, una è già stata invece annunciata. Si tratta in effetti di un “ritorno” non proprio di una novità assoluta. Ma sarà un ritorno in grande stile, con l’iniziativa che sarà “più bella e più grande che pria!” come diceva il famosissimo sketch di Petrolini.
Parliamo della pista del ghiaccio, attrattiva per grandi e piccini, che farà di Chiusi Scalo una specie di piccola città nordica. Non scomodiamo New York e i tanti film che hanno proposto immagini dei newyorkesi intenti a pattinare tra i grattacieli. A Chiusi Scalo di grattacieli non ce ne sono. Ma la pista sarà comunque coperta, molto grande e avrà anche uno scivolo per provare anche l’ebbrezza della velocità… In passato, per qualche anno, è stata piazzata in piazza XXVI Giugno, da tempo però non era stata riproposta. Quest’anno invece torna ma sarà allestita nel grande posteggio di Via Mazzini a Chiusi Scalo. Laddove di solito viene piazzato il quartier generale dei Ruzzi della Conca. Quindi in pieno centro, a pochi metri dalla piazza della stazione e dalle strade dello shopping.
Per non creare disagi e contraccolpi dovuti all’occupazione di un posteggio molto utilizzato soprattutto da chi viene a Chiusi Scalo a lavorare, l’Associazione Chiusiinvetrina ha trovato una soluzione alternativa, cioè un posteggio provvisorio altrettanto grande e altrettanto centrale, sempre a poche decine di metri dalla stazione. Si tratta dell’ex area Della Ciana, posta in fondo a via Manzoni, che la nuova proprietà ha concesso in comodato gratuito per tutto il periodo in cui resterà montata la pista del ghiaccio. In sostanza dal 15 novembre all’8 gennaio. Il posteggio, un po’ più grande e capiente di quello di via Mazzini sarà illuminato e libero, senza disco orario.
Per chi deve posteggiare cambierà poco o nulla, insomma. Nessuno dovrà finire in aree molto periferiche. Senza una soluzione del genere la pista in piazza avrebbe creato sicuramente problemi e malumori. In questo modo no. E l’operazione è anche un piccolo segnale di “sinergia” tra soggetti diversi (Comune, Chiusinvetrina, associazioni di categoria, proprietà dell’area) per rendere la città più attrattiva intorno alle feste di Natale, perché le luminarie da sole non bastano…
E’ vero che a Natale siamo tutti più buoni, meno nelle occasioni in cui non si trova il parcheggio…
chiusi, chiusinvetrina, Juri Bettollini, Paola Fatichenti
Ma i turisti dove sono stati avvistati? forse a Montepulciano…
C’è un mortorio che fa paura, centro storico e chiusi scalo compresi basta passarci o sentire quei poveri negozianti!
La crisi sta arrivando anche nei piccoli paesi..
Forse se si lasciava libero il parcheggio si guadagnava qualcosa in più, le piste del ghiaccio ormai sono ovunque centri commerciali compresi, chi viene a quella di Chiusi non è interessata allo shopping.
Ma possibile che non riusciamo mai a fare qualcosa di nuovo..
Mai una novità a Chiusi 🙁
Nessuno ha scritto che Chiusi stia vivendo un boom turistico. O che tutti i problemi siano risolti, ma questa mattina,2 novembre, c’era oggettivamente, più gente del solito nel centro storico. Ci sta che nessuno abbia comprato uno spillo o preso un caffè. Ma un po’ di turisti in giro si vedevano. Tutto qui. Che poi Montepulciano sia un altro pianeta lo abbiamo scritto anche noi, più volte peraltro.
https://www.primapaginachiusi.it/2018/08/turisti-go-go-decine-di-locali-il-secondo-rinascimento-di-montepulciano-una-perla-che-torna-brillare/
https://www.primapaginachiusi.it/2017/12/montepulciano-troppi-turisti-e-bene-male/
https://www.primapaginachiusi.it/2017/10/montepulciano-da-perla-del-500-a-disneyland-tre-megaposteggi-ridosso-del-centro-storico-bus-turistici-molte-polemiche/
Sig. Cencini,
il suo messaggio è inopportuno e privo di senso a mio avviso, spesso prima di scrivere bisognerebbe essere a conoscenza dei fatti, ma è più facile e divertente sparlare.
A Chiusi hanno portato per primi nella zona la pista del ghiaccio (2003) inoltre sono state fatte tante iniziative poi scopiazzate. Siamo tutt’ora portati come esempio per il nostro CCN e per il successo di alcuni eventi. Non ci possiamo paragonare a Montepulciano e certo non siamo in competizione, siamo orgogliosi per il successo dei nostri “vicini” e soddisfatti della collaborazione che a volte abbiamo.
Ci dispiace che ci siano tante persone apparentemente frustrate e con tanta rabbia che poi sfogano nella maniera meno opportuna. Buona vita. Paola
Non voglio entrare nella diatriba anche perché da diversi mesi sto’ alternativamente lontano da Chiusi quindi me ne rendo conto molto poco di come e di quanto si dica che sia aumentata la presenza turistica ma il fatto come si dice che ci sia la presenza di un numero maggiore di persone nei giorni festivi e di ponte credo non sia la misura per stabilire che le cose funzionino.Probabilmente è vero che Chiusi sia più animata rispetto a prima ma credo che sia anche vero che i negozi conservino lo stesso magro quantitativo di frequenze tranne forse quelli che la crisi l’abbiano sentita poco e che sono quelli soliti e di sempre.Ci sarebbe da fare una riflessione sul fatto che le visite che riguardano il patrimonio storico come il Museo-pezzo importante se non il più importante -siano in netto calo rispetto agli anni scorsi.La crisi evidentemente ha battuto forte anche sui comuni circonvicini escluso chiaramente Montepulciano,Pienza e Cortona, ma per esempio anche Città della Pieve se non erro nonostante la valorizzazione del suo patrimonio storico archeologico,credo sia in discreto calo.Allora credo che la riflessione da fare possa essere questa è che un grosso fattore di crisi sia dovuto alla crisi internazionale che vede in crescita le grandi città d’arte come Venezia, Firenze,Roma che strappano tempi di sosta maggiori alle città minori del territorio.Capisco che sia difficile pensare a poli di attrazione ma credo che sia altrettanto difficile pensare che iniziative del tipo la pista sul ghiaccio, la festa dell’uva ed altre a consumo localistico che è bene che ci siano certamente,ma credo che ci vogliano iniziative che testimonino e prendono quanto di meglio vi sia in una società globalizzata e mi riferisco a mostre, simposi, convegni culturali a 360 gradi.La pista del ghiaccio che fa la felicità dei ragazzi e dei bambini non risolve nulla 3 domani sarà un giorno come l’altro ieri e con nulla di diverso.Io credo che serva conoscenza della veicolazione dei fenomeni culturali e quali di questi potere e dovere valorizzare.Naturalmente si fa riferimento sempre ai soldi impiegati che richiederebbero tali iniziative ma provate a fare un conto di quanti soldi siano stati spesi per le strutture e per gli aspetti ludici di cui fruiscono i giovani.Il mondo è cambiato beninteso ma senza voler criticare nulla e nessuno mi dite cosa hanno apportato queste strutture ed iniziative alla cultura ed allo sviluppo turistico ed al benessere dei suoi abitanti? La risposta datevela da voi stessi e vi prego di essere oggettivi nella vostra critica.
Guarda Carlo che molte iniziative che tu definisci o “cataloghi” come “aspetti ludici di cui fruiscono i giovani sono tutt’altro che solo per i giovani. Il palasport ad esempio serve a chi fa sport (per lo più i giovani), ma anche a chi lo sport lo segue dalle tribune ed ha interesse e soddisfazione nel vedere una partita di basket o di volley di alto livello, o un concerto; il potenziamento del campo sportivo con nuove strutture serve certo a chi ci gioca, ma anche ai tifosi, che possono seguire le partite sotto tribune coperte e più confortevoli… Il Lars Rock fest è una iniziativa per i giovani? sì, ma non solo, visto che propone da sempre band internazionali degli ani ’70, composte da musicisti ormai 70enni come i Wire, The Gang of Four o The Pop Group… roba non per venti-trentenni, ma più per gente della nostra età che difficilmente avrebbe possibilità di ascoltare quelle band in Italia.
E così la pista del ghiaccio, che durerà un mese e mezzo e avrà successo, perché queste cose “tirano”. E non è solo per ragazzini. Ce l’avrai sotto casa, basterà darci un’occhiata ogni tanto per vedere che saranno molti i bambini e le mamme giovani che li accompagnano, ma saranno molti anche i 40-50enni che si divertiranno a pattinare… C’è chi dice che con la cultura (o con lo sport) non si mangia. Io invece credo che i soldi spesi nella cultura, compresi il teatro e la musica (anche il rock e il post punk) e nello sport siano sempre soldi spesi bene, perché servono a far crescere la comunità. Se quei soldi portano in dote anche un po’ di “turismo indotto” è tutto di guadagnato. Poi che una rondine non faccia primavera, che tutto ciò non basti è evidente. Ma i segnali positivi, come qualche presenza in più del solito in giro per il paese, come il legame con Slow Food o come l’imminente nomina di Gianni Poliziani a direttore artistico del Mascagni e del Festival Orizzonti, secondo me vanno colti e sottolineati. Perché sono anche politicamente rilevanti.
Poche decine di metri la distanza fra l’attuale parcheggio e quello nell’area Della Ciana? Non direi proprio. Andiamolo a dire ai residenti di via Mazzini e quelli in fondo Via Oslavia.
Ho scritto che il posteggio slternativo sarà “sempre a poche decine di metri dalla stazione”. Una soluzione insomma non molto penalizzante rispetto al posteggio di via Mazzini che comunque è pensato non tanto per i residenti, quanto per i pendolari, che sono i più numetsosi utilizzatori. Soprattutto i negozianti, gli artigiani, le commesse, gli impiegati che vengono a lavorare a Chiusi scalo e nella pausa pranzo prendono l’auto. Trattasi di posteggio a 4 ore, con qualche stallo a 30 minuti, giusto per chi deve andare alla posta. Quelli, credo, rimarranno aperti…almeno sla strada.
Che sia pensato per i pendolari è tutto da dimostrare visto che non ci sono indagini in merito. Mi piacerebbe sapere quanto contenti siano i negozianti di via Mazzini e dintorni, fino alla stessa piazza Dante. Questa che ci viene propinata è urbanistica d’accatto.
Paolo, si parla di un posteggio provvisorio per un mese e mezzo, non di urbanistica. Certo che è pensato per i pendolari, per chi lo pensi se no un parcheggio a 4 ore? I pendolari cui mi riferisco (e l’ho scritto nel commento qui sopra) sono proprio i negozianti di via Leonardo da Vinci, Piazza Dante, via Pasubio, via Isonzo, via Buonarroti. Sono loro che utilizzano in massima parte il parcheggio a 4 ore di via Mazzini. Siccome l’iniziativa l’ha presa l’associazione dei commercianti dello Scalo Chiusiinvetrina immagino che avrà anche sentito il parere degli associati (alcuni dei quali sono i pendolari di cui sopra).
Se il parcheggio è a 4 ore non è per i pendolari che lasciano la macchina la mattina e la riprendono la sera. Mi pare di capire che si tratta di due mesi che aggiunti al periodo dei ruzzi fa quasi tre. Si tratta quindi di un periodo di tutto rilievo su cui si decide con i proponenti e non con i residenti interessati. Andiamolo a dire all’emporio cinese se va bene o danneggia . Ma ci sono altri negozi che necessitano parcheggi nei paraggi.
e allora Paolo come li vogliamo chiamare i negozianti, le commesse, gli impiegati che lasciano l’auto la mattina alle 9,00 e la riprendono alle 13,00, poi riposteggiano alle 15,00-16,00 fino alle 19,00-20,00? Non sono pendolari quelli? Il parcheggio di via Mazzini serve soprattutto a loro e a chi viene per fare shopping. Il fatto che sia stato individuato un parcheggio provvisorio alternativo, non lontano dalla piazza della Stazione (intesa come centro cittadino) per il periodo in cui il posteggio di via Mazzini sarà occupato dalla pista del ghiaccio, mi sembra una cosa sensata e doverosa. Per i Ruzzi non è mai successo, ad esempio. Quindi è un passo avanti. Poi che l’area di via Mazzini non sia la location migliore per i Ruzzi e per iniziative di massa si può dire. Purtroppo però non ci sono altre aree altrettanto capienti e centrali da utilizzare. Pare che la pista che verrà quest’anno in Piazza XXVI Giugno non c’entrasse perché più grande di quelle del passato. Che la situazione penalizzi qualcuno è possibile. Succede sempre quando si va a modificare un assetto. Credo che nella decisione siano state coinvolte (come ho scritto) non solo Chiusinvetrina, ma anche le associazioni di categoria, quindi in teoria la rappresentanza di tutto il tessuto commerciale. D’altra parte se si vogliono avere delle iniziative di richiamo, un prezzo lo devi pagare. Lamentarsi del posteggio alternativo è come lamentarsi per il rumore dei concerti rock o per i coriandoli per terra a carnevale…
Mi dispiace ma non la penso come te, assolutamente,per il semplice fatto che mischi le mele con le pere ed appunto metti tutto insieme nella pentola, gli dai una rimaneggiata ed estrai quello che a te torna meglio o pensi che torni meglio.Tanto per essere più preciso considero il Teatro certamente cultura, ed anche con la C maiuscola, ma non accomuno a questo lo sport ed il fatto che bande Rock o Post punk facciano parte di questa.Questo lo ritengo aspetto di divagazione perché di cultura oggi li dentro per rendersi conto dove sia occorre prendere una lente grande come quella di Monte Palomar.Queste manifestazioni nulla portano al paese ma solo divagazione e divertimento, che è bene dirlo che debbano pur esserci ma oggi l’aspetto mediatico che li definisce li colloca sopra tavolini le cui gambe ci venga detto che sono cultura rivestono un aspetto risibile e facilmente criticabile.Diciamocelo francamente mica è veleno profuso alle masse ,ma vedi bene che tali manifestazioni soprattutto musicali secondo te segnano e determinano lo sviluppo,anche quello preteso culturale? Te l’ho sempre ripetuto quale possa essere la mia idea su questo e cosa insegni e lasci nelle menti e nelle coscienze della popolazione soprattutto quella più giovane che ne viene attratta e che purtroppo si accosta a tali manifestazioni non conoscendone altre che magari fornirebbero loro molta più luce sugli aspetti del mondo e non necessariamente solo quelli seriosi ed impegnati ma che potrebbero aprire squarci profondi nelle coscenze se fossero supportate e ci si investisse soldi invece che metterli nelle partite di volley o di altro e che come si vede alla fine determinano spese enormi per comunità esigue, facendo pensare ai cittadini che anche lo sport sia un investimento economico.Oggi Marco purtroppo è tutto è falsato, molti aspetti delle iniziative sociali richiedono denaro e per questo denaro magari un ente pubblico esclude dalle mense anche soggetti deboli di famiglie non abbienti. Non ci vorrebbe una intelligenza superiore da parte di una giunta che guidi un Comune perché non si arrivi ad un giudizio dove oggi tutti sembrano tendere e cioè che ci voglia sia quello che quell’altro.Fino a prova contraria quando andavamo a scuola ci insegnavano che esistevano bisogni primari e secondari ed anche quelli terziari reputati di minore utilità,ma come mi piace farti osservare che nel sistema dei soldi si innesca una spirale per la quale ognuno sia interessato a soddisfare ciò che per lui appaia essenziale.E’ li che si misura l’attendibilita o meno di una amministrazione rispetto ai bisogni di tutti i cittadini poiché non esistono proprio lì la serie A e la serie B od altre.Tutto questo oggi non succede perché la gestione di una attività pubblica in tempi come questi dipende dal denaro a disposizione e tale denaro viene tagliato non solo ai Comuni ma alle Provincie ed alle Regioni.Nota che gli stessi partiti che sono in giunta sono stati anche per decenni in Parlamento ed hanno governato e quando si dice che si presentavano piaceva loro presentarsi rivoluzionari in periferia e conservatori al centro obbedendo alle rigide disposizioni dell’Europa in fatto di spesa pubblica sfido chiunque a dimostrare il contrario.Di cultura si potrebbe vivere questo per noi italiani è quasi sicuro ma quando nella politica non si creano vivaio di rappresentanti e di teste pensanti e si rimane legati soprattutto al localismo ed ai tendoni per il volley,credimi che fra poco vedremo nazioni come la Repubblica Ceca o la Romania passarci avanti in maniera inesorabile.In Inghilterra o negli Stati Uniti intorno ad un reperto archeologico ci costruiscono un museo, in Italia attorno ad un reperto archeologico occorre metterci la vigilanza privata se ci sono i soldi per pagarla perché è probabile che lo portino via.Ed allora non illudiamoci di essere nella cultura un grande paese, siamo un grande paese come contenitore fisico di cultura e di beni ed anche di conoscenza, ma la politica che tiene insieme quello che ci potrebbe sfamare e segnare il nostro sviluppo verso il futuro è penetrata dall’ignoranza delle nostre classi dirigenti.Ma se ci pensiamo bene non potrebbe essere diverso se guardiamo alla nostra storia,fatta di lotte, sopraffazioni di stati e staterelli gli uni sopra gli altri, di signorie che si interessavano solo a prevalere le une sulle altre e che sfruttavano i territori dove erano con tutta l’acqua popolazione che esisteva sopra e che poverissima osannava chi li comandava,come si dice portando l’acqua con le orecchie al signore di turno.Menti eccelse politicamente, scientificamente ed artisticamentesi sono distinte da tutto questo ed hanno segnato nella storia livelli altissimi di consapevolezza e di lucidità di ciò che costruivano,ma il resto-ed ancora continua-è un popolo molto diverso da quello della Francia o dell’Inghilterra.Siamo un popolo-come diceva qualcuno-di navigatori e di eroi ma questo popolo e’ stato da sempre un popolo assoggettato al volere di altri,che ha voluto bene alle dittature quando le ha subite,che in minima parte si r riscattato da queste nella lotta della sua parte spesso più cosciente, ma per la stragrande maggioranza resta un popolo di individualisti che crede sempre durante le vicissitudini che subisce grazie alla sua cultura primitiva di potersi salvare da solo o prendendo le briciole che cadono dalla tovaglia di chi mangia arruffianandosi con chi promette loro di cambiare il loro status economico.Con la cultura si mangerebbe ed è vero ma questi sono destinati a digiunare grazie soprattutto a loro ed ai loro rappresentanti.Ho 72 anni e poche volte ho visto il contrario.
allora aspettiamo con ansia le prime fratture di polso 🙂