IL VACCINO CHE NON C’E’
di Alessandro Lanzani
Mi presento: persona, cittadino, medico.
Raramante segnalo l’ultima qualifica perché è un ruolo diciamo totemico sacerdotale che genera l’aspettativa della verità. Fallacia della speranza e abuso di potere aleggiano intorno al totem.
Rappresento purtroppo una minoranza estrema, solo 8 su 3.000 del mio anno a frequentare il corso di storia della medicina.
Dovrebbe essere fondamentale e obbligatorio. Perché? Perché insegna che la medicina è un percorso lento, contorto, non lineare di ripulitura degli errori delle conoscenze per migliorare la vita e attenuare la potenza devastante di malattie e morte.
Compreso che questo riguarda il presente, ovvero che oggi non ieri, la medicina è intrisa di errori, si può parlare dei vaccini.
I vaccini sono un argomento complesso: diversa gravità delle malattie vaccinande, diversa efficacia del vaccino, diversa probabilità di effetti collaterali e diversi costi sulla comunità. I vaccini nella storia e nel presente sono comunque in saldo positivo. Molto positivo.
Un’equazione di quarto grado lasciata in mano alla ricerca privata che ormai ha il dominio del concetto stesso di salute. Un’equazione di quarto grado usata da degli analfabeti sanitari e funzionali come la quasi totalità dei politici che la utilizzano a colpi di twitter per occupare il territorio del consenso emotivo, regressivo populista.
Alcuni si appellano alla scienza accreditata come arbitro imparziale della questione, non sapendo che la scienza accreditata lo sarebbe davvero solo se fosse pubblica e non infiltrata in tutti i suoi gangli dagli interessi della scienza privata .
E quindi di che cosa stiamo parlando ? Di nulla, finché non perseguiamo l’obiettivo di una sanità totalmente pubblica, sia nella ricerca che nella applicazione, siamo solo dentro un vortice di conflitti di interessi politici, scientifici, mediatici che generano una pericolosa ybris di emotività aggressiva e indifferenziata.
Il vaccino che non c’è e di cui abbiamo bisogno si chiama sanità pubblica.
Mi trovi completamente d’accordo con quanto dici ma in un sistema che si cura dei consensi politici e che dietro ai consensi lo sappiamo che esiste il sistema dei soldi che determina la maggior parte dei rapporti fra stato ed economia privata che spesso si ribella ai vincoli in nome della libertà individuale.
Chiedo scusa per il taglio grammaticale.Continua dal primo intervento:….(individuale…) anch’esso è fonte di ben altrettanto populismo, soprattutto in questa fase dove nel recente passato c’ è stato chi ha spinto e siglato disposizioni per le quali ci si avvicini sempre più alla sostituzione della sanità pubblica con quella privata inframettendo paletti per l’uso delle strutture pubbliche semprepiu’ fatte funzionare dalla medicina privata ed approfittando della mala sanità, scavalcata così dall’uso privatistico di strutture pubbliche. In tale contesto sono d’accordo con te che la storia dei vaccini ha un saldo positivo ,anzi estremamente positivo,ma quando viene usata tale storia per compiacere alla politica tale fatto-sarò malizioso- ma mi sembra che possa rispondere all’uso della stessa legge elettorale che è stata furbescamente concepita in una fase di decadenza dell’establishment e dell’affacciarsi del nuovo(positivo o negativo che possa essere quest’ultimo) per cui nella previsione di governi poi rivelatisi diversi dai precedenti vi possa essere materia per opporvisi scatenando putiferi e chiamando in causa il populismo con la conseguenza di spaziare e di far leva sulle legittime paure latenti nelle famiglie per gettare l’acqua sul fuoco.Se non vado errato si è passati dalla decisione di un certo numero di vaccini alla decisione e di imprimere ben 10 di questi in un tempo limitato e fuori da ogni successivo controllo e mettendo l’opinione pubblica di fronte all’accettazione di “ o bianco o nero”. Nella mia totale ignoranza della materia mi sembrerebbe che esercitare una qualsivoglia forma di proroga suffragata da un rallentamento delle decisioni non debba dare adito alla sollevazione strumentale di personale scolastico al quale non è richiesta alcuna motivazione di carattere medico scientifica delle loro posizioni. Ma si sa’ tutto fa brodo quando si tratta di lotta di potere sul cui divenire s’innesta il problema dei soldi….o è populismo anche questo?