SE MASANIELLO DIVENTA PULCINELLA: LE CRAVATTE E LE CAPRIOLE DI DI MAIO
Personalmente non ho per nulla apprezzato il niet di Mattarella al professor Savona, perché non possono bastare ragioni politiche. E mi son piaciute ancora meno – l’ho già scritto in altro articolo – le ragioni addotte dal Presidente della Repubblica per giustificare lo stop al Governo lega-5 Stelle. Quel richiamo forzato ai mercati, agli investitori internazionali, ai risparmi messi a rischio, mi è sembrato una ammissione palese e certificata del fatto che l’Italia è una nazione a sovranità limitata. Sottomessa appunto ai mercati, non al popolo sovrano.
Detto questo sono abbastanza sconcertato dall’atteggiamento del capo politico dei 5 Stelle, Luigi Di Maio. Di Salvini ho detto quello che penso in altre occasioni, per me era ed è lui e la cultura che si porta dietro, il vero problema, altro che Savona o reddito di cittadinanza. Ma da Di Maio, pur non avendone grande stima, mi aspettavo almeno un po’ più di destrezza, nel tenere il timone della barca più grossa. E invece Giggino, che si veste come un democristiano, sempre con il vestitito scuro d’ordinanza, peggio di Renzi, che almeno ogni tanto si presentava in maniche di camicia e pure arrotolate. E sempre con la cravattina, d’ordinanza anche quella, mai allentata. Un vero gagà napoletano. Di quelli d’altri tempi. Chissà se le cravatte di Di Maio sono griffate Marinella, che a Napoli è un must dell’eleganza. Solo che, povero Di Maio, nel giro di poco più di 24 ore si è messo a fare le capriole, e vestito in quel modo, le capriole mica vengono bene. Dopo le dichiarazioni di Mattarella ha chiesto immediatamente a messa in stato d’accusa per alto tradimento della Costituzione e ha lanciato la manifestazione a Roma per il 2 giugno, mettete il tricolore alle finestre, per protestare contro lo scippo di democrazia! ha tuonato… Salvini, più scaltro, non si è accodato. Ha criticato anch’egli il presidente, ma non ha chiesto l’impeachment. Poi è intervenuto Grillo, il capo numero uno. dei 5 Stelle (il numero due è Casaleggio. Di Maio, nella migliore delle ipotesi, è il numero 3) invitando tutti alla calma. E così Giggino da Masaniello è diventato Pulcinella e con una capriola che neanche al circo o Juri Chechi nei suoi cenci, ha riposto l’ascia di guerra, ha dichiarato superata la richiesta di impeachment e si è messo di nuovo a disposizione del Capo dello Stato, evidentemente non più traditore.
Un salto mortale carpiato con avvitamento e supercazzola degno del più grande interprete del gioco delle tre carte…
Probabilmente il 2 giugno i 5 Stelle a Roma andranno ad applaudire la parata militare per la festa della Repubblica. Perché la protesta contro Mattarella è archiviata, derubricata. Dopo l “niente veti”, il ” Savona o niente” e la richiesta di Impeachment per tradimento e le grida “voto subito!”adesso anche Di Maio si iscrive al partito di quelli che #iostoconMattarella, pronto a ripresentarsi di nuovo insieme a Salvini e anche alla Meloni con una nuova lista di ministri. Senza Paolo Savona, naturalmente.
Finora i due giovanotti hanno scherzato, per più di 80 giorni hanno giocato a nascondino. Come i bambini.Vogliono andare a comandare a tutti i costi. E ci sta che adesso Giggino, il capo politico dei 5 Stelle, cioè del partito di maggioranza relativa accetti anche Salvini come premier, pur di non dover rinunciare. Ho scritto che Mattarella ha fatto un autogol che quelli di Niccolai a confronto erano piccoli errori di traiettoria. Ma anche Di Maio con tutte ‘ste capriole e salti carpiati, si è fatto infilare ben bene. Come un tordo. Ha dimostrato tra l’altro di non comandare un bel niente neanche dentro il Movimento, perché la linea dei 5 Stelle la detta Grillo e se mai Casaleggio, Non lui. Lui la deve cambiare se ai due non va bene… E questo è successo.
Al gagà napoletano piacciono evidentemente le sceneggiate, che fanno parte della cultura materiale partenopea, ma sono un po’ fuori moda. E per uno che si autoproclama come il nuovo che avanza inarrestabile, non è il massimo, diciamolo. Chissà se gli piace anche Gigi D’Alessio…
Pare che i due, Salvini-Di Maio, vogliano riprovarci puntando sul fatto che in Parlamento il loro governo una maggioranza ce l’avrebbe, Cottarelli invece no…
Ma dopo la sceneggiata, le giravolte, le fughe in avanti e le marce indietro precipitose, non è che partirebbe bene. Neanche come immagine, senza entrare nel merito dei contenuti del “contratto” e della linea sui vincoli europei… Sui social imperversano le foto di Grillo, Di Battista e altri esponenti 5 Stelle e pure di Salvini con in mano cartelli “No euro”, o “Italia fuori dall’euro”… Dire oggi, che l’uscita dall’Euro e dall’Europa non è in agenda, appare quantomeno in contraddizione con affermazioni precedenti. Indipendentemente da Savona. Vedremo. L’impressione è che il voto di marzo non solo non abbia decretato un vincitore, ma abbia fatto salire le quotazioni di figure politicamente pericolose (per le cose che dicono non da oggi) come Salvini e di dilettanti allo sbaraglio, con la cravatta a posto, ma senza arte né parte, con molta prosopopea e pochi contenuti in tasca. Solo che l’Italia non è la Corrida…
Mi viene il dubbio che Mattarella abbia messo nel conto il rischio di esporsi in prima persona alle critiche, debordando se non altro nelle argomentazioni dalle sue prerogative, pur di evitare di mettere il Paese in mano ad uno che è arrivato terzo (presentandosi alleato con altri) e ha velleità sovraniste, xenofobe e da sceriffo (vedi la questione della legittima difesa) e ad un ragazzo che parla come un disco rotto e pensa che basti la cravatta per conquistare la stanza dei bottoni.
Come ho già scritto in altri articoli, ho molti amici con un passato a sinistra che si sono buttati anima e corpo verso i 5 Stelle. Già giustificare un’alleanza con Salvini mi pareva impresa faticosa e complicata. Se si dovesse imbarcare anche la Meloni ci sarà da ridere… Ma è giustificare le capriole di Di Maio l’esercizio più difficile. Il nuovo che rilancia ed elegge la sceneggiata napoletana a cultura di governo è veramente un boccone indigesto.
Amici e compagni, attenti, abbiamo tutti, ormai, una certa età, le capriole e i salti carpiati non fanno per noi. C’è il rischio di farsi male.
E finisco con una nota: il mantra “ma allora il Pd?” stavolta non vale. Io del Pd – con Renzi o Martina fa poca differenza – non ho alcuna stima, ma stavolta il Pd c’entra davvero poco o nulla. Giggino Di Maio ha fatto quasi tutto da solo. E non ne ha azzeccata una. Si può dire oppure è vilipendio alla cravatta?
Marco Lorenzoni
5 STELLE, Luigi Di Maio, Matteo Salvini
#iostoconmattarella, come dice la sveglia ragazza:
“Ha fatto benissimo a bocciare Savona, proposta dai due sprovveduti.
M ci siete stati mai a Savona? Fa schifo anche a quelli che ci vivono. Avessero proposto Lerici avrei capito, alle brutte anche Genova (almeno un paio d’ore all’acquario ci si possono passare) ma Savona no davvero!”
Avevo cominciato a risponderti ma poi ho cancellato tutto.Uno dei motivi, oltre a quello di risparmiare la pazienza dei lettori-c’è ne sono anche altri ma sul tema di quelle motivazioni abbiamo sciorinato diversa materia sia io,tu ed altri e quindi capisco che uno si senta in dovere di ribadire e criticare- ma il primo dei motivi che mi viene in mente di getto e senza riflettere è il fatto che quasi un terzo del post sia stato scritto su come vesta Di Maio.Da me,forse avrai sentito nel tempo altre cose, può anche darsi qualcuna non politica e più leggera,ma se ci rifletto non posso non notare che l’etica della globalizzazione abbia prodotto parecchi guasti.Poi ognuno col proprio si regola come vuole.
Repubblica di Weimar. Il 2018 italiano come il 1933 tedesco…..ci sono similitudini inquietanti.
Per la verità anche rispetto al 1922 in Italia…
Per Carlo Sacco: a volte l’abito fa il monaco. E le persone si riconoscono dal cappello. O dalla cravatta. Nella politica attuale, l’immagine è importante, anzi è fondamentale. Negli anni ’70 noi giovani comunisti andavamo in giro con l’eskimo o la giacchetta di velluto con l’Unità in tasca, come segno distintivo, di riconoscimento, di appartenenza ad una “tribù”. I fascisti giravano con i giubbotti neri… I Berlusconiniani avevano assunto tutti il look dei venditori Mediolanum come “divisa”, Renzi ha lanciato la moda della camicia bianca con le maniche rovesciate (quante volte ho preso per il culo Bettollini e Scaramelli per i tentativi di emulare il capo?). Per Di Maio non vale? perché non dovrebbe valere? Secondo me se ogni tanto slacciasse la cravatta e mettesse un maglioncino non farebbe male. Sarebbe meno ingessato, più sciolto e forse direbbe anche meno cazzate…
Mah,credo che la pensiamo differente sul fatto che l’abito faccia il Monaco.Oggi c’è gente che veste da “professorino” ed il cervello gli serve per tenere in caldo i capelli…ma c’e’ anche il contrario e credo che non occorra andare a spolverare il fatto dell’abbigliamento o di come vestivamo quando eravamo giovani che come dici tu quelli di sinistra portavano l’eskimo e quelli di destra il giubbotto nero in pelle,anche se ciò era un segno distintivo del pensiero politico che una persona possedeva.Questa cosa mi fa pensare ad un esempio che ho avuto in casa ed era quello di mio zio che tu hai conosciuto bene ed hai conosciuto bene quali fossero le sue idee.Ebbene sia in casa sia al lavoro vestiva con camicia e cravatta quasi il senso di quello che lui intendesse per ordine personale rappresentasse per lui un fatto maniacale che si poteva intendere che potesse essere un contrasto con le sue idee.Una cosa gli riconoscevo in tutti i casi ed era quella che non si facesse influenzare dalle mode e dai comportamenti massificati,cosa che oggi è merce rara specialmente nelle giovani generazioni e tutto questo la dice lunga su quanto la persona sia influenzata e creda che dietro l’etica dell’apparire vi sia l’etica dell’essere da cui poi dipendano i nostri giudizi valoriali ed anche morali nonché la nostra visione del mondo.Persone tirate ed inteccherite con giacca e cravatta possono mostrare la loro ignoranza in ogni momento ed è sufficiente sentirle parlare per farsene un idea ma sinceramente,forse avrà avrà altre tare ma questo non mi sembra che sia il caso di Di Maio che come vedi posto sotto i riflettori dei media massificanti viene definitolo come un ignorante.Lo stesso giudizio non vale però per altri di altri partiti dei quali il Parlamento abbonda.Personalmente preferisco ed ho maggiore fiducia verso uno che talvolta sbaglia i congiuntivi ma che cerca di attuare una politica sociale che posso ritenere più vicina ai bisogni della gente che un venditore di fumo che nasconda dietro discorsi progressisti una politica che poi si manifesta mirata a mantenere lo “status quo” con componenti estetiche e falsamente disinvolte per apparire vicino agli interessi dei ceti non abbienti.Purtroppo oggi è diventato tutto un film nel quale si vuole convincerci che ciò che conta sia l’esteriorita’ ed il fatto che l’apparire conti di gran lunga più dell’essere.Il risultato? Una società di ebeti che si credono spesso sempre più depositari di modi di pensare più liberi.Non me ne sovviene il nome con sicurezza adesso, ma mi piace ricordare a questo proposito una espressione di un celebre linguista americano che a proposito della “civiltà mediatica” disse che questa ci faceva sentire tutti molto liberi ma che in effetti non eravamo stati mai schiavi come lo siamo adesso…..
Sì,ma ai nuovi schiavi c’è chi chiude i porti in faccia… Questa è la politica sociale più vicina ai bisogni della gente? Via, ricordiamoci almeno da dove veniamo…
A proposito dei “ nuovi schiavi “ io mi ricordo molto bene da dove vengo,ma è il fatto è che chi non si ricorda ha governato per anni sotto un egida di centro sinistra ed è stato portatore di questo modello di sviluppo che ha compresso i consumi,portato la crisi ed utilizzato “gli sciavi”come merce facendoci negli ultimi tempi lucrare sopra imprenditoria,cooperativismo e parrocchie. E siccome io me lo ricordo da quali principi vengo non mi sta bene che un sistema guidato dai principi che ho appena detto venga a fare la morale,soprattutto perché quel sistema e’ stato validato per scopi assolutamente di consenso politico e non per scopi moralità una casta politica allargata che ha condotto l’italia governandola fino ai punti in cui si trova.Questo modo di pensare che ha segnato tutti questi anni si chiama in un solo modo:centro sinistra.E mi sembra logico che la gente disorientata quando vada a scegliere scelga di punire chi l’ha condotta a questi punti.E’ un sistema furbesco che a lungo andare si rivela contro chi l’ha concepito,ecco perché oggi non si accettano più tanti contorsionismi e la gente che non ha lavoro e che fatica per tirare avanti alla fine sceglie anche di poter smontare questo sistema,anche con tutte le contraddizioni che da questo ne conseguono.Ecco quello che dalla parte della sedicente sinistra ci si rifiuta di osservare: è finito un mondo e tale mondo tollera sempre di meno la concezione che nell’economia del capitalismo e del mercato vi sia lo sviluppo e l’equilibrio per tutti.La sinistra ha sempre detto che non era così ma per resistere si è preferito gli automatismi del mercato appellandosi sempre più spesso al pietismo verso le vittime e non a ripartire la ricchezza prodotta.Adesso i fautori di tale principio si trovano male e tanto vedo che non serve,ma la responsabilità politica di tutto questo ricade su di loro.La destra il suo mestiere l’ha sempre fatto e quando non l’ha fatto c’ha pensato il sistema a produrre gli equilibri. Credo in definitiva che la funzione dell’idea di centro sinistra tanto cara agli equilibri politici italiani ma in parte anche di altri paesi europei stia cadendo,coloro che la sostengono sono sempre delusi è sempre di meno, ma erano coloro che si erano da decenni fatti incantare dal sistema del volemose bene senza pensare a ciò che si stava sostenendo e che per le leggi economiche vigenti è stato un sistema mostruoso che ha prodotto false sicurezze al nostro interno e guerra all’esterno.E’ bene che questo sistema finisca al più presto, in maniera controllata e consapevole,ma che finisca….anche negli aspetti più infinitesimi e marginali come quello dell’abito che faccia il monaco,appunto e non a caso.
ma al di là di qualunque considerazione sui governi, quello di adesso e quelli precedenti, secondo te, i migranti in mare vanno salvati o respinti?
Scusa l’espressione che mi verrebbe spontanea perché le domande di tal tipo le considero a presa di c….dopo tutto quant’e’ passato sotto i ponti, io ti rispondo che “a prescindere dai governi” vuol dire tagliare la testa al problema che è quello delle bombe perché è soprattutto da lì che vengono i nostri problemi oppure non te lo ricordi.Ccosa vuol dire “ a prescindere dai governi” qu do tutta la storia ha inizio con il nostro sistema di alleanze che non è da adesso che pone le basi a chi bombarda.?Che modo è questo di guardare ai problemi.? È chiaro che le persone vadano salvate ma un secondo dopo devono essere immesse in un percorso di redistribuzione dentro queell’Europa che ha fatto è sta facendo le orecchie da mercante e che non ci sentiva prima e che non ci vuole sentire nemmeno adesso, perché i nostri beneamati governanti hanno fatto la voce da leoni su tale tema all’interno del nostro paese ma che nei riguardi dell’europa hanno solo abbassato le orecchie.Questa storia deve finire e non e’ piu’sopportabile che si dica ma tu li vorresti ammazzare i migranti oppure li vorresti salvare?Tutto questo modo sottintende di fornire l’alibi a quel castello che è stato fatto funzionare fin’ora e che stenta a non finire mettendo fuori tutte le forze per poter mantenere i centri lucrativi di assistenzialismo come cooperativismo, mafia, Ndrangheta e parrocchie dal quale si lucrano proventi con i soldi di tutti.E’fascismo questo che si vuole opporre a tale situazione.? Ma vogliamo scherzare? E’ l’opporsi con le regole piuttosto mal è mai costruite che hanno lasciato il campo libero alle forze della delinquenza organizzata e che sfrutta i poveri diavoli a 2 euro al giorno impiegandoli nelle piantagioni ed è appunto questo il sistema che vuole far rimanere inalterato il sistema dei nuovi schiavi.Anzi, ti dico di più e ti dico che il rischio di violenza provocata è destinato in futuro a salire perché chi protegge questo stato di cose ha proventi che derivano da tutto ciò ed il suo obiettivo è quello di contrastare il cambiamento.Ed allora di fronte a tutto ciò la tua domanda “ma tu li salveresti o lì lasceresti morire?” mi appare necessariamente strumentale e forse nemmeno di natura politica ma formulata tanto per dire qualcosa per informare chi non ragiona che sono ancora tanti che pensano solo col pietismo costitutivo della cultura italiana non curandosi delle conseguenze.