L’AREA DEL TRASIMENO SI SENTE TRADITA DALLA REGIONE UMBRIA E GUARDA ALLA TOSCANA. SI TORNA A PARLARE DI FUSIONE CITTA’ DELLA PIEVE-CHIUSI. E ANCHE CASTIGLIONE DEL LAGO…
CHIUSI – A margine dell’incontro pubblico di sabato scorso sull’alta velocità, organizzato dal Pd di Città della Pieve più d’uno dei presenti, vista anche la linea sempre contromano della Regione Umbria sulle questioni della zona del Trasimeno (vedi la posizione dell’assessore Chianella sulla fermata dell’AV a Chiusi o il recente ricorso contro la sentenza del Tar e quindi contro il Comune di Città della Pieve e Montegabbione sulla vicenda del Pronto Soccorso, o la precedente marcia indietro sull’Ospedale unico), ha cominciato a ventilare – e ad auspicare – un passaggio di Città della Pieve e Castiglione del Lago in Toscana. E magari anche la fusione dei due comuni con Chiusi. Per una questione di problematiche comuni, di un ritrovato feeling tra gli amministratori su alcune questioni, alta velocità su tutte, e anche perché trattasi comunque di comuni confinanti.
Tra l’altro l’ipotesi di un comune unico Chiusi-Città della Pieve era già stata ventilata da uno studio del’Irpet (centro studi della regione Toscana), un paio di anni fa. Non solo, ma quella delle fusioni o accorpamenti dei comuni è una questione di cui si parla molto. Ad ottobre 2018 si terrà il referendum per il Comune unico Montepulciano-Torrita di Siena. Sempre in Provincia di Siena, San Giovanni d’Asso è passato da gennaio 2017 sotto le insegne di Montalcino. Naturalmente non tutti sono d’accordo e sono forti anche le resistenze di comitati, forze politiche e associazioni. E le ragioni del no hanno un loro perché.
Resta il fatto che il tema è ricorrente e ogni tanto spunta fuori. Anche in relazione ai rapporti di confine tra area del Trasimeno e Valdichiana senese.
A Città della Pieve l’ipotesi di una eventuale fusione con Chiusi sembra trovare consensi anche nel partito di maggioranza dove c’è chi non la vedrebbe come il fumo negli occhi o una perdita di identità, ma come un’opportunità per uscire dalle secche di un rapporto non facile con Perugia e la Regione Umbria e anche con il resto del Trasimeno. Non solo, ma al di là del fatto che la frequentazione reciproca di Città della Pieve e Chiusi da parte dei cittadini è forte e consolidata, Chiusi e Città della Pieve hanno anche aree produttive e commerciali praticamente a metà. Quella di Po’ Bandino, è a 500 metri da Chiusi Scalo, quella nell’area del mai nato centro merci è terra chiusina servita da una strada pievese; l’area Paip delle Biffe, quella del Centro dell’ex Centro carni entrambe di Chiusi sono contigue e “unitarie” con l’area delle Cardete in terra pievese. C’è integrazione scolastica e sportiva e anche turistica, sebbene su quest’ultimo versante ce ne potrebbe essere molta di più. Anche i dialetti non sono del tutto lontani. quello chiusino non è senese, non ha la c aspirata, quello pievese non è umbro-perugino.
Insomma potrebbe essere una fusione non del tutto campata in aria.
Un eventuale coinvolgimento nell’operazione anche di Castiglione del Lago appare al momento e a lume di naso più complicato, se non altro per il fatto che dal punto di vista demografico Castiglione è pari alla somma degli altri due: 15 mila abitanti contro gli 8.500 di Chiusi e i 7.500 di Città della Pieve. Anche la distanza è superiore: 20 km contro 9. Ma il rapporto fra i tre paesi è comunque forte. A Chiusi, per esempio gli abitanti originari di Castiglione del Lago e Città della Pieve sono di più di quelli di ogni altra provenienza.
La stazione potrebbe rappresentare l’anello di congiunzione. Il minimo comun denominatore dell’eventuale accorpamento.
Ovvio che trattandosi di comuni divisi tra due province e due regioni l’operazione sarebbe tutt’altro che semplice. E non del tutto indolore.
Città della Pieve e Castiglione del Lago hanno entrambe l’amministrazione comunale prossima alla scadenza (si rivoterà nel 2019). Il sindaco lacustre Sergio Batino ha già fatto due mandati e non sarà ricandidabile. Quello di Città della Pieve Fausto Scricciolo non sembra avere molta voglia di riprovarci. Vedremo. La questione però potrebbe diventare argomento della prossima campagna elettorale, indipendentemente da quali saranno i candidati.
A Chiusi, dove qualche tempo fa l’allora sindaco Scaramelli lanciò l’ipotesi di una fusione con Chianciano, subito stoppata dai chiancianesi, il sindaco attuale Bettollini sarà in carica invece fino al 2021, salvo cataclismi. Quindi non è ancora neanche a metà del guado. Interpellato in proposito non chiude la porta, anzi dice di auspicare l’avvio di una discussone sulla fusione con Città della Pieve, considerata la più “naturale”, senza preclusioni neanche rispetto a Castiglione del Lago.
Al momento l’argomento non è all’ordine del giorno in nessuno dei tre comuni. Nè tantomeno nelle due Regioni. Ma potrebbe anche subire un’accelerata. E discutere dei rapporti tra comuni nella zone di confine, al di là degli obiettivi, è sempre cosa utile. Aprire un dibattito (e un dialogo) sull’ipotesi di ridisegnare i confini e i comuni stessi potrebbe essere utile per affrontare i temi caldi come quello della sanità, dei trasporti, delle scuole, del turismo, della viabilità, dell’offerta culturale, delle strutture sportive, anche se alla fine della fusione non se ne facesse niente.
Magari il pour parler di queste ore è solo un modo per segnare e rimarcare una certa incazzatura della zona del Trasimeno verso la regione Umbria e lanciare messaggi. Ma è anche vero che il tema aleggia non da adesso.
m.l.
Nella foto: i sindaci Batino, Bettollini, Scricciolo e il segretario del Pd pievese Fattorini all’incontro sull’alta velocità del 29 aprile.
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