UMBRIA: QUANDO L’AREA DEL TRASIMENO CONTAVA DI PIU’. PASSAGGIO IN TOSCANA E FUSIONE CON CHIUSI: ECCO PERCHE’ NON E’ UNA BESTEMMIA
“In Umbria c’è ormai una questione Trasimeno e nel Trasimeno c’è ormai una questione Umbria. Sanità, alta velocità, strade, rappresentanza nella politica e nella dirigenza sono gli ultimi capitoli”. Così scrive Gianni Fanfano su un suo post su facebook. E infatti proprio ieri su queste colonne abbiamo riferito di un certo risentimento della zona lacustre nei confronti della Regione Umbria e di qualche timido e ancora embrionale pour parler circa un’eventuale richiesta dei comuni di Città della Pieve e Castiglione del Lago di passare in Toscana e magari di fare anche una “fusione” con il Comune di Chiusi. Toscano, ma contiguo. Ebbene gli “ultimi capitoli”, come li chiama Fanfano (alta velocità, pronto soccorso, viabilità…) parlano da soli e raccontano di una Regione in rotta di collisione con il territorio del Trasimeno-Pievese. La Valnestore dal canto suo ha altre annose vertenze aperte… Chiaro quindi che per l’attuale amministrazione Regionale questa parte dell’Umbria è poco più di un territorio marginale. Semplice provincia dell’Impero. Eppure c’è stato un tempo in cui l’area del Trasimeno contava e pesava di più, o almeno aveva l’impressione di contare e pesare di più. C’è stato un tempo in cui lo stesso Gianni Fanfano, citato in apertura, era nella segreteria regionale del partito di maggioranza (i Ds). E il Trasimeno aveva due consiglieri regionali, il compianto Edoardo Gobbini e Maurizio Donati, uno per i Ds. Più o meno era lo steso tempo in cui Danilo Fonti e Palmiro Giovagnola entrambi sindaci pievesi, erano rispettivamente assessore provinciale e vicepresidente della Provincia e presidente della Usl… Piccolo particolare: tutti moianesi. Tutti “pulcini” della stessa covata, nata, allevata e cresciuta in quella incubatrice politica che era la Casa del Popolo di Moiano, quella della bomba del ’73, quella pagata e costruita dai fratelli Marchini e inaugurata da Togliatti nel ’64…
E Gobbini e Giovagnola parlavano alla pari con Conti, Mandarini, Carnieri, Maria Rita Lorenzetti & c. Non facevano i vassalli, né i semplici portatori d’acqua. L’area del Trasimeno-Pievese contava perché era un significativo serbatoio di voti, ma anche perché esprimeva figure dirigenti al pari di altri territori, magari più popolosi o economicamente più forti come l’alto Tevere, il folignate o l’orvietano… Ad un certo punto però, a forza di trasformazioni, scissioni, cambi di nome e di bandiera, il “clan dei moianesi“, come lo definimmo in un numero di Primapagina cartaceo degli anni ’90, si è anch’esso scisso, frantumato… Gobbini prima si è ammalato, poi è morto prematuramente a 61 anni, Giovagnola ha scelto la via bancaria al socialismo ed è diventato presidente di Crediumbria, oggi Bcc Umbria; Donati si è perso come il resto dei comunisti. Fonti si è defilato… Fiorello Primi si è dedicato ai Borghi più belli d’Italia e al revival dei Credeence con la batteria; Giancarlo Faltoni agli aquiloni e agli aerei ultraleggeri…
Oggi i sindaci del territorio, se si eccettua Sergio Batino che è più o meno anche lui della medesima covata di cui sopra, sono tutti di nuova generazione, indipendentemente dall’età. Vengono cioè da storie politiche diverse o quantomeno meno marcate. Qualcuno si è trovato in sella sull’onda del renzismo montante e adesso sconta il nulla che il renzismo ha prodotto. Adesso ognuno nuota come può nel proprio laghetto, ma il laghetto è in mezzo ad un deserto di cui non si vede la fine… Il Pd che ha preso il posto dei Ds e del vecchio Pci è diventato una piccola Dc anche in zone rosse tradizionalmente come il Trasimeno. Si è suicidato sull’altare del mercato, della flessibilità, del liberismo… Ha cambiato pelle, sembra una nazione colonizzata da un esercito occupante che parla un’altra lingua, ha altri riferimenti ed è guidato da generali piccoli piccoli, senza medaglie e senza storia. I sindaci stessi sono soli in mezzo al guado. Non hanno più le spalle coperte dal mantello rassicurante del partito che in passato elaborava, consigliava e se necessario ci metteva una pezza.
A livello regionale il gruppo dirigente attuale del Pd sarà ricordato come quello che ha perso la guida di Perugia e forse perderà anche la guida della Regione. La governatrice Marini, del resto, è stata il sindaco di Todi che ha visto la città passare al centro destra dopo di lei…
Sul piano dei consensi, anche il ricco serbatoio di voti della zona Trasimeno-Pievese-Valnestore si è via via assottigliato, come una falda che si asciuga inesorabilmente, un po’ per la siccità che c’è nell’aria, un po’ perché a forza di cambiare simboli e bandiere si è affievolita anche l’identità e si sono aperti rivoli che i voti li portano da un’altra parte.
Oggi più d’uno, come abbiamo scritto in altri articoli, comincia a porsi il problema e in assenza di risposte da parte dell’Umbria che conta (o in presenza di risposte sbagliate), comincia a guardare altrove: alla vicina Toscana, ad un rapporto più stretto, finanche alla fusione dei comuni, con Chiusi che è la porta e la cerniera tra Umbria e Toscana, da sempre. Almeno su questo versante. Poi lo sono anche Cortona o Sansepolcro.
E’ solo un modo per alzare il tiro e il prezzo di quel serbatoio di voti? solo un modo per marcare una presenza e farsi sentire? Può darsi, ma un ragionamento sui rapporti nelle aree di confine è sul tappeto da tempo. Il Patto Territoriale Vato, per esempio è datato 2000. Primapagina nel suo piccolo i territori della Valdichiana senese, del Trasimeno e dell’Orvietano li ha uniti e messi sullo stesso giornale nel 1990 ed è stato il primo giornale a farlo. Tutti gli altri hanno edizioni umbre e toscane separate… L’unicità e l’integrazione del territorio insomma c’è già sotto molti punti di vista. Compreso quello linguistico. Non si tratta di inventarla… Per questo parlare o ipotizzare nuovi assetti e anche fusioni non è nel caso specifico una bestemmia.
La fusione dei comuni che dovrebbe essere preceduta da referendum per il cambio di Regione può apparire complicata e certamente lo è. Ma non è impossibile. Ovvio che non potrà mai essere fatta a freddo o peggio ancora per ripicca. E se il Trasimeno si sente marginale o marginalizzato dall’Umbria, non è che la Valdichiana senese sia (e sia considerata) cuore della Toscana. Al massimo è un polpaccio.
Per ogni ragionamento sulla questione fusione o sui problemi di confine, servirà, se mai, un dialogo aperto e non banale, una disponibilità ad ascoltare e a valutare tutti gli aspetti. E per far questo ci vorrà tempo e pazienza. Ma parlarne – anche se non se ne dovesse fare niente – male non fa. Perché si riaprirebbe la discussione sui problemi comuni: i piani regolatori, la tutela dell’ambiente, la viabilità, i trasporti pubblici (compresa l’alta velocità), la politica scolastica, quella turistica e culturale, la gestione delle aree produttive contigue. Ma si tornerebbe anche a parlare di politica, di rappresentanza, di rapporti tra territori e Regione, tra poteri locali e potere centrale. Qualcuno potrà obiettare che tutto questo – compresa anche l’eventuale gestione comune di servizi – si può fare anche senza parlare o arrivare alla fusione dei comuni. Senza cambiare la geografia e i confini. Si potrebbe fare. Ma nessuno lo fa. E allora ben venga la scossa. La scintilla scatenante. Queste colonne sono pronte ad ospitare contributi in proposito.
Marco Lorenzoni
Il mio più che modesto contributo che conta quanto il due a briscola è quello che in tutta la materia che hai sciorinato sul piatto della bilancia e che rifacendoti agli anni ’70 per arrivare a quelli di oggi, elenca una serie di vicissitudini che vedono la sinistra essere perdente oggi, e tale messaggio dovrebbe essere quello che dovrebbe far riflettere le dirigenze- cosa che non hanno mai fatto-sull’accettazione silente di quello che la base ha avuto di un esperimento sociale che ha tentato di coniugare il diavolo con l’acqua santa nelle loro rispettive radici etiche e culturali.Mi risponderai che il mondo è cambiato e che sopravvive chi si adegua, che il muro di Berlino è caduto nel 1989 e chi più ne ha più ne metta(tutte cose sentite e risentite ma non per questo NON da non considerare…) ma con la stessa forza ti potrei rispondere che l’accettazione acritica di quanto contenuto sin dalla nascita del PD è passata senza produrre nulla nella base della sinistra,addormentata da un etere prima mediatico poi nello stesso tempo privo di conoscenza etica e valoriale durante il tempo che si è avuto nel ricambio generalzionale.I risultati? Eccoli intorno, basta guardarli : la regione usurpata da una reattività globale di sottocultura che nel tempo ha disilluso le classi subalterne che chiaramente hanno scelto altri lidi dove depositare il loro segno di croce.Ma diciamocelo francamente, in questi lunghi anni abbiamo sentito mai che da parte del PD ci sia stata una riflessione e l’invito alla conoscenza storica e all’appartenenza valoriale che era simbolo dell’appartenenza di sinistra? Mai, puntualmente evitata in ogni occasione, fino ad arrivare alla illuminata pensata delle primarie aperte a cani e porci, dove si sono messi in fila per l’elezione dei renziani gente di tutte le appartenenze sociali, non solo specificatamente della ex margherita ma anche della destra,che quando intravede il giuoco sporco non fa altro che mettersi in fila ed attendere sulla sponda che passi il cadavere del suo nemico,ed in questo caso Bersani che se pur moderatissimo non sapeva nuotare ed è affogato, per poi consegnare le sue schiere-tranne pochi- all’ex scout di Firenze…divenuto in un batter d’occhio da Presidente della Provincia per poi passare a Sindaco di Firenze, poi Capo del Governo. Se si pensa atutto questo, a tutto tale divenire appare tutto questo casuale se uno si chiede a cosa sia servito tutto questo? Io credo che una risposta terra terra possa essere quella di essere stati vincenti sul fatto di aver rotto le ossa alla sinistra, ad una sinistra che è stata semprepiù dominata dai media in mano a chi sapeva che le ossa si potevano riaompere in un breve tempo in quel modo. La cercassero in tutto questo la spiegazione logica e ragionevole dei fallimenti di tale partito, e non mi si dica che sia sinistra l’odierno PD sennò si giuoca con le parole….; la sinistra non c’è più, scomparsa,volatizzata in altri partiti, cani sciolti col livore di essere stati traditi prima dalle dirigenze poi dalla struttura e dagli organigrammi di quel partito.Oggi sarebbe bene che pensassero che devono far conto su creazioni come l’Art.18, gli 80 euro, Il job act anche se strenuamente si danno imperterritamente da fare a spiegarci che è stata una vittoria della sinistra.Ma ci sarà un momento-dico io- che tale sinistra getterà finalmente la maschera oppure continuerà a bleffare come stasera è stato fatto nell’intervista che ho sentito della Gruber a Veltroni che ha scandito fosche previsioni per la sua creatura( il PD) che riguardano il futuro ed anche quello dell’Italia.Ma una autocritica profonda e forte e generale no !!?? Mai ?? Ho sentito solo che è dato da capire che le fondamenta erano buone e positive,ma che poi il palazzo è stato costruito male fino a farlo arrivare che il suo baricentro possa cadere fuori dal punto di sospensione. Ecco, anche l’aspetto del Trasimeno e di Chiusi che hai evocato col tuo Post è tutta una conseguenza di questo che ho detto, un passo che secondo me non farebbe altro che rimestare ancor più le acque di un sistema avviato alla decadenza, perchè non è vero che ci siano tutti gli aspetti di omogeneità territoriale, culturale, economica che hai evocato, anzi, esistono delle profonde differenze, sia nella storia che nello sviluppo economico che hanno segnato le differenze che col passare del tempo,sebbene viviamo in tempi di globalizzazione ed omogeinizzazione, permangono ed anche si allargano.Certo anche tutte le aree differenti hanno in comune purtroppo la crisi, che non è solo economica od industriale, ma ha anche devastato disomogeneamente il tessuto sociale, i modi di pensare e le abitudini e che quindi è anche prima di tutto morale.La politica deve unire e far sormontare gli ostacoli, questo lo sò anche da me, ma proprlo in questi tempi il passaggio mi sembra quasi una presa di giro verso le popolazioni del territorio che non hanno bisogno di questo. e come vedo ancora la politica- questa politica perdente attuata fin’ora-si trova a combattere con una regione a maggioranza diversa da quella di prima, con gli organism ed i comuni e le dipendenze territoriali che annaspano sotto la mancanza di risorse.Il colpo finale glielo darebbe l’accorpamento seconto me.Ma è un pensiero questo da uomo della strada quale sono e non pretendo davvero che sia la verità fatta verbo.Il fatto è -caro Marco- che la politica e le sue dirigenze si trovano di fronte al muro di una diga che piano piano rischia di sgretolarsi e pensa a queste cose per cercare di salvare se stessa e crede che con se stessa si salvino i cittadini. I cittadini se non prendono coscenza che questi partiti non esprimono più nulla e che basta un ragazzo da licenza di terza media ad intuire che tale politica fatta e programmata sia semprepiù insensata ed inconcludente e che abbia fatto andare le cose di tutti e gli interessi della collettività in un vicolo cieco.C’è caso che la diga si rompa e che l’onda sommerga tutto, anche e per primi gli stessi cittadini.Mi chiedo se impareranno a pensare quando saranno ripresi dalla piena che trascina tutto via come fu del Vajont, che del valore della loro partecipazione una volta quel partito non ne poteva fare a meno, oggi ne fa a meno volentieri e non vuole rogne, meglio stiano lontano e non influiscano nelle decisioni, si fa di tutto per dividersi e primeggiare, ma nello stesso si sa che si va a fondo, eppure ci si ostina a seguire quella linea.Ed è tanto chiaro che è una linea perdente.Oggi a sentire Martina che sembrava rinfrancato perchè ha prevalso la corrente renziana ha pensato forse insieme ad altri che i tempi peggiori stiano per finire ed intravede una luce in fondo al tunnel…; ma come si diceva qualche anno addietro è forse la luce del treno che arriva. Secondo la mia opinione è un bambino nato male la creatura di veltroni e di prodi , e quando si nasce male è difficile accomodarsi in corso d’opera, e si cercano varianti di tutta inconsistenza come questa dell’unificazione per ritornare in questo caso al Post, ma anche altre ancor di più inconsistenti. Il risultato questo è, e si è battuti….con grande goduria di coloro che ne sono dentro e che veicolano non da adesso un messaggio chiaro di diversificazione reale di interessi verso le classi alle quali mandano i loro messaggi. Mai chiaramente e verbalmente espressi ma così chiari e reali che li capirebbe anche un bambino: il treno prossimamente- complice la globalizzazione- avrà solo vetture di extra lusso e business class, poche e per pochi che grazie al rimbecillimento prodotto della sinistra e che la stessa si è lasciata fare sul proprio corpo, ai suoi ex votanti saranno riservati carri bestiame del tipo di quelli che trasportavano gli ebrei nel 1938 verso i campi di concentramento.Gli esecutori li conosciamo da un pezzo ma sarebbe bene che prendessimo conoscenza dei complici, anche perchè sono proprio questi ultimi che con la loro politica fanno il lavoro sporco che gli esecutori si rifiutano da sempre di fare.E’ storia, altro che il Trasimeno che confluisce in Chiusi…..
Sì, ma… al di là di codeste chilometriche riflessioni e dei retropensieri, se i sindaci del Trasimeno e di Chiusi ponessero sul tavolo una proposta di cambio di regione (per alcuni) e di fusione, come hanno fatto i sindaci di Torrita e Montepulciano, tu come la vedresti? Questo è il tema, la crisi e la mutazione genetica del Pd è un’altra cosa…peraltro quo ampiamente affrontata e dibattuta.
Sì, ma… al di là di codeste chilometriche riflessioni e dei retropensieri, se i sindaci del Trasimeno e di Chiusi ponessero sul tavolo una proposta di cambio di regione (per alcuni) e di fusione, come hanno fatto i sindaci di Torrita e Montepulciano, tu come la vedresti? Questo è il tema, la crisi e la mutazione genetica del Pd è un’altra cosa…peraltro qui ampiamente affrontata e dibattuta.
Al di là delle mie chilometriche riflessioni mi sembrava che da lì dentro uscissero le ragioni generali che la sostenibilità di quelle idee che hai espresso non possa essere percorribile. E ti dirò di più,che al dilà dei singoli aspetti del territorio che potrebbero funzionare all’unisono -qualcuno ma non tutti- il mettersi intorno ad un tavolo da parte dei sindaci e quindi da parte delle comunità, non credo che possa produrre i risultati che tu ipotizzi, per il semplice fatto che le dinamiche del flusso
delle energie economiche per affrontare tali cambiamenti ormai sono così lontane dall’essere compendiate a livello di stanziamenti ( rapporti con l’europa docet, più che altro nello sfondamento delle prospettive di bilancio generale)che renderebbero tutto il peso a carico delle comunità stesse che non si possono permettere. anche qui ci vorrebbe una analisi di quanto abbia prodotto l’introduzione dell’euro nel nostro paese.(n.b. io non sono contro l’euro a prescindere ma credo che l’utilizzo e la misura dell’euro debba essere ripensata,più che altro in modo sociale e che non debba perentoriamente favorire i più forti).E’ come la creazione dello stesso PD che sulla carta sarebbe stata una cosa positiva se vista in una certa direzione e che avesse fornito materia per l’Italia ma nella pratica è stato quasi tutto il contrario, perchè quello che ci dicono nei media poi il raccolto di tutte quelle chiacchiere lo dobbiamo misurare nella vita reale delle persone…Io quindi in definitiva mi sento di dire che è un progetto quello dell’unione territoriale-chiamiamola così-fra Toscana e Trasimeno che farebbe aumentare i malumori della gente che gia esistono per molte ragioni.Punto.
Un altra cosa poi, ma è un parere tutto mio : ” i retropensieri” vengono fuori perchè ci sono stati ” i pensieri che erano in prospettiva” del tipo di quello che adesso sembra spuntare dalla proiezione di questa intenzione di unificazione. I retropensieri sono la materia utile a riflettere che poi alla fine c’è qualcosa di più nel contenuto finale che si colora come il mancato raggiungimento degli obiettivi dovuto non solo ad una causa ma a più cause messe insieme, l’una portatrice dell’altra, spesso mischiate come l’acqua di due affluenti che sfociano nello stesso lago, al punto in cui non si possa più distinguere qual’è causa di un fallimento e quale acqua sia causa dell’altro fallimento poichè l’acqua dei due fiumi è mischiata con l’acqua del lago. All’inizio si è quasi grondanti di fiducia poichè lo slogan è:” nessuno nega che possa essere utile parlarne e mettersi dietro un tavolo” – e chi lo negherebbe- questo?-. Poi alla fine ( e la causa principale è l’indeterminazione politica, sociale ed economica che attraversiamo tutti, che segna le questioni…)e quindi come se ne esce? Che se giuridicamente i conti si facciano con l’oste è tutto ok( a tavolino e se ne parli e si progettualizzi) ma al momento della costruzione della trattoria ”manchino i cosiddetti lilleri ed il piatto che arriva sulla tavola non è quello che era stato ordinato come da menu”. Dopo il casino aumenta perchè il cibo non è quello che la gente aveva visto ed ordinato. In pratica, alla mia sprovvedutezza tutto questo appare avere una funzione come ritardante di soluzioni alle contraddizioni strutturali nelle quali già oggi ci dibattiamo e non da adesso e da dove non ne usciamo. Figurarsi se più commensali-ognuno dalle proprie trattorie dove andava a mangiare- possano recarsi a mangiare in un unico grande ristorante…sono manovre tipiche di chi non ha più idea di come levar soldi dal proprio terreno che adesso asfittico produce sempre meno grano…e questo sul terreno che era uso seminare e che forniva redditualità,adesso non sà più come fare e nasconde il principio che non ha saputo applicare di quella che si riteneva comunque come buona amministrazione. I tempi come vedi cambiano, ma con i tempi cambiano anche le teste…e proprio tanto in megio non mi sembrerebbe e nonostante tutto trovano chi dia loro credibilità, perchè dimmi chi sono se non loro che hanno prodotto questo che vediamo? ” I retropensieri” come vedi contano, solo che c’è un metodo ed una forma mentis tutta costruita artificialmente basata sulla vendita del fumo oggi che li considera sorpassati mentre di veramente sorpassato e non adeguato ai tempi è proprio il sistema che hanno costruito.Questa è la verità.Poi se andassimo a cercare i particolari e le peculiarità dei territori prese a se stanti può darsi che il loro ragionamento possa anche filare ma credo che sarebbe ben poca cosa ugualmente nell’ambito di una risoluzione della vita dei cittadini nel territorio e che le energie spese ed impiegate sarebbero superiori ai risultati ottenuti rispetto alla vita ed alla sua qualità.Questo il mio ” retropensiero”.
Ancora un altra cosa se non ti stanco e se non stanco molto i lettori, questa banale banale. Ma si crede davvero che nel caso si realizzi tale unione od incorporazione che si voglia dire, coloro i quali sono ad un certo livello oggi direbbero di si’ ( tipo Città della Pieve o Castiglione del Lago) perchè hanno un riferimento della viabilità sia su gomma sia su rotaia in Chiusi? Non sarebbe come se un azionista comperasse azioni degradate e mettesse capitale fresco attendendo che il piano di sviluppo porti loro dividendi di tutto rispetto? Sarebbero poco attendibili, almeno in questi tempi, no ? Detto proprio con ” l’accetta” come si suol dire…
Carlo non è e non sarebbe solo questione di viabilità e treni… E comunque la mia domanda (ultimo commento) era rivolta a te, mi piacerebbe sapere come la vedi te un’ipotesi di fusione, al di là di ciò che farebbero e perché lo farebbero “coloro che oggi sono ad u certo livello”…
Mi sembrava che nei miei lunghi chilometrici commenti erano contenute le ragioni di ciò che pensavo.Ribadisco, semmai ce ne fosse bisogno: io per coloro ”che sono ad un certo livello” non intendo le persone bensì i paesi e la vita degli abitanti, qualitativa, della lorpo salute, della loro cultura.Il ”certo livello” che riconosco loro( ai paesi quindi) si deve al fatto che nel recente passato(negli ultimi 20 anni) siano assurti a paesi non dico modello ma paesi contenitori di un nuovo modo di intendere la vita,soprattutto per le loro aperture del territorio verso l’esterno che hanno portato una quantità di risorse dentro i territori e le loro mura. Quindi questi due paesi-perchè si parla di questi- si trovano ad un certo livello, senz’altro superiore a quello di Chiusi,che per politiche errate, chiuse e clientelari ha visto abortire il suo sviluppo, dovuto soprattutto al fatto che gli organismi decisionali ed economici si sono stretti in un abbraccio mortale l’uno con l’altro, ed i risultati si sono visti da una parte con un paludamento della politica e dall’altra con necessità di scossoni organizzativi e giuridici che hanno portato ad abbracciare politiche gestionali di bilanci bucati…giusto ?( Poi su tale concetto andrebbe scritto completamente cosa si intende per sinergia dello sviluppo a cui la politica recentemente ha fatto cenno e che ho da parte mia considerato risibile sia l’intento ed il modo e l’ho anche cercato di spiegare(ma non è questo il luogo adatto per tale disquisiszione).
Quindi la fotografia secondo me è quella che coloro che abitano ai piani più alti difficilmente sarebbero coinvolti in piani programmatici ed attuativi tali di andare a sollevare dal sottosviluppo coloro che abitano ai piani più bassi amnche se su tale percorso le risorse di finaziamento da parte del pubblico ci sono ma sono nettamente insufficienti.E lo sono proprio perchè i vasi del flusso del denaro sono per loro natura comunicanti. I vincoli di bilancio nei confronti dell’europa dicono di non superare dei limiti e quel denaro già previsto serve ad altro, quindi i conti si fanno senza l’oste. Ed allora cosa ci si metta a fare intorno ad un tavolo non l’ho ben capito. A disquisire quello che si potrebbe fare fra 15-20 anni ? Perche di queste tempistiche credo che potremmo parlare quando sopra le teste di oghnuno di noi grava un debito di 40.000 euro pro capite.Di cosa parliamo quindi? Ecco di cosa parliamo se non fosse ancora chaiara la faccenda: parliamo di mantenimento dell’esistente e di affondamento lento della vita qualitativa in tutte le sue essenze e forme del nostro territorio. I vertici della politica questo lo sanno ma lo tengono per loro, non fa parte nella loro forma mentis essere critici fino al punto di ammettere che le due grandi forze dinamiche che hanno spinto all’attuale fase di ristagno sono la crisi internazionale, i vincoli europei sul bilancio non della Toscana o dell’Umbria ma di tutta l’italia, fatto in modo che godono e stanno godendo i più forti o chi era già più forte al momento della creazione della moneta unica.Non siamo partiti da una base paritaria ed ancora oggi ci si divide su questo e soffriamo tutti nella nostra economomia interna del nostro svantaggio iniziale che non si è davvero ripristinato in modo paritario. Ecco perchè personalmente io sono favorevole all’euro come istituzione monetaria ma sono decisamente favorevole a rivederla con un impianto totalmente diverso. Fin’ora abbiamo galleggiato grazie ad una molteplicità di fattori, Draghi,l’ondeggiamento dello spred anche se quest’ultima è una misura fittizia se guardiamo al fattore risparmio contenuto nel sistema bancario italiano certamente e tendenzialmente superiore a Francia ed ad altri paesi europei che se la passano meglio.Quindi per tornare a noi ed a cviò che vedo come non possibile è il fatto che l’ipotizzata unione territoriale comprensoriale Trasimeno-chiusi e limitrofi rappresenti un ulteriore sconvolgimento dell’esistente già precario e non rappresenti per nulla la cura della quale abbisognerebbe il territorio.Il nostro territorio si deve liberrae dalle incrostazioni che l’hanno avvolto per anni ma che sono principalmente le incrostazioni della politica e di quello che la politica ha espresso comprese le cosiddette rottamazioni ideate e fatte solo per giuochi di potere interni ma che hanno ulteriormente abbassato il livello della politica.C’è bisogno di aria nuova ma c’è bisogno che il vecchio-lo dico senza remore- venga spazzato via di forza per chè è proprio il vecchio che crea quei lacci, quelle tagliole, quell’opera di tentativo di convincimento proprio della resistenza allo sviluppo che è tipico di ogni struttura avviata sulla via del tramonto ma che ancora non si lascia andare, anzi con forza lotta per sopravvivere.E come tutte le cose, in tutte le questioni, in ogni forma e modo io credo che non si debba mai fare di tutta un erba un fascio ma considerare che del positivo ci sia in ognuno di noi.Non tutto è sbagliato e non tutto va bene, ma fin’ora la fotografia della situazione è quella che la poluitica abbia provocato molte più cose erronee ed inutili, atte solo al mantenimento della stessa politica.basta vedere come ha reagito agli schiaffoni che ha prteso a livello nazionale e che con l’esercizio MEDIATICO,-perchè solo con quello-ha cercato di dimostrare la nullità di chi ha vinto le elezioni, fino al punto di aver creato gli ingranaggi perchè chi vinca non possa governare.Cos’è questa una cosa casuale che sia stata creata così? Ed allora questa strenua resistenza occorre capire che la si batta solo con un arma: quella del voto, altro non c’è.
Ecco perchè tutti gli altri ”scazzi” della ricerca di tali tipi di incorporazioni rappresentano solo palliativi ai quali la politica si attacca perchè non ha altro a cui attaccarsi, cercando di fare discorsi generali validanti di utilità, di speranze, di disegni dai quali partire per un diverso sviluppo. Il diverso sviluppo se lo sono fumati prima, vent’anni e più prima, quando hanno creato il terreno bruciato intorno alla partecipazione alla quale era stata abituata la gente. Un costume tutto proprio della natura ”di centro” alla quale è stata abituata la gente che era a sinistra e che alla sinistra dava il consenso. Prima si sono create le condizioni facendogli credere che lo sviluppo fosse permanente e che quindi si poteva benissimo delegare ai certi dirigenti poi la crisi provocata da tale stato di cose e da quella internazionale ha stretto la morsa e ci si è accorti che non era vero e che eravamo tutti vuilnerabili, ma era troppo tardi. ed allora anche davanti al concetto di ”populismo” che oggi si ama tanto portare alla ribalta sulle tv di stato e private, chi è stato il vero populista?
Ed oggi verrebbero alla carica dicendo che potremmo cambiare in meglio facendo le fusioni con le aree del trasimeno e della toscana ?
Ma sono sempre quelle classi lì e che hanno prodotto questo che lo dicono questo e la fiducia è una cosa seria diceva qualcuno.Ecco perchè c’è bisogno di pulizia e siamo arrivati anche al punto che oltre alla pulizia semprepiù ci sarebbe bisogno di invertire vocale alla parola pulizia e sostituirla con una ”o”.Ma la responsabilità fondamentale di tutto questo è della gente che nella sua ignoranza non si è accorta di quanto succedeva e che non ha preso nessuna iniziativa politica per cambiare ed ha prestato orecchio acriticamente a ciò che i media raccontavano.Ed ancora oggi tale storia non è finita, raccontano ciò che vogliono, e la gente a milioni ancora ci crede. Il giocattolo funziona ancora ed è per questo che andrebbe smontato proprio per un fatto di democrazia, perchè è da quello che si controllano i cervelli. pensavo che tutto questo fosse già contenuto nella risposta che mi chiedi ma evidentemente è difficile trarre le conclusioni.Forse sono io che ho bisogno nel mio modo di esprimermi di ricercare le cause e la gente per pigrizia mentale non sopporta tale modo e forse non gli interessa più di tanto ricercarle(posto che quelle che ho detto siano le cause) perchè ricercarle o sapere criticamente ciò che un altro pensa oggi è diventata fatica e di faticare oggi sempre meno la gente è disposta a farlo.
Senza essere prolisso…
Da periferia dell’Umbria a Frazione di un Comune della periferia toscana.
Dove sta il guadagno?
Non essendo prolisso come mi riesce bene di fare rispondo che Il guadagno stà ancora una volta nel fatto che la gente ci possa credere.
A chi lo mette in piedi il meccanismo permette di essere credibile, poi quello che succederà riguarderà altri che verranno.Intanto campano e con loro la loro economia. Le sembra poco ?
Signor “un cittadino”, lei ha perfettamente ragione, le fusioni dei comuni sono una delle più grandi “truffe” che chi comanda cerca di orchestrare oggi contro i cittadini e la democrazia. Poi ci sono alcuni sindaci che ogni tanto tirano fuori l’argomento per propaganda o per aprire bocca a caso, e ci sono i portavoce che fanno da amplificatore.