GUERRE DI SPIE E GIORNALISTI UCCISI: IL MONDO CHE NON CAMBIA MAI…
Il 15 ottobre 2017 la giornalista e blogger Daphne Caruana Galizia è stata uccisa a Malta, con una bomba che ha fatto saltare in aria la sua auto. C’è una rotta, che parte dalla Libia, passa per Malta, e arriva fino in Italia che potrebbe essere la chiave di quell’omicidio: una rotta lungo la quale si movimenta droga, petrolio, prostitute e soprattutto denaro. La linfa dell’Isola del tesoro. Perché Daphne è morta per il suo lavoro. Ha contribuito infatti a svelare lo scandalo dei Panama Papers e in particolare dei cosiddetti “Malta Files”, inchieste giornalistiche che hanno travolto il governo della Valletta e alla fine la stessa Galizia, che aveva denunciato di esser stata minacciata. Pochi minuti prima di morire la donna aveva pubblicato l’ultimo post sul suo blog: «Ci sono criminali ovunque, la situazione è disperata».
Nel mese di febbraio il giornalista free lance Jan Cuciak è stato ucciso nei pressi di Bratislava insieme alla compagna. Per l’omicidio sono stati arrestati alcuni italiani che Cuciak aveva accusato di essere in affari con la ‘ndrangheta nella gestione di milioni di euro di fondi comunitari. La vicenda ha fatto saltare prima qualche ministro, poi anche il premier Fico, che proprio ieri ha annunciato le dimissioni.
Il 14 marzo, a Rio de Janeiro in Brasile è stata barbaramente uccisa la nota militante dei diritti umani Marielle Franco (FOTO), mentre si trovava a bordo di un’auto, insieme ad altre due persone. I proiettili hanno raggiunto la donna alla testa, ferendola mortalmente. Ucciso anche l’autista e ferendo, ferita l’assistente della Franco.
Si è trattato di una vera e propria esecuzione, eseguita nel cuore della città. Identica nelle modalità all’assalto di via Fani a Roma in cui fu trucidata la scorta di Aldo Moro esattamente 40 anni fa.
Secondo il racconto di un testimone, l’auto su cui era salita l’attivista, dopo un evento in cui aveva difeso i diritti delle donne afrobrasiliane, sarebbe stata seguita dai presunti sicari a bordo di un’altra macchina, per diversi chilometri, attendendo il momento giusto per sferrare l’attacco, sparando una decina di proiettili.
La notizia ha fatto subito il giro della città, provocando reazioni di rabbia e sgomento. Marielle Franco era molto nota e amata per le sue battaglie civili: 38 anni, laureata in sociologia, era stata eletta consigliera di Rio De Janeiro con l’appoggio del partito di sinistra Socialismo e Libertà nel 2016, si autodefiniva “nera, lesbica, attivista politica, madre a 19 anni e femminista”. Cose che non vengono facilmente tollerate, così come certe inchieste scomode.
Il mestiere di giornalista è scomodo. Sono decine quelli uccisi dalle mafie, dai terroristi, dai Servizi segreti, dalle polizie politiche, da sicari senza nome anche in paesi considerati democratici. In Italia la lista è lunga, per esempio. Nel 2010 come Primapagina, al Forum Nazionale Cronache Italiane a Città della Pieve, allestimmo una mostra fotografico-documentaria sul tema.
Ma i casi di Daphne Caruana Galizia e di Jan Cuciak a Malta e in Slovacchia di raccontano che gli italiani sono – o possono essere – anche tra i sicari o tra i mandanti degli omicidi. E tutto questo mentre torna d’attualità pure la guerra di spie tra Gran Bretagna e Russia, come ai tempi della guerra fredda…
Il mondo è cambiato, dicono in tanti quando si parla di politica e di economia. Ma mica tanto a guardar bene. I giornalisti uccisi e le guerre di spie ci dicono che il mondo è sempre lo stesso. E che andare a rovistare in certe pattumiere è sempre molto pericoloso. Spesso fatale.
I mezzi per intimidire o ridurre al silenzio i giornalisti sono parecchi. Dalle minacce più o meno velate alle “ritorsioni” economiche (tagli e dinieghi sulla pubblicità, per esempio), dalle querele che costano comunque soldi ed energie, all’ostracismo politico… E queste son cose che capitano frequentemente anche in provincia, anche alle testate e ai giornalisti locali, spesso volontari e non professionisti. Certo le intimidazioni di stampo mafioso e i colpi di pistola o le bombe nelle auto sono decisamente peggio di una querela o del mancato rinnovo di un contratto pubblicitario, a cui certamente si sopravvive. Ma anche una querela o un mancato rinnovo di un contratto pubblicitario possono rendere la vita e l’attività di una testate e di un giornalista molto più complicata. Tutto ciò fa parte del gioco. E i giornalisti e gli editori, anche i più piccoli, lo sanno. Non tutti i lettori e i leoni da tastiera che imperversano su social se lo ricordano. Invece una piccola riflessione ogni tanto, almeno quando si sentono certe notizie, non guasterebbe.
m.l.
Daphne Caruana Galizia, Jan Cuciak, Marielle Franco
Non vi è dubbio che la libertà di stampa nel mondo, stia vivendo un momento assai difficile. La prepotenza che sia del potere politico, o della criminalità organizzata, si manifesta oramai sfacciatamente. Tutti abbiamo visto come un delinquente membro di una famiglia che da anni condiziona la vita di una intera comunità come quella di Ostia, ha aggredito in maniera animalesca, un giornalista della Rai, un reporter di NEMO. In Brasile, nelle grandi città, ci sono situazioni sociali davvero drammatiche. Con una malavita che spesso è fortemente legata al potere politico e finanziario. I delinquenti sono una specie di braccio armato di poteri oscuri, che li adoperano come ultima razzio, nei confronti di chi non riescono più a circoscrivere. Un grande dolore quello che ha avvolto il mio animo, una disperazione per avere piena consapevolezza, che in certi Paesi come appunto il Brasile, il rischio che la libertà di stampa venga imbrigliata è più che concreto.
Purtroppo spesso questo è il duro prezzo della libertà che non fa che mettere in evidenza la sottocultura ed il disprezzo della verità.Tutto questo deriva che esiste un mondo dove sono i soldi a farla da padrone,fino a piegare le coscenze.Non è un giro di parole ma ciò che disse Montanelli è cosa vera :” spesso non è che manchi la libertà, ma mancano gli uomini liberi”. In tal senso i confini del panorama che abbiamo di fronte se riferito al sistema dei soldi come normalmente succede,dipende dal grado e dalla natura dei bisogni degli interessati che vengono messi alla prova.Perchè prima o poi la prova arriva e dipende quasi esclusivamente dai soldi in un mondo siffatto. Ed allora
siamo abbastanza adulti da giudicare le contorsioni che vediamo essere intorno a noi su tali tempi soprattutto riguardanti la dipendenza dai soldi. Ci sono fior di giornalisti anche professionalmente bravi e di buon livello le cui vite dipendono dall’iscrizione nei libri paga del padrone.Normalmente costoro sono presenti in tutte le reti a grande diffusione della TV e fanno opinione per milioni di persone. Ce ne sono altri che lottano tutta la vita e non si prostituiscono nemmeno per brillanti carriere. Ce ne sono altri ugualmente capaci di cui non condividiamo nulla di ciò che affermano ma che la loro idea serve ad illuminarci sulla poliedricità del mondo.Purtroppo- e questo ci tengo a dirlo-è il sistema dei soldi che agisce sui bisogni vitali delle persone e che le ricatta.Se uno non lo accetta ed accetta di restare ”pulito e scevro da tutto questo” credo che sia persona intellettualmente onesta e da portare ad esempio. Purtroppo in questo mondo così disegnato, coloro che si piegano anche non volendo fino in fondo o per bisogno o per altre ragioni-ma spesso sempre per bisogno si tratta- sono in crescita esponenziale.Ecco perchè se un osservatore destinatario delle notizie possa dirsi intellettualmente onesto è destinato a pagare dei prezzi alla propria libertà. Purtroppo anche in altri campi esiste la prostituzione, che quasi mai viene eseguita per piacere ma per bisogno. Ma se il senso di libertà è prevalente può vincere anche sul bisogno.
Un altra cosa mi piace sottolineare ed è quella che non bisognerebbe farsi tante illusioni delle prerogative e delle differenze tanto esaltate in occidente sulla qualità del cosiddetto ”mondo libero” nei confronti di quello che non sò nemmeno dirlo come si possa definire ma che chiamerei ”mondo occupato” per dirla direttamente intendendo il cosiddetto sistema ivi vigente come ”stato autoritario”. Di questi ultimi è pieno il mondo a cominciare da tutti gli stati dell’Asia e dell’Africa ma il comune metro di misura si guardi bene che è il metro occidentale delle libertà da noi stesso costruito.Solo questo varrebbe una riflessione su quanto possa essere intesa come libertà rispetto a quella fruita da altri. Sotto tale punto di vista il potere è tutto uguale per propria natura e quando viene messo in discussione da singoli( per esempio giornalisti) o gruppi ( per esempio gruppi mediatici) si nota la tendenza dello stesso potere ad acquisirne le proprietà a fine di controllo.In tal senso una bella panoramica ”che parla” c’è pure su questo tema nei paesi dell’Est Europa tipo Russia , Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia ed altri.geograficamente parlando scendendo più a sud la Turchia di Erdogan non brilla certo per libertà di stampa, meno ancora la Siria di Assad ed anche il Libano il cui controllo dei media di quest’ultimo viene espletato dai gruppi politico-finanziari che guidano lo stato.Non parliamo poi degli stati adesso ex repubbliche dell’unione Sovietica come Azerbaijan, Tadjkistan,Uzbekistan dove regnano satrapi che hanno prevalso nella lotta con altri satrapi dopo il crollo dell’URSS. Ad oriente di questi c’è la Cina dove esiste ancora un partito unico e ferreo che amministra quasi un miliardo e mezzo di persone( non uno scherzo !) e che storicamente ha eradicato la fame e le malattie della propria gente ma elegge i propri presidenti a vita e che ha sempre avuto una mano pesante verso i dissidenti.D’altra parte li assistiamo alla liberalizzazione dell’economia mentre la politica resta non liberalizzata e controllata e la gradualità che stenta ad essere messa in atto su tale connubio è una molla potentissima che l’entourage politico ha compreso che debba controllare a tutti i costi pena il sistema che potrebbe saltare.Oggi se saltasse probabilmente assisteremmo ad un crollo dell’economia mondiale poichè i titoli del debito pubblico degli Stati Uniti se messi all’incasso ripercuoterebbero la loro furia distruttiva su tutta l’economia mondiale fondata come la finanza ha legalizzato solo sulla carta e non sulle potenzialità materiali di una industria accoppiata alle risorse della terra. In questo caso forse il futuro potrebbe essere generoso verso la Russia che si estende per ben 8 fusi orari e che ha nel proprio sottosuolo riserve di elementi atti a farla diveniere la padrona del mondo con una popolazione relativa ed ecco perchè spiegato l’attrito politico continuo fra potenze occidentali e Russia messo in atto con la finalità di far saltare dall’interno il sistema cretao dopo il crollo del muro di Berlino e non davvero per restituire la libertà di espressione che oggi manca in quel paese.Credo però che ci possano riuscire male poichè a differenza di molte nazioni il senso di appartenenza ed il nazionalismo russo è ben diverso da quello occidentale stati uniti in testa e la russia su tali argomenti è un osso duro ad essere messa in un angolo fino a sfiancarla.La guerra in Siria su tale argomento parla chiaro ed i cavalli di troia tentati soprattutto con il sostegno di israele e delle banche americane fin’ora ha avuto poco successo in tale direzione.Non parliamo poi dell’India poichè per decenni l’abbiamo considerata falsamente come loro stessi dicono di essere ” la più grande democrazia del mondo” mentre almeno il 25% della popolazione è sotto il minimo biologico della sopravvivenza pur avendo risolto il problema alimentare ormai da molto tempo.L’India dal punto di vista delle libertà individuali è un coacervo di popolazioni e modi diversi di pensare ed anche e soprattutto di gabbie a se stanti ,dovuto più che altro alla separatezza delle caste,all’economia stessa a pannaggio di pochi e quindi anche le libertà di espressione sono fortemente conculcate.Basti pensare ai più di 100 mlioni di Adivasi ai quali è stato imposto di lasciare i propri territori e che sono arrivati anche alla ribellione armata in certi distretti grandi come mezza italia. Cose queste che non raggiungono mai la nostra informazione, ma che sono a pannaggio di conoscenza solo ai navigatori in rete ed agli studiosi.Della libertà di espressione nell’America del Sud e centrale nemmeno a parlarne.Da decenni la loro storia è stata quella della dipendenza diretta del cugino nord americano ed ancora i risultati si vedono di tale dominazione, anche negli stati che hanno tentato di alzare la testa e che hanno reagito a tale stato di cose come è stato in passato il Nicaragua,Cuba, Panama,od oggi è il Venezuela ed è chiaro che se la passi male e che alla propria cintura non bastano i buchi aggiunti perchè la vita in tali paesi è quella che il cordone sanitario fatto dal loro cugino sfrattato è quella che rende la vita difficile.Non era nemmeno facile quando c’era l’inquilino, ma tale inquilino beveva le risorse che non andavano alla gente in servizi e qualità di vita.I militari al governo l’hanno cacciato ma era chiaro che dopo facessero la fame e con essi il popolo,quindi la tanto declamata libertà di stampo occidentale dov’è e dov’era? Era quella forse che al popolo arrivavano più beni e servizi mentre l’inquilino si appropriava delle risorse di un paese a seconda del contratto stipulato con le oligarchie precendenti? E’ quella la libertà che intendiamo e che ci viene fatta vedere alle nostre TV ?Anche oggi la libertà di espressione è conculcata soprattutto nei media in tutti gli stati che hanno subito ciò che il venezuela ha subito e subisce.Cosa resta? Il mondo cosiddetto libero? Nemmeno per sogno. Nel mondo libero inteso come occidente sappiamo che quando la libertà che si basa sempre sul possesso di ricchezza-perchè è il denaro che segna il grado di libertà nel senso che se lo hai sei libero e se non lo hai non sei libero-quando il sistema economico-politico vede all’orizzonte segni di possibile cambiamento, scatena tutte le forze mediatiche che si possono opporre a tale cambiamento poichè già le possiede e con quelle guida la propria egemonia, ma crea fatti e situazioni finalizzati ad annullare le opposizione fino al punto che se non può sconfiggerle ci si deve alleare, per poi immaginare di condizianarle in casa propria.Vediamo la quantità dei media in casa nostra come hanno reagito alla batosta elettorale che è passata sui partiti al potere.Prima per anni erano spauracchi e li demonizzavano dicendo che i mercati sartebbero crollati in caso di loro affermazione, oggi nulla di tutto questo è avvenuto ma si sono subito adeguati in mille forme, in mille espressioni diverse, come un palloncino di gomma che un bambino può gonfiare con il proprio fiato, adeguandosi quasi subito alle nuove realtà. Vi ricordate i discorsi di Marchionne? I grillini sarebbero stati micidiali per l’economia, oggi dice che c’è stato di peggio nella storia italiana.Quindi la libertà di pensiero espressa dai media spesso con tutte le scale delle diversità che in altri luoghi sono di natura più brutale che nell’occidente diventano quasi ”sofismi” sui quali si regge il sistema marcano il nostro modo di esistere e conseguentemente la nostra politica.Non sono ” sofismi” invece le economie poichè il modo di pensare deriva dal modo di come la persona riesca a vivere. Ed allora a chi dice che il concetto di classe sia scomparso dice una fandonia sapendo di dirla.Anzi negli ultimi anni della globalizzazione le classi( intese queste sia come reddito a disposizione, accesso alla conoscenza e libertà di pensiero fruita dai media) hanno tutte avuto la tendenza continua a fruire di minor ricchezza che si è concentrata nelle mano di pochi il cui numero è diminuito ma che sono sempre più ricchi.Allora tutto questa” tiritela” di cose e di questioni che mi sono sentito di dire non contrassegna direttamente la libertà ? Ed allora in un sistema tale dove viviamo in occidente dove vige la regola che se hai sei libero e se non hai non lo sei e che perdipiù ha costruito tale libertà fruendo delle risorse del terzo mondo e ripartendole all’interno facendone beneficiare i sudditi ed acquisendone il consenso politico-diversamente ci sarebbero state vere rivoluzioni,perchè non si mette in dubbio e si pensi che la libertà sia individuale chè sociale siano conquiste proprio come ci viene detto? Ho parecchi dubbi su questo, quando soprattutto penso alla genesi di tale libertà espletata a seconda del modo di come abbiamo messo le mani sulla torta e ce la siamo divisa come pareva a noi. Le conseguenze di questo ci stanno sommergendo da parecchio tempo e credo che dovremmo cercare di uscire dal luogo comune secondo il quale la libertà mia inizia da dove finisca quella del mio vicino.Con tali parole non ho voluto fare un escursus od un trattato sulla libertà, ma di certo guardando la terra dall’alto ed immaginandola come è vero che debba essere una casa comune degli uomini,se un altro mio simile non è libero non sono libero nemmeno io ed indipendentemente dal fatto di come mi possa sentire individualmente esiste l’oggettività di tale fatto che può essere interpretata come ” un sofisma evocato per continuare a navigare” ma quando si fa i conti con la realtà vediamo subito che non lo è, poichè chi chiede a noi di ripartire la torta con altri criteri è in crescita esponenziale.La mia dunque può essere anche solo una posizione individuale ma esiste anche una posizione oggettiva della questione poichè i dati ci sono e sono sotto gli occhi di tutti volendo o nolendo. Ed allora a chi resiste assergliato nel fortino sempre più ridotto delle libertà fruite a scapito delle libertà di altri, bisognerebbe obbligarlo sia con la forza delle idee e con la forza della politica ad aprire le porte ed a poter intendere la vita in maniera un po’ diversa da come l’abbiamo intesa fino ad oggi poichè bisognerebbe fargli capire che più resiste asserragliato e peggio è anche per lui e se immagina che possa avere scampo si sbaglia.Solo con la guerra lo potrebbe avere ma il suo scampo durerebbe poco.Ed allora la riparazione di tale status dovrebbe essere la prima cosa che debba mobilitare tutti contro i trattati di mutua assistenza internazionali smontandoli gradualmente ed instaurare al loro posto un sistema regolato di gestione e di controllo di quel famoso coltello che affetta la torta.Le conseguenze in senso positivo o negativo partono da lì.