FIRENZE E’ ANCORA ANTIRAZZISTA, LA CITTA’ MANIFESTA A FIANCO DELLA COMUNITA’ SENEGALESE

domenica 11th, marzo 2018 / 14:27
FIRENZE E’ ANCORA ANTIRAZZISTA, LA CITTA’ MANIFESTA A FIANCO DELLA COMUNITA’ SENEGALESE
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Una manifestazione imponente come non si vedeva da tempo. Il corteo che sfila percorrendo i lungarni, attraversando il Ponte Amerigo Vespucci, dove è stato ucciso Idy Diene, e il Ponte alla Carraia per fare ritorno in Piazza Santa Maria Novella. Non so dire quanti eravamo, ma a colpo d’occhio tanti, sicuramente qualche decina di migliaia. La manifestazione si è snodata per circa due ore pacificamente, bianchi e neri fianco a fianco, senza insegne di partito (tranne qualcuna di Potere al Popolo), tra grandi striscioni antirazzisti, slogan, bandiere arcobaleno e palloncini dei molti bambini presenti. C’erano bandiere e striscioni della C.G.I.L., di Emergency, di Amnesty International, del Senegal, dell’associazione fiorentina La Comune, di alcuni Centri Sociali e dei Sindacati di Base. Ma soprattutto c’era tanta gente. Molti di colore ovviamente, sicuramente venuti da tutta Italia, ma anche tanti bianchi, fiorentini, toscani e forse anche provenienti da altre parti. E non era scontato. Subito dopo l’uccisione dell’ambulante di colore da parte dell’ex-tipografo fiorentino, c’è stata infatti una reazione rabbiosa di una parte della comunità senegalese di Firenze che ha distrutto alcune fioriere in centro, suscitando malessere e contrarietà. Così come la recente crescita della Lega anche nelle nostre zone sta ad indicare che la questione dell’immigrazione è diventata questione dirimente che scompagina antiche certezze. E non era scontato nemmeno che molte persone del luogo, pur convintamente antirazziste, si recassero alla manifestazione. Con famiglie annesse. Sono giornate in cui Firenze e la Toscana, accusata da alcuni di essere affetta da “peste rossa”, dimostrano il loro volto migliore, erede di antiche tradizioni di civiltà, di tolleranza, di apertura mentale e sociale ed anche di memoria, antifascista e antirazzista. Firenze non ha creduto che il suo concittadino, uscito di casa con la pistola con l’intenzione di suicidarsi, abbia scelto casualmente una persona di colore. Nessuno può sapere cosa gli sia passato per la testa. Forse non è uscito con l’idea di uccidere un nero, ma dovendo scegliere qualcuno da eliminare per andare in galera – se la sua versione fosse vera – ha forse scelto una persona ritenuta meno importante, tutto sommato abusiva, con cui era più difficile identificarsi. Del resto avrà sentito dire pure lui da tanto tempo – in Tv e sui giornali – che i neri ci rubano il lavoro, vivono sulle nostre spalle, vanno rimandati a casa loro. Queste parole ripetute fino alla nausea entrano dentro il cervello e l’anima delle persone, soprattutto di quelle che vivono in condizioni di marginalità sociale, modificano la percezione dei problemi, contribuiscono a creare nemici. Ecco perché la risposta civile e imponente di oggi è importante. Perché porta in piazza tanta gente che non cede a questa “narrazione” rabbiosa e molto parziale. Perché di fronte a qualsiasi problema non si può rispondere con le armi, con la violenza, con l’omicidio. Questa è barbarie. Poi che la globalizzazione abbia prodotto una crisi economica mondiale devastante, congiuntamente ad una crescita esponenziale del fenomeno migratorio, è cosa che solo pochi possono negare. Così come sarà indispensabile trovare un equilibrio tra le ragioni dell’umanità e quelle del realismo politico. Questioni enormi che aspettano risposte concrete. Se al Governo nazionale dovesse andare la Lega, sappiamo già come la pensa e si tratterà solo di vedere come agirà nel concreto. Se andranno i 5 Stelle invece, ancora non sappiamo di preciso cosa faranno. Sicuramente però dovranno scegliere. Forse scontentando una parte del loro composito elettorato. Molti dicono che la distinzione tra destra e sinistra sia roba vecchia. Ecco a noi sembra che l’atteggiamento verso lo straniero sia una di quelle questioni in cui la differenza è più marcata.

Raffaello Battilana

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