NOTTOLA SECONDO 5 STELLE E PODEMOS: SE UNA BATTAGLIA GIUSTA DIVENTA PROPAGANDA…

NOTTOLA SECONDO 5 STELLE E PODEMOS: SE UNA BATTAGLIA GIUSTA DIVENTA PROPAGANDA…
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CHIUSI –  Ogni iniziativa messa in campo per informare i cittadini e renderli consapevoli di certe situazioni è sempre meritoria. Se quell’iniziativa tende a difendere un servizio o bene pubblico essenziale e a mettere in guardia la popolazione dal rischio di smantellamento progressivo di quel servizio lo è ancora di più.  In questo senso l’incontro pubblico tenutosi ieri sera all’ex cinema Eden di Chiusi Scalo sulla sanità e sull’ospedale di Nottola è stato meritorio. E che una forza politica di livello nazionale (i 5 Stelle), una espressione locale di quell’arcipelago che è la sinistra a sinistra del Pd (Possiamo-Sinistra per Chiusi) e dei comitati spontanei come il gruppo “Sosteniamo Nottola” e quello “per il diritto ala salute” di Città della Pieve dichiarino il loro impegno a difesa della sanità pubblica senza tentennamenti è un’altra cosa rilevante ed è bene a sapersi.

Detto questo, però, diciamo anche che l’incontro organizzato da 5 Stelle e Podemos chiusini non ha aggiunto nulla, neanche una virgola, a ciò che già si sapeva sull’argomento. A ciò che è apparso finora sui giornali e sulla stampa on line, compresa questa testata. A ciò che chiunque abbia avuto o abbia necessità di servirsi della struttura ospedaliera della Valdichiana per una visita specialistica, un esame diagnostico o un intervento chirurgico programmato, constata coi propri occhi giornalmente. Nulla di più rispetto a ciò che i suddetti comitati scrivono ogni giorno.

E se dovessimo basarci sulla partecipazione che l’incontro ha registrato dovremmo pensare che la percezione dell’ospedale di Nottola come un “ospedale in agonia” (questo era il titolo della serata) non è così diffusa tra la gente. Anzi.

Si è parlato delle criticità di Nottola, delle liste di attesa troppo lunghe (e visite e prestazioni a pagamento, invece in tempi molto più rapidi), delle carenze di personale già denunciate dal dottor Romeo (Ortopedia), dello scarso coordinamento tra Nottola e altre strutture ospedaliere, della esternalizzazione di servizi (appalto a ditte esterne che magari utilizzano lavoratori precari e sottopagati), della politica di “privatizzazione strisciante” e impoverimento e depotenziamento continuo della sanità pubblica messo in atto anche dalla Regione Toscana, in linea con i governi nazionali degli ultimi anni.

C’è stato qualche accenno, soprattutto negli interventi della platea, alla questione già sollevata dai 5 Stelle e dai Podemos, della Casa della Salute presso l’ex ospedale di Chiusi e del rapporto poco chiaro tra essa e il Centro medico privato presso la Misericordia di Chiusi Scalo.  Ma, come dicevamo, tutte cose risapute.

E con tutti i suoi limiti, le sue carenze e debolezze organizzative e di programmazione, l’ospedale di Nottola non ne è uscito come un ospedale in via di chiusura o di dismissione. Se mai come un ospedale che ha i problemi e le criticità di tutti gli ospedali pubblici, soprattutto quelli periferici e di dimensioni medio-piccole.

Il Consigliere regionale 5 Stelle Andrea Quartini di questioni sanitarie se ne intende, è partito bene nella sua  esposizione dei fatti. Poi però è scivolato, anche piuttosto pesantemente, nella propaganda politico-elettorale. E’ un esponente di partito, quindi ci sta, ma così facendo ha gettato al vento la buona esposizione precedente. Peccato.

Tra l’altro all’incontro non hanno partecipato esponenti noti delle forze politiche di maggioranza, sia in Regione che in Valdichiana. Non c’è stato confronto o contradittorio. Un’occasione mancata. Ma sono sempre gli assenti ad aver torto.

Erano presenti invece rappresentanti di comitati cittadini di Cortona e di Città della Pieve. Quest’ultimo ha chiesto al gruppo “Sosteniamo Nottola” di trovare punti di contatto e magari fare azioni sinergiche e comuni, essendo i due territori non solo contigui, ma anche molto intrecciati dal punto di vista delle strutture sanitarie e ospedaliere.

Giusto tenere alta l’attenzione e battersi per evitare lo smantellamento del sistema sanitario pubblico, perché è meglio di quello privato, è una conquista che è costata lotte e sacrifici ed è un punto cardine tra i diritti sanciti dalla Costituzione. Su questo non ci piove. Giusto, giustissimo, denunciare liste di attesa di un anno per una ecografia, e se invece la fai a pagamento, sempre in ospedale, te la fanno in 5 giorni al massimo…

Giusto sottolineare come spesso sia l’abnegazione e la buona volontà del personale a sopperire a carenze organizzative e di gestione; giustissimo denunciare il taglio continuo ai posti letto, l’affidamento a strutture private dei  servizi più disparati, dalle pulizie alla mensa, dalle lavanderie alla riscossione dei tickets; giusto far notare come tutto questi porti inevitabilmente e oggettivamente ad un abbassamento del livello della risposta sanitaria e non un miglioramento…

Ma questo non lo dicono solo i 5 Stelle e i Podemos. Lo dicono anche i sindaci della Valdichiana, anche quelli targati Pd, che se da un lato hanno per lo più avallato le scelte regionali, hanno anche esternato più volte – e anche recentemente – la loro preoccupazione… Su questo la distanza tra maggiorana e opposizioni sembra effettivamente poca.

Per il resto, però, come già accennato, niente di nuovo sotto il sole. Di ricette per invertire la tendenza alla privatizzazione strisciante e salvare e potenziare il servizio sanitario e le strutture ospedaliere come Nottola non ne abbiamo sentite neanche all’incontro di ieri sera a Chiusi, se non la solita generica invocazione elettoralistica “mandiamoli a casa!”

L’iniziativa, come abbiamo detto era organizzata da 5 Stelle e Possiamo e non può certo scandalizzare che due forze di opposizione tengano una iniziativa comune. E’ normale. Non è la prima volta che accade, tra l’altro. E’ successo anche per il palasport e per altri argomenti. Tutto nella norma anche qui, nessuno scatto di fantasia o cambi di passo.

Certo, con questo tipo di “strategia”,  i podemos chiusini rischiano di apparire appiattiti sulle posizioni di una forza che ha più visibilità ed esposizione mediatica anche nazionale. E rischiano di perdere o offuscare i loro connotati specifici di forza di sinistra, originale e autonoma, per confondersi in battaglie senza colore, tanto più adesso che la sinistra a sinistra del Pd, pur tra contraddizioni, dubbi e titubanze prova a cercare unità di intenti e una strategia comune in vista delle prossime elezioni politiche. In questa  fase,  esperienze come quelle della lista chiusina potrebbero dire la loro, fare addirittura da traino, da scuola, da esempio. Così invece i podemos etruschi si diluiscono nel magma pentastellato dove c’è gente più agguerrita, ma – accanto ad argomentazioni plausibili e buone intenzioni- anche tanta pochezza e confusione. Confusione pure tra i colori.

Anche questo lo avevamo già scritto in altri frangenti. Evidentemente agli strateghi dei Podemos va bene così.  Contenti loro…

Al di là di tutto, se una cosa è emersa chiara ieri sera nella sala Eden di Chiusi Scalo è che la sanità e gli ospedali sono una cosa seria, e i cittadini e i territori devono riappropriarsene. Altrimenti le battaglie sul decentramento, sulla sanità diffusa e  gli ospedali meno numerosi ma più efficienti e funzionali fatte dagli anni ’70 al 2000 finiranno per essere vanificate. Il welfare italiano è stato conquistato dai lavoratori, dalle donne, dagli studenti, dalle comunità locali… non è arrivato per grazia ricevuta o per intercessione divina.

L’ospedale di Nottola funziona probabilmente meglio dei 6 ospedali che ha sostituito, dà risposte più efficaci e più avanzate, ma non funziona come dovrebbe e potrebbe funzionare. Non del tutto, almeno. Dopo 17 anni è ancora un ospedale “nel limbo” con molti ingranaggi inceppati o scricchiolanti. E ha sempre dovuto fare i conti, fin dall’inizio, con tagli, accorpamenti, ristrutturazioni, adeguamenti, che hanno significato un sostanziale e in taluni casi progressivo depotenziamento o ne hanno stoppato lo sviluppo possibile.

Nessuno, crediamo, pensava che Nottola potesse o dovesse diventare un ospedale come Le Scotte o come il Silvestrini, ma sentire che fa fatica a tirare avanti perché mancano medici, paramedici e macchinari funzionanti è doloroso. E non era nei patti. Allora più se ne parla e meglio è. Magari – se a parlarne sono forze e soggetti politici – sarebbe bene farlo cercando e prospettando soluzioni ed evitando la propaganda, però. Perché quella serve a poco. Anzi a nulla. O meglio, serve al “re di Prussia” per giustificare l’arroccamento e per continuare a fare ciò che ha fatto fino ad ora.

m.l.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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