SEI TOSCANA, I SINDACI SENESI CONTRO L’AUMENTO DEI COMPENSI AL CDA

lunedì 02nd, ottobre 2017 / 18:04
SEI TOSCANA, I SINDACI SENESI CONTRO L’AUMENTO DEI COMPENSI AL CDA
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SIENA –  Dopo il sindaco di Arezzo Ghinelli, e dei presidenti di Coop Lat e Siena Ambiente, anche i sindaci della Provincia di Siena contestano l’aumento dei compensi per il Cda di SEI TOSCANA, deciso l’11 settembre scorso dall’assemblea dei soci dell’azienda pubblico-privata che gestisce il ciclo dei rifiuti nel sud della regione. Per la verità anche il presidente di SEI Toscana, Roberto Paolini si è chiamato fuori, rifiutando l’aumento. Un aumento che porterà i compensi per i membri del Cda da 300 mila euro lordi a 460 mila, con un aumento superiore al 50%.

Una “delibera inaccettabile” l’ha definita il primo cittadino di Arezzo. “Decisione fuori luogo e eticamente esecrabile” gli hanno fatto eco i soci Coop Lat e Sienambente. Il socio Aisa che detiene il 6% delle quote societarie per protesta non ha partecipato al voto dell’11 settembre. Se Sienambiente che ha votato contro avesse fatto lo stesso, sarebbe saltato il numero legale e la delibera non sarebbe andata in porto.

Ora ecco anche la levata di scudi dei sindaci senesi che scrivono:

La decisione di procedere ad un aumento delle indennità degli Amministratori, assunta dal Consiglio di Amministrazione di SEI Toscana, con il solo voto contrario del Presidente di Sienambiente Spa, lascia sbalorditi e profondamente irritati. E’ assolutamente inaccettabile che, mentre i Comuni si stanno sforzando di sostenere al meglio il servizio in un momento di grande difficoltà, una società sottoposta a commissariamento, nella quale l’organo di amministrazione ha poteri e competenze limitati, il cui contratto di servizio con l’Autorità di Ambito è fatto oggetto di attenta valutazione, decida di aumentare i compensi all’Amministratore Delegato e ai consiglieri di amministrazione, con inevitabili ricadute negative sui contribuenti.

Una deliberazione che conferma la necessità di ripensare gli assetti proprietari della società di gestione dei rifiuti, ove i soci privati più che condividere un progetto di governo di una funzione fondamentale a servizio dei cittadini, perseguono meramente il proprio interesse. Riteniamo urgente che il Consiglio di Amministrazione riveda la sua decisione e mantenga un profilo sobrio e rispondente davvero alle esigenze delle comunità che chiedono servizi efficienti a costi più contenuti. Chiederemo un incontro al Prefetto di Siena per esprimere tutto il nostro disappunto sulla vicenda”.

Da ricordare che SEI Toscana è sotto inchiesta per la gara d’appalto del servizio rifiuti.  E secondo il sindaco di Arezzo, “quest’ultima nefandezza è l’ennesimo segnale di come l’operazione sia stata marcia fin dall’inizio. Assurdo che per una gara da 3,5 miliardi in vent’anni si presenti un solo concorrente, significa che c’era qualcosa di storto e non a caso è scattata l’inchiesta della procura di Firenze”.

Molto critici sulla vicenda anche i 5 Stelle, con alcuni esponenti toscani che giudicano la presa di posizione dei sindaci senesi tardiva e arrivata dopo che per anni gli stessi sindaci, nei vari consigli comunali, hanno fatto orecchi da mercante nei confronti di chi sollevava il problema.

Certo, se si è creato nella Toscana Sud un “sistema” di gestione dei rifiuti quantomeno poco trasparente e frutto di spartizioni e scatole cinesi sotto lo stretto controllo della politica e in particolare del Pd, i comuni soci non sono senza peccato. Ma la protesta dei sindaci segna comunque una presa di distanza da quel sistema, una presa d’atto che così non può continuare. Sarà pure tardiva e arrivata solo dopo una “nefandezza” come l’aumento dei compensi per i vertici societari, non tollerabile in un momento di crisi e di ristrettezze per i cittadini, ma è comunqe un segnale significativo. Può essere una sorta di “grimaldello” per ripensare gli assetti societari di Sei Toscana e tutto il sistema rifiuti.

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