CENTRALE A BIOMASSE SAN DONNINO: IMPRESA PROMOTRICE SOTTO INCHIESTA E MINACCE DI MORTE AI CONTESTATORI. SERVE UN CONFRONTO PUBBLICO
CITTA’ DELLA PIEVE – Già era successo un anno fa circa per l’impianto a biomasse di Fabro, al momento bloccato in attesa di pronunciamento del Consiglio si Stato, ed è successo di nuovo adesso dopo le polemiche sollevate a proposito dell’impianto, sempre a biomasse, in costruzione in loc. San Donnino nel Comune di Città della Pieve, ma al confine con Fabro. Ai contestatori sono arrivate minacce di morte. E questo è un pessimo segnale. Che istintivamente porta a parteggiare per chi dice no. Le minacce sono un metodo mafioso, qualunque sia l’argomento e il contesto in cui si verificano. Fanno così paura le “contestazioni”, tanto da arrivare a minacciare di morte chi le fa?
E chi è che minaccia di morte i membri del comitato No biomasse?
Certamente può anche trattarsi di una bufala, di un tentativo di intorbidare le acque e creare disorientamento… Però, in questi casi sempre meglio andarci cauti e guardinghi.
Intanto quelli del Comitato No Biomasse di Fabro, che si oppone anche alla centrale di San Donnino, fanno sapere che Maurizio Succi, presidente della società Tecnologie Ambientai Srl che è la promotrice del progetto di San Donnino è sotto inchiesta per ipotesi di truffa ai danni del Comune di Grosseto per la gestione dell’impianto di trattamento dei rifiuti della città maremmana. La notizia è apparsa su Il Tirreno il 21 settembre scorso.
Anche questa, come le minacce di cui sopra, non è una notizia incoraggiante. E non depone a favore del progetto.
Laura Margottini, del comitato fabrese, fa anche sapere che appena uscito uno studio sulla prestigiosa rivista medica internazionale Lancet che ricorda come “inquinamento e PM10 prodotti dalla combustione anche di vera biomassa, come il legno, siano attualmente tra le principali cause di morte. L’articolo di Lancet, vera e propria Bibbia della scienza medica mondiale è stato ripreso da Repubblica: “L’inquinamento è diventato la più grave minaccia per la salute. Nel 2015 ha causato 9 milioni di morti, un sesto del totale. E’ tre volte più dell’effetto combinato di Aids, tubercolosi e malaria; 15 volte più di tutte le guerre e delle altre forme di violenza. I numeri vengono dal rapporto preparato dalla Lancet Commission on Pollution & Health firmato dalla Global Alliance on Health and Pollution e dell’Icahn School of Medicine del Monte Sinai (New York). Tra i principali responsabili di questo quadro sanitario, anche per il legame sempre più stretto tra inquinamento e cambiamento climatico, figurano i combustibili fossili: il loro uso, sommato alla combustione della biomassa nei paesi a basso reddito, produce l’85% del particolato e una quota rilevante di altri inquinanti atmosferici.”
E anche questo – almeno secondo il Comitato fabrese – non è un dato da prendere sottogamba. Tutt’altro.
Senza fare facile allarmismo e senza colpevolizzare nessuno, prima di avere in mano se non prove, ma almeno indizi robusti, ci sembra che nel caso della centrale di San Donnino, gli “indizi” per valutare meglio la questione ci siano tutti. Sono almeno 3. Come diceva l’ispettore Poirot di Agatha Christie un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi, tre indizi sono una prova…
Un bel confronto pubblico sul tema, che finora è mancato, potrebbe forse consentire di chiarire i pro e i contro. A nostro modestissimo avviso, il sindaco pievese Fausto Scricciolo farebbe bene a metterlo in programma. Prima possibile, naturalmente.
Città della Pieve Biomasse, Fabro, fausto scricciolo
Buonasera Marco Lorenzoni.
Ci conosciamo e sa che ho sempre detto ciò che penso e per questo son stato anche minacciato di querela.
Ho sostenuto più volte che il vero problema della attuale amministrazione Pievese è la NON comunicazione.
A dispetto dei proclami elettorali non è mai stato promosso un reale percorso partecipativo, soprattutto relativamente a temi scomodi.
Come attivista del M5S di Città della Pieve posso testimoniare che il nostro gruppo ha, da subito, cercato una proficua collaborazione su ogni tematica ebbene tale collaborazione è sempre stata rifiutata nei fatti e non solo è stata rifiutata nei confronti del nostro gruppo ma praticamente con chiunque, Il tema della chiusura del Pronto Soccorso ne è l’emblema.
I Sindaci dei comuni a noi vicini, che avevano l’Ospedale Giacomo Villa come riferimento sono stati addirittura invitati a farsi i c…i loro.
La questione della centrale a biomasse è solo l’ennesimo capitolo di un modus operandi e, visti i pregressi, immagino non sarà l’ultimo.
Sono sempre stato persuaso che un Sindaco, il Primo Cittadino, debba come prima cosa pensare al bene di chi amministra. Questo non è mai stato percepito, anzi.
Il dato di fatto è che in più di tre anni di questa amministrazione Città della Pieve ha subito un tracollo, sicuramente non tutto è addebitabile all’amministrazione, ma il malcontento è palpabile tra i cittadini, anche tra coloro che compongono le fila “amiche”.
Saluti
Massimo Chimenti
Stamane a Chiusi Stazione in occasione del mercato settimanale del Lunedi c’è stata la raccolta delle firme per il mantenimento del Pronto Soccorso a Città della Pieve da parte di quel comitato.Ho dato anch’io il mio assenso affinchè la politica tenga conto di moltissime volontà di comuni cittadini al mantenimento ed al buon funzionamento delle strutture sanitarie, specialmente quelle di primo intervento.Cosa testimonia tutto questo? Che la politica e chi la amministra è lontana 1000 anni luce dagli interessi della gente e che si ricorre ai tavoli di raccolta firme per indurre la politica a far marcia indietro sulle decisioni assunte.Io credo,al di là delle firme, che il segnale vada dato quando si entri i cabina, e vada dato anche contro le centinaia e centinaia di dipendenti dalla politica che nei nostri paesi fanno i ”pesci in barile”, muti ed immobili anche loro per dare segnali che vanno in direzione dela politica.chiusi di quest ne è piena, città della Pieve non sò poichè non ci vivo.Ma l’ambiguità di tali persone si percepisce ad un chilometro di distanza, anche se nei paesi ci conosciamo ormai quasi tutti.In pratica è il timore, quasi vera paura di apparire, di dire la propria, di riuscire a fare massa per salvaguardare le scelte di una poolitoica e dei suoi rappresentanti che si trovano a malpartito di fronte alle scelte, quelle stesse scelte ottenute dopo tante lotte del passato.E’ la storia di sempre e soprattutto mi preme dire che deve essere tenuto in mente che anche in passato era così, solo che erano diversi e più producenti le parti politiche che ricercavano bene o male l’interesse della gente. ogggi quelle che ci guidano sono la fotografia esatta del sistema, sia in centro, sia in periferia,- anzi-mi correggo-soesso i cosiddetti pesci in barile di provincia fanno perfino i rivoluzionari ma quando si vanno a contare ed in cabina che nessuno li vede fanno il segno di croce sul partito che amministra il sistema.Una volta questo lo faceva il partito di maggioranza relativa che nel paese si chiamava DC, oggi il D è sostituito dal P. Ma davano lo stesso voto coloro che entravano in cabina e votavano per la DC( nulla di anormale s’intenda)ma tanto per far capire a chi legge che gli stessi oggi votano PD.