Parlano gli strumenti: Le vie del mondo, uno spettacolo insolito
“Le vie del mondo”, spettacolo musicale insolito, in scena Sabato 4 marzo al teatro degli Avvaloranti di Città della Pieve, ha lasciato perplessa una parte del folto pubblico presente in sala
Al suono di violini, violoncelli, contrabbassi, fisarmoniche, fiati, chitarre e percussioni, le Vie del Mondo è un viaggio musicale tra brani popolari provenienti da Italia, Europa, Russia, Africa e Sud America, per la regia di André Casaca.
Sul palco i Musica Spiccia, orchestra composta da cinquanta elementi tra bambini, ragazzi e adulti, diretti da Giulia Cavicchioni, fondatrice della Scuola di musica popolare e Associazione Culturale “Il Baule dei Suoni” di Tavernerio, in provincia di Como.
Un viaggio tra ritmi briosi, talvolta più melodici, eseguiti da circa trenta dei cinquanta musicisti dell’orchestra che, dall’inizio alla fine, mostrano un volto palesemente e assolutamente impassibile.
È stata forse la totale neutralità espressiva a creare disagio nel pubblico, depistandolo dal senso intrinseco della rappresentazione che non vuole essere una classica interpretazione di brani musicali.
Le vie del Mondo affida il ruolo di attore protagonista agli strumenti, annullando il musicista in quanto essere fisico ed esecutore. In scena parlano, anzi suonano, gli strumenti. Sono loro e soltanto loro ad eseguire i brani, a dialogare fra loro e con il pubblico, a ribellarsi al piglio autoritario della direttrice d’orchestra (unico essere umano), realizzando piccoli, quasi impercettibili, momenti di comicità.
Corpi e volti dei musicisti non hanno alcun valore scenico, sono meri strumenti degli strumenti (se mi passate il gioco di parole). Non possono mostrare alcuna emozione semplicemente perché non esistono. L’unica ad esistere, in tutta la sua pura e nobile essenza, è la musica.
Elda Cannarsa
Fotografie di Alberto Ciani D’Amario
musica, spettacoli musicali, teatro
deve essere stata una seratina allegra…(e questa non è una critica, ma solo una considerazione a margine del’articolo)
In verità sì. La musica era allegrotta con qualche pezzo più riflessivo. Noi, dal nostro palco, abbiamo apprezzato:)