Sabato e domenica al Mascagni tornano i Semidarte 2.0: da semi a pianticelle, la tradizione teatrale si rinnova

martedì 07th, marzo 2017 / 12:31
Sabato e domenica al Mascagni tornano i Semidarte 2.0: da semi a pianticelle, la tradizione teatrale si rinnova
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CHIUSI –  Sabato prossimo 11 marzo e domenica 12 in replica, tornano sul palcoscenico del Mascagni i “Semidarte 2.0“.  La compagnia di giovanissimi presenta infatti una commedia brillante, come ormai nel suo stile, e questa volta attinge al repertorio dell’autore e attore inglese Ray Cooney. La piece si intitola “Se devi dire una bugia dilla grossa” e sembra attagliarsi benissimo a certe vicende politiche italiane di questi giorni (ma non solo di questi giorni). E a ben guardare la politica non è del tutto estranea alla narrazione, visto che i protagonisti sono un ministro degli interni e  il suo segretario intenti ad organizzare una “scappatella” con una avvenente e affascinante funzionaria della Fao, che non è la nipote di Mubarak, ma…

E’ – come si può facilmente immaginare-  una commedia degli equivoci con battibecchi, errori di manovra e colpi di scena che fanno ridere, certamente, ma mettono anche a nudo vizi e ipocrisie della società attuale e di certi ambienti in particolare…

Gli attori, tutti under 25, sono Andrea Storelli, che cura anche la regia (è figlio d’arte), Enrico Sorbera, Benedetta Margheriti, Anna Ferretti, Noemi Lo Bello, Pietro Carloncelli, Gianmarco Bianchi, Teddy Edu, Elena Scarpellli e Carlotta Margheriti. Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione Asservizio.

I Semidarte 2.0 sono il segnale tangibile di una ritrovata vena teatrale, un fiume che sembrava essersi seccato, con i “vecchi” Semidarte dispersi in vari rivoli, autoesiliati o emigrati in altri teatri, e invece torna in superficie con la freschezza e l’effervescenza naturale della gioventù. Per Chiusi è un segnale positivo. E importante. Vuol dire che la grande e lunga tradizione teatrale locale continua e si rinnova.

I biglietti già scarseggiano. Buon segno anche questo. Vuol dire che la città apprezza. Vuol dire che Chiusi segue, sostiene e incoraggia i suoi giovani virgulti da palcoscenico. Che non sono più solo “semi”, ma pianticelle già abbastanza robuste. Anche questa attenzione, questo sostegno è un indicatore positivo.

Ma devono stare attenti i Semidarte 2.0 a non considerarsi già arrivati. Con 10 attori, tutti giovanissimi,  tra genitori, fidanzate e fidanzati, nonni, amici, compagni di scuola e di serate è facile riempire il Mascagni. E’ normale che ciò accada. Come è normale e più facile fare sold out con una compagnia locale che magari con un “mostro sacro” del teatro che però propone cose un po’ più complicate. Pippo Delbono che è un mostro sacro del teatro italiano ha recitato al Mascagni davanti a meno di 30 persone, e così è successo ad altri spettacoli un po’ fuori target del festival Orizzonti, per capirci…

Gli spettacoli “locali”, fatti in casa, anche quelli proposti da registi e attori  più stagionati hanno sempre avuto successo. Tutti. Perché in questi casi la molla che spinge la gente al botteghino non è solo l’amore per il teatro o la bravura di chi è sul palco, ma la conoscenza reciproca, l’amicizia, la parentela, la curiosità di vedere come recita il vicino di casa, il compagno di lavoro ecc…

Questo non vuol dire naturalmente che gli spettacoli locali siano migliori a prescindere, di quelli di certi mostri sacri o che si debba guardare solo al successo al botteghino e quindi proporre solo ciò che fa cassetta o che vede in scena gente del posto…  Ci vuole l’uno e l’altro.

Come è successo ai Semidarte originali, nati nei primissimi anni ’80 del secolo scorso, anche i Semidarte 2.0 il pubblico e gli applausi dovranno conquistarseli, spettacolo dopo spettacolo. Sapendo che ci sarà sempre qualcuno che storcerà il naso. E che non si è bravi solo perché si è giovani e appassionati.

Lo stesso ragionamento vale per le band musicali che fanno rock, blues, jazz,  per la Young Band scolastica e per qualsiasi forma di espressione artistica…

Però, tra presentazioni di libri (quelle di Gec & Book per esempio, una ogni due settimane per 3 mesi), serate musicali, spettacoli teatrali in buona parte allestiti da gruppi giovanili, Chiusi sembra vivere un certo risveglio, se non economico, almeno dal punto di vista culturale. Di questi tempi è oro che cola…

m.l.

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