La straordinaria Marcia delle Donne su Washington. Un milione di partecipanti e il silenzio della Casa Bianca

Massiccia partecipazione alla Marcia delle Donne su Washington di ieri con manifestazioni di adesione e supporto in 75 paesi del mondo. No comment dalla Casa Bianca
Washington D.C. Il giorno dopo “l’investitura” di Donald Trump, contestatissimo quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, una folla di circa un milione di persone si è presentata all’appello della Marcia delle Donne su Washington. Queste le stime degli organizzatori che ne avevano previste 200.000. A Los Angeles e New York la polizia rende noti numeri pari a mezzo milione di partecipanti.

New York
Dati ufficiali confermano che le proteste di adesione e supporto alla Marcia delle Donne contro le premesse xenofobe, sessiste e razziste della politica di Donald Trump si sono svolte in 75 paesi del mondo. Le più consistenti in Europa e negli Stati Uniti ma l’iniziativa ha avuto il supporto anche di Asia, Africa e Australasia. Tra le più poderose in Europa emerge la città di Londra con 100.000 partecipanti.
Una presenza massiccia e straordinaria, superiore a quella contro la guerra in Vietnam che ebbe luogo il 15 Novembre del 1969 e fu considerata la più grande protesta contro la guerra della storia degli Stati Uniti. Allora si stimò una presenza di mezzo milione di persone. Una folla di gran lunga superiore anche ai 250.000 presenti alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Denver, Colorado
Sul palco sono saliti organizzatori, rappresentanti di diversi movimenti e associazioni, personalità del cinema, dell’attivismo politico e dello spettacolo: Scarlett Johansson, Michael Moore, America Ferrera, Gloria Steinem, Muriel Bowser – sindaco di Washington – Madonna, per citarne alcuni.

Gloria Steinem
Nel suo intervento, Gloria Steinem ha ricordato come gli esperti dell’Associazione Americana di Psichiatria abbiano pubblicamente scritto (in una lettera all’allora in carica Presidente Obama, N.d.r.) che Trump manifesta sintomi di instabilità mentale, tra cui grandiosità, impulsività, ipersensibilità alla critica per quanto minima, e un’evidente incapacità di distinguere la fantasia dalla realtà, e come tali sintomi mettano in discussione la sua idoneità a rivestire l’immensa responsabilità di una carica presidenziale.

Londra
La Marcia delle Donne su Washington si è svolta nel silenzio stampa della Casa Bianca. In una breve conferenza dove ha esternato commenti critici nei confronti della copertura stampa della cerimonia di inaugurazione, il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, non ha risposto alle domande sulla Marcia delle Donne poste dai giornalisti. Il neo-Presidente Trump non si è espresso.
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Premetto che personalmente non ho tifato per nessuno dei due concorrenti alla presidenza.Nè per Trump, per una serie di motivi che ritengo molto validi ma ancor meno per Hillary, poichè oltre alle vicende personali-che in una america puritana hanno il loro peso-poichè dietro a lei non si scopre solo oggi che ci siano state e tutt’ora permangano i legami di tutte le multinazionali e corporations che hanno fatto la storia nella politica estera degli states. In pratica il populismo deteriore della country americana nazional-razzista di milioni di gente alla Trump che vedono come un pugno nell’occhio ogni tentativo di socializzazione della ricchezza,come può essere la politica sanitaria a cui Obama ha cercato di dare, una anche se pur timida apertura di cambiamento, con molti insuccessi dagli schemi iniziali da dove era partito.Forse per capire l’america occorrerebbe viverci e ritengo comunque che non sia un mondo come il nostro, sia per cultura sia per diritti,dove spessissimo tutto mostra la disumanizzazione portata culturalmente dal possesso o meno della ricchezza: in pratica se hai denaro sei qualcuno ma se non lo hai sei meno che un animale.Da noi ancora oggi, nonostante le contraddizioni macroscopiche, la questione è diversa e per fortuna differente nella sostanza.Una domanda però mi sorge spontanea di fronte alla visione di una manifestazione di 1.000.000 di persone nella Pensilvanya Avenue : quelle donne che manifestano per i loro diritti sacrosanti perchè non scendevano in strada quando regnava Obama ? Obama aveva incarnato il cambiamento ma mi domando cosa di sostanza fosse cambiato nelle loro vite ? Io credo nulla. E se fosse vero ciò che credo-al dilà della giustezza delle idee che portano avanti-ed inoltre ben capendo che per le grandi trasformazioni non è sufficiente una legge sulla facoltà di abortire oppure sui diritti delle minoranze o sul riconoscimento dei ”chicanos”ad essere pienamente integrati nel tessuto economico-politico statunitense,cosa è cambiato sotto la presidenza Obama di tanto diverso da quanto è stato sotto quella di Bush padre e Bush figlio? Non parlo di discriminazione ai ”coloured” ma all’acquisizione di nuovi diritti per chi lavora? Mi sembra che la recessione abbia segnato la presidenza Obama forse molto più di quanto successio sotto quella dei Bush, o mi sbaglio? Sotto Obama si sono svolti i principali interventi della Nato nell’Africa del nord, in Libia con i francesi ed inglesi, In Irak ed Afghanistan,dei bombardamenti in Siria contro Assad ed in favore della guerriglia anti statale, oppure i nomi della Falluja di Bush figlio sono talmente lontani da non ricordarseli, ed ancora quelli del padre suo riguardo al Kuwait, a Schwartzkopf ? Tutti questi interventi contro il terrorismo mediorientale sono avvenuti sia sotto le presidenze dei repubblicani sia sotto quelle dei democratici. Questo tanto per dire semplicemente che differenze in politica estera specialmente non ve ne sono quasi mai stati nella politica americana.Non dimentichiamo che la guerra del Vietnam così lontana fu iniziata dalla presidenza Kennedy, poi continuata da johnson e dal repubblicano Nixon. Oggi si potrebbe obiettare che una di queste differenze se c’è stata è un atteggiamento diverso fra i repubblicani ed i democratici solo nelle relazioni con Israele, ma poi poi nemmeno tanto dissimili.Solo l’astensione USA all’Onu è stata materia così fortemente calcata dallo stesso Israele poichè abituati ad indirizzare la politica USA per decenni a loro favore si sono trovati improvvisamente con un ala scoperta, ma che Trump ha promesso di ricoprire subito e metterla al sicuro da imboscate”democratiche”.Quindi per tornare a noi ciò che si annuncia nello scenario è una reattività pubblica generale di una gran parte dell’opinione pubblica democratica che non forse non si è accorta che dietro di lei chi sia che manovri i media e di come i maggiori quotidiani rispecchino gli interessi delle multinazionali di casa loro.Oggi costoro mobilitano le masse contro l’avvento di Trump regolarmente eletto poichè la sua politica protezionista tenderà a creare posti di lavoro in casa promettendo guerra alle aziende che delocalizzano all’estero per pagar poco il costo del lavoro ma allo stesso tempo promette di erigere muri contro l’immigrazione clandestina.Ha fatto leva sul nazionalismo retrogado del Mid-West Americano ed ha vinto, ma fra i due, decisamente il meno peggio credo che sia proprio lui, poichè la Sig.ra Hillary Clinton è di quelle che a parole sono per i diritti ma con i fatti rispettando le direttive delle maggiori multinazionali che hanno investito su di lei si dice 150 milioni di dollari per la campagna, oggi si stanno preparando a mandare all’incasso la cambiale da Trump, ma sembra che l’ufficiale pagatore abbia poca voglia di ottemperare ai loro bisogni, poichè parla di ritiro di truppe dalla periferia del mondo come segnale ai governi che hanno vissuto di ossigeno Americano fin’ora,parla di protezionismo, della creazione di posti di lavoro in casa,di possibili cancellazioni di sanzioni alla Russia di Putin.Di tutto questo sotto i cari democratici di ”Yes we can” avveniva il contrario.La stessa storia in piccolo di qualcuno che in casa nostra si chiama PD.Idee progressiste per attuare col minimo di scossone possibile tutte le nefandezze che si compiono poichè se concepite ed attuate dalla destra avrebbero prodotto il maggiore degli sconvolgimenti sociali, mentre con le loro istanze,il famoso ombrello di Cipputi ha sempre funzionato. Parlo-per chi non la conoscesse, della vignetta di Altan,quella del lavoratore che mette il manico dell’ombrello all’altezza dell’orifizio posteriore del suo compagno di lavoro e pigiandolo esclama senza che l’altro si volti verso di lui : ”tranquillo è nostro”. Una mattina , inondati dalla sicurezza della vittoria della sinistra progressista americana, ci siamo svegliati ed abbiamo visto che la cosa non funzionava più.Ma prima che l’Italia si adegui a tale presa di coscenza passerà del tempo, perchè questo è un terreno dove le novità e le tendenze vengono recepite in ritardo.E francamente sono tendenze che non mi piacciono nemmeno, ma almeno sfatano sul piano politico e culturale la indiscutibile presenza del plagio dei media moderni nelle teste della gente che ritiene di trovarsi dentro all’alveo della sinistra e che non si accorge che con tali idee il capitalismo od il mercato ci vanno a nozze.Ed a tali nozze i commensali brindano alla vittoria della democrazia ed a quella del riformismo.Ogni tanto però(troppo poco dico io)con i referendum tipo l’ultimo ci rimangono sorpresi e non si accorgono che andranno di tale passo a formare la miscela esplosiva che negherà- ”in nome dell’interesse nazionale dentro le loro teste instillato tranquillamente,tanto accettano tutto e non si fa fatica a farlo” – le ultime libertà che sono rimaste e sacrificfate sull’asse coincidente per interessi di entrambi i campi che si chiama asse del” Berluscon-Renzismo”.E’ questione di tempo, ma la cosa è certa.Ed è certa perchè lo scopo finale è il medesimo: la solita vasellina spalmata sul retro dei poveri. Poi il populista è Grillo…..pensiamo a chi sia che produca Grillo.