Chiusi, i Podemos sulle dimissioni di Silva Pompili dalla Fondazione Orizzonti: “un’esperienza giunta al capolinea”
CHIUSI – Sulle annunciate dimissioni della presidente della Fondazione Orizzonti Silva Pompili e la decisione del sindaco di assumere direttamente lui la presidenza dellìente culturale, previa modifica dello statuto, che al momento non lo consentirebbe, dopo i 5 Stelle e altre voci della politica locale (Cioncoloni) anche Possiamo Sinistra per Chiusi ha preso posizione. Per i podemos chiusini “le annunciate dimissioni del Presidente della Fondazione Orizzonti segnano il fallimento delle politiche culturali e promozionali operate dalla maggioranza che governa Chiusi. In quattro anni di attività della fondazione, Silva Pompili, è il terzo presidente che si dimette”, scrive Possiamo ricordando di aver “sempre sostenuto che la Fondazione è nata su presupposti sbagliati, con una decisione calata dall’alto, senza nessun coinvolgimento del tessuto cittadino, senza indirizzi e strategie chiare. In definitiva, l’Ente costituito nel 2012 ha preso il posto dell’Istituzione Teatro Mascagni solamente per meglio aggirare le difficoltà economiche di bilancio del comune e poter attrarre risorse private. Fin dall’inizio la Fondazione si è caratterizzata come un carrozzone dove inserire personaggi vicini all’allora Sindaco Scaramelli, e inclini ad assecondarne le direttive, prova ne sia che la prima presidente si è dimessa dopo pochissimo tempo dall’aver assunto l’incarico in quanto impossibilitata a svolgere in maniera autonoma il proprio ruolo. L’obiettivo di coniugare lo sviluppo culturale come volano della dinamica turistica, in modo tale da far crescere l’attrattività e la visibilità di Chiusi anche in termini di nuove opportunità di rilancio economico e dare attuazione così al progetto del sistema Chiusipromozione non si è mai realizzato“.
Sempre secondo i Podemos, “al di là dell’attività svolta dalla Fondazione, degli spettacoli proposti, del lavoro e dell’impegno di coloro che hanno diretto l’Ente, ciò che è mancato è una visione d’insieme e una strategia da parte dell’amministrazione comunale. Sono stati, inoltre, ristretti gli spazi di utilizzo di strutture vitali, come il Teatro Mascagni, imponendo il pagamento di cifre assurde per il suo utilizzo. In poco tempo sono stati accumulati ingenti debiti che tuttora gravano sul bilancio. In particolare durante il triennio di presidenza Rossi, con il colpevole silenzio e totale immobilità del Sindaco Scaramelli”.
Quanto alla presidente dimissionaria Possiamo afferma: “Silva Pompili, chiamata a presiedere l’ente dopo la disastrosa presidenza Rossi, è stata prima sottoposta al massacro elettorale delle scorse consultazioni comunali, dove è risultata clamorosamente non eletta, condividendo tra l’altro lo stesso destino con la funzionaria della fondazione Arianna Fè, dopodiché nonostante sia rimasta inspiegabilmente in carica è stata costretta alle dimissioni, nonostante avesse “dimenticato” la vicenda elettorale. Adesso bene sarebbe conoscere i dettagli sulle motivazioni che l’hanno portata a maturare questa scelta, quello che appare evidente comunque, al di là di quelle che saranno le motivazioni ufficiali, è la solitudine politica, amministrativa e personale in cui si è dovuta muovere in questi mesi. In ogni caso, come avevamo previsto, un’intera esperienza è giunta al capolinea“.
Sembrano invece non gradire, i Podemos, l’assunzione della presidenza della Fondazione da parte del Sindaco ritenendola una forzatura: “si nomina nel consiglio di indirizzo e poi si fa eleggere da coloro che egli stesso nomina nel Consiglio. Oltre al conflitto tra controllore e controllato, la scelta del sindaco si configura anche come un segno di sfiducia nei confronti dell’assessorato alla cultura rendendolo di fatto inutile e rafforzando la logica dell’uomo solo al comando. Ritenere che tutto questo sia un passo in avanti per riportare più vicino al comune la gestione e la promozione delle attività culturali -scrivono i Podemos – ci pare fuorviante. Ci sembra invece un passo fatto a caso per assenza di idee e proposte. Del resto gli stessi recenti pseudo Stati Generali della cultura sono stati l’ennesimo evento passato nell’anonimato della città, senza lasciare alcun segno tangibile di coinvolgimento e senza idee sulle quali progettare una visione compiuta di politiche per la crescita culturale e turistica. Ci avviamo, come ormai le amministrazioni degli ultimi anni ci hanno abituato, ad un pericoloso salto nel vuoto, sia per quanto riguarda la gestione della fondazione, che non può essere certo liquidata in poche settimane, sia per quanto riguarda la gestione nei prossimi anni di un settore fondamentale della vita di una comunità come è quello della cultura“.
Naturale che una forza di opposizione critichi il sindaco e ne contesti atti e progetti. Ma è ovvio che l’assunzione della presidenza della Fondazione non avverrà (e non potrebbe avvenire) con le attuali modalità di nomina. Lo Statuto verrà cambiato, è già in via di revisione e sarà il Consiglio Comunale a ratificare le modifiche. Così come è difficilmente contestabile il fatto che tale decisione (la presidenza al sindaco), non costituisca un ripensamento rispetto all’impostazione inziale della Fondazione, e quindi un ridimensionamento dell’autonomia dell’Ente, con una presenza più forte e più determinante del Comune negli indirizzi e nel controlo dell’attività della Fondazione. In campagna elettorale Possiamo aveva proposto – come abbiamo già ricordato in articoli precedenti – “il ritorno dell’Ente Comunale come unico gestore e promotore delle attività culturali, attravreso l’assessorato alla cultura e una apposita commissione consiliare“. Sono ancora della stessa opinione? Dalla nota non si comprende. Ritengono che sarebbe stato più opportuno e proficuo un intervento diretto dell’assessorato alla cultura (attualmente Chiara Lanari) piuttosto che del sindaco? La posizione espressa nel programma elettorale sottintendeva un superamento della Fondazione. Adesso la posizione dei Podemos sembra un po’ diversa, anzi parlano di “salto nel vuoto”…
Al di là di queste prime prese di posizione, sarebbe a nostro avviso opportuno che le forze politiche tutte – l’unica, almeno tra le componenti consiliari, che non si è pronunciata sulla vicenda è il Pd e anche questo la dice lunga sulla consistenza politica della maggioranza che sostiene Bettollini- dicessero più chiaramente possibile se la Fondazione deve continuare ad esistere, come dovrebbe essere organizzata, chi dovrebbe nominare e con quali criteri i consiglieri ecc. Fin qui, invece i 5 Stelle si son limitati a qualche battuta acida su Bettollini, Possiamo ha dato sì un giudizio sostanzialmente negativo sull’operazione Fondazione e sulla gestione delle attività culturali negli ultimi anni, salvando l’impegno di Silva Pompili, senza però entrare nel merito degli assetti e di come vorrebbe operare. E anche sulle modifiche statutarie sarà bene che le opposizioni dicano la loro, senza lasciare tutto nelle mani esclusive della giunta e della maggioranza. Ma soprattutto, al di là della Fondazione e dei regolamenti, sarebbe opportuna una discussione larga sulla politica culturale, quello cioè che doveva essere fatto nella due giorni di ottobre-novembre e invece non avvenne, o avvenne solo in parte. Minima.
chiusi, Juri Bettollini, Luca Scaramelli Daria Lottarini, Silva Pompili
La posizione di Possiamo è chiara da sempre e nel comunicato credo che emerga: siamo per il superamento di questa fondazione, cosa che anche per questioni tecniche e di bilancio crediamo non sia fattibile in poche settimane. L’auspicato ritorno ad una gestione diretta da parter dell’amministrazione comunale non può certo avvenire semplicemente con l’assunzione della presidenza della fondazione da parte del Sindaco. Ci chiediamo a questo punto a cosa serva e cosa abbia da dire l’assessorato alla cultura che in questo modo viene ampiamente scavalcato, e a questo proposito crediamo che insieme al fallimento della fondazione sia sotto gli occhi di tutti il fallimento dell’intero sistema chiusipromozione. Una larga discussione sulla politica culturale sarebbe certamente auspicabile, prima di tutto però sarebbe utile ricostruire quali siano i reali fatti e le responsabilità che hanno condotto la fondazione a vivere le gravi difficoltà di bilancio, e quali avvenimenti abbiano portato alle dimissioni della Presidente della fondazione Pompili, servirebbe in sostanza chiudere in maniera chiara questa fase, dopodiché si può iniziare una discussione su come si voglia gestire in futuro il settore cultura.
Le motivazioni delle dimissioni di Silva Pompili sono riconducibili, per sua stessa dichiarazione, alla bocciatura elettorale, vissuta come un “voto di sfiducia”. Poi, Luca, è evidente che l’assunzione della presidenza da parte del sindaco ridimensiona il ruolo della Fondazione e quindi la presidente uscente può aver deciso di scendere da cavallo da sola, prima che il cavallo le fosse ritirato… Il sistema Chiusi-Promozione ha fallito? anche secondo me sì, perché si basa su un assunto sbagliato e su un’equivovo di fondo: la cultura e le attività culturali viste come veicolo di turismo e di promozione commerciale, quando invece sono due cose e due piani diversi. Gli “stati generali” che avevamo proposto da queste colonne dovevano servire a chiarirsi le idee anche su questo, la due giorni organizzata dal Comune a ottobre e novembre ha insistito sull’assunto sbagliato, non ha superato quell’equivoco e non ha dato risposte, al di là di qualche spunto. Forse la discussione andrà ripresa…
X Lorenzoni .Perchè la causa di fondo del modo di pensare della gente non è stata rimossa ed investe aspetti di concezione di ciò che ruota intorno alla concezione di cultura.Questo discorso è prettamente POLITICO.Fino a quando si insisterà nel produrre la cultura unidirezionalmente sottoforma di veicolazione di spettacoli per attrarre la gente e per farne beneficiare quattro negozi (perchè sono quattro e non di più) e credere che questo serva ad un preteso incremento del flusso turistico ed essere spettatori di un po’ di animazione che cessa un ora dopo che gli spettacoli finiscono, quella secondo me non è cultura, e non porta nulla, anzi è regressione ed immobilismo, che porta acqua solo nelle tasche di chi ci lavora all’interno degli spettacoli o a chi li organizza. Finito lì.Anche i paesi vicini sono su tale strada complessivamente, ma in qualcuno di questi al loro interno vi sono attività veramente culturali promosse da gruppi di cittadini, magari gruppi non larghi, ma onnipresenti e stimolanti verso altri individui su ciò che occorra portare alla conoscenza del pubblico.In questo caso mi sento di dire, al di là delle critiche che ho sempre mosso a paesi come Città della Pieve per i suoi terzieri, che in quel paese vi è una coesione sociale che nei confronti di Chiusi è come paragonare l’acciaio alla latta, ma questo è dovuto di fondo a molte cause,che sono più che altro storiche ed affondano le radici nel tempo, soprattutto sul modo e sulla forza di come con se stessa relazioni la popolazione.Questo dovrebbe essere il primo gradino di un intervento culturale che abbia caratteristiche di continuità e che possa stimolare dentro la cittadinanza una piattaforma di ricettività,della quale la cittadinanza stessa se ne possa appropriare, elaborare, confrontarne i frutti. Per far questo ci vuole conoscenza non botteghini che vendano spettacoli anche se questi possano essere di qualità, poichè dentro la popolazione non rimane nulla, specialmente in un epoca come questa dove ci sono mille fonti di approvigionamento mediatico per la conoscenza e per l’elaborazione.E’ la metodologia di intervento che deve essere cambiata e capisco che in un paese delle dimesioni di Chiusi non si può essere onnicomprensivi a 360 gradi ma curare solo certi aspetti, ma nello stesso tempo essere di mentalità aperta anche verso altri, verso iniziative anche settoriali che possono essere indirizzate da quel potenziale umano che a Chiusi credo che esista ma che non viene alla luce perchè la macchina pubblico-partitica con i suoi uomini destina le risorse solo verso certe direzioni,tarpando anche altre potenziali disponibilità.In pratica volevo far capire il concetto che anche in una fase di recessione, di restringimento delle risorse, l’economia ed il commercio non sono tutto, ed è ora di finirla con questa manfrina,che fra l’altro fin’ora ha portato anche consensi in parte anche al pubblico potere. Ma quando ci si affida a fare i tavoli della cultura ai soliti che conosciamo, mi sembra che si vada a pescare i mezzo secolo di storia nelle iniziative che andavano bene anche al tempo di quando io stesso settantenne oggi, frequentavo all’epoca le scuole medieE non mi si facciano fare i nomi perchè ” personalizzare” è sempre poco simpatico ed oltretutto potrebbe risultare offensivo, quindi è bene limitarsi ad esprimere le proprie idee veicolandole in direzione diversa da quelle impiegate finora e cercando di spiegarne il perchè, ma ascoltando cosa ne pensi la gente intorno,anche se sono sicuro che siano proprio pochi coloro che si esprimono e dicano il loro parere, perchè c’è anche il problema di collidere con il pubblico potere al quale ci si possa rivolgere ed essere giudicati in maniera indulgente nei nostri futuri bisogni.le caratteristiche del piccolo paese e della provincia tali sono, non solo comuni a Chiusi bensì a tutti i centri di euguali dimensioni. Ed allora se non si parte da questa base, io credo che non si vada da nessuna parte. Si continuerà ad indire la festa dell’uva, il carnevale, ragazzi in gamba da ormai mezzo secolo,a fare mangiate sulle contrade a ricevere i soliti contributi economici dai soliti noti,mentre i nostri giovani si allontaneranno da un paese ormai in decadenza prima culturale poi umana.Chi difenda direttamente od indirettamente tale stato di cose ne è anche lui diretto moralmente responsabile, e fa parte di quel ”groviglio” che la politica ingessata ingloba e protegge.
Chiusi ha bisogno di altro e non è facile farlo apparire in superficie e che si manifesti ma spero e credo che le potenzialità vi siano, ma senza un moto di ribellione critica,ritengo che sia inutile anche provarci, perchè forse non sò se ne ho data cognizione:come in ogni confronto-scontro vi sono forze che premono per il proprio consolidamento ed altre che premono per cambiare tale processo ed invertirlo.Ecco perchè c’è bisogno di cambiare, anche perchè peggio di così,non è facile pensare che si stia, anche se al peggio- come si dice- non c’è mai fondo…..
Carlo, cinque anni fa su primapagina proponemmo gli Stati generali della cultura, come momento di discussione su ciò che c’è, ciò che si fa e ciò che si potrebbe o dovrebbe fare, una discussione fatta soprattutto da chi la cultura la produce e cioè teatranti, musicisti, artisti, scrittori, fotografi, archeologi ecc… e non solo tra enti organizzatori e “operatori” dell’indotto. Da allora la proposta è stata reiterata più volte, ma dalla politica non sono arrivate risposte. Nè dalla maggioranza, né dalle opposizioni. Ttti hanno alzato le spalle. L’iniziatva delle due conferenze oranizzate dal Comune di recente è stata la prima e unica risposta effettiva. la discussione che ne è scaturita -come ho scritto scritto – è risultata parziale, inadeguata, viziata dal solito equivoco di fondo… Ma è stata l’unica occasione di confronto sul tema. Secondo me chi non ha partecipato, quell’occasione l’ha persa e sprecata. Per esempio: le avvisaglie di ciò che sarebbe poi successo alla Fondazione, erano emerse… ma finché non è uscita, ancora su primapagina (e da nessuna altra parte) la notizia delle immimenti dimissioni di Silva Pompili e della assunzione della presidenza da parte del sindaco, nessuno ne ha parlato. Ti sembra normale? Io credo che gli Stati generali, intesi come confronto aperto tra le decine di persone che “producono” cultura (anche di buon livello, se vogliamo, date le dimensioni del paese), che producono eventi si dovrebbero fare. Magari anche senza le istituzioni e gli enti preposti. In modo da non avere “cappelli” o mantelli… Il confronto con le istituzioni potrebbe avvenire succesivamente. Vediamo chi ci sta…
Marco, se io mi ritrovo con dei colleghi del settore e dico “ragazzi volevo proporre una nuova edizione degli Stati Generali dell Cultura”, se mi va bene vengo sonoramente spernacchiato. Tutti hanno dato e perso un sacco di tempo in questi inutili consessi di bla bla bla autoreferenziale.
Tu insisti caparbiamente ma tutti noi non ci andiamo più proprio perchè, quando va bene, va come a Chiusi a Ottobre/Novembre (da quello che ne ricavo dai report); tanto è vero che anche Andrea Cigni non credo vi abbia partecipato animato da grande ottimismo e spirito di partecipazione.
Io ti consiglio di cominciare con un ciclo di interviste con i soggetti locali e poi di farne tu una prima sintesi “giornalistica” che possa valere come punto di partenza, visto che i partiti/movimenti politici fanno tanti comunicati ma poi non producono proposte concrete alternative.
Avevo iniziato a risponderti, ma poi ho deciso di cancellare tutto, perchè sarei apparso come provocatorio e probabilmente anche spocchioso e superbo, oppure fesso allo stesso tempo,ma guarda che …forse è meglio così e che abbia cancellato ciò che avevo scritto…. Te ne dico una, la prima che mi salta in mente, di natura soft ma che è indicativa di quello che passa, ma ce ne sarebbero anche altre, senz’altro di maggior peso : con tutto il rispetto per gli altri e per tutti coloro che sono intervenuti ai cosiddetti tavoli della cultura, ma ci si deve far tracciare gli scenari della cultura a Chiusi l’Associazione Commercianti e si deve discutere con questi cosa debba essere ritenuto cultura o non cultura ? Da qui capisci quale sia la situazione e condizione che esiste in questo paese. Se non lo capisci ed ancora insisti o non lo vuoi capire alla fine cambia poco.Dico così perchè sento che ancora ”intigni” sugli Stati Generali della Cultura.E la prima reazione sarebbe quella di rispondere come ho sempre- magari disordinatamente fatto-ma poi osservando gli scenari ho capito che anche un modesto contributo da chi nella gamma del proprio interesse si autoconsidera il signor nessuno quale sono io, non ne valga minimamente la pena. Il problema caro Marco è POLITICO ancora una volta….e tu lo salti o non ne fai menzione.Se ti dovessi convincere del contrario tante le volte che tu non ne fossi convinto che il problema sia POLITICO, dovrei pienare le pagine(a me riesce bene) ma mi astengo dal farlo, perchè tanto lo sò, cambia poco, anzi nulla.Se mi è consentita una battuta vorrei citare ciò che disse ad una cena il povero amico Giuliano Mencarelli al secolo ”Naso” ad un commensale che disse uno sproloquio a voce alta fra il silenzio generale calato in tavola dopo detto sproloquio,ed offrendo a questo un bicchiere di vino ed andandogli vicino col viso gli sussurrò a bassa voce ma che tutti udironono nel silenzio della sala: ”Ci beva, ci beva”….
Paolo, forse anche stavolta non ci siamo capiti su cosa intendo io per “stati generali” (ho provato a spiegarlo, ma evidentemente non sono stato sufficientemente chiaro). Per Carlo: nessuna associazione dei commercianti ha dettato la linea alle conferenze sulla cultura, ha partecipato ad un tavolo, ma i tavoli erano 5 o 6… Il problema è che è venuto fuori poco. Ma questo l’ho già scritto anch’io, all’epoca… https://www.primapaginachiusi.it/2016/11
/la-seconda-conferenza-su-arte-cultura-unoccasione-sprecata-se-li-facessimo-davvero-gli-stati-generali/
Si Marco, ho capito come lo intendi tu, usando un’espressione presa in prestito da altro contesto. Ugualmente mettere in un convegno un gruppo di operatori culturali – performer e non – è sempre servito a poco se non c’è una base su cui discutere. Normalmente ognuno va per la sua strada; c’è chi è autonomo e/o lo fa come “diletto” oppure si tratta di persone e gruppi che normalmente lottano per una fetta che va però ricavata dalla stessa torta. C’è poi tutto il portato di piccoli rancori e gelosie che condiscono il piatto. Anni fa partecipai ad un incontro riguardo la promozione turistica di Chiusi; sebbene fossimo solo una decina, non ci si cavò un bel niente: io dico una cosa, uno ne dice un’altra e così via…poi si è fa tardi e ci si saluta cordialmente con un Buona notte…ai suonatori….
Non parliamo di “salto nel vuoto” perché abbiamo cambiato posizione, ma perché non si capisce che tipo di direzione stia prendendo l’amministrazione Comunale nei confronti della Fondazione. Che tipo di progettualità c’è dietro? L’eventuale Presidenza di Bettollini come si inserisce nell’assetto politico-culturale? L’obiettivo è il superamento della Fondazione o semplicemente un sistema in cui un uomo solo al comando controlla più da vicino tutti gli enti legati al Comune? Possiamo ha sempre sottolineato i limiti della Fondazione e non ha di certo cambiato posizione adesso. Sono d’accordo sul rilanciare una larga discussione politico-culturale e anche che le opposizioni debbano prender parte alle eventuali modifiche statuarie. Ma, permetti Marco, prima di far questo, vorrei vedere il progetto che il nostro Sindaco ha in mente e che tipo di modifiche strutturali e statuarie ha intenzione di apportare. Altrimenti si rischia di discutere soltanto su ipotesi.
I consiglieri di Possiamo si facciano dare il testo dello Statuto con le modifiche previste, credo sia nel loro diritto averlo, dato che la cosa dovrà essere discussa e votata in Consiglio. Possono anche chiedere spiegazioni al sindaco, anche questo rientra nelle loro prerogative e nei loro diritti. Poi i Podemos facciano le loro valutazioni. E le facciano sapere alla cittadinanza. Chiaro che per ora si sta discutendo solo su “illazioni” di stampa e sulle dichiarazioni di Silva Pompili… Come è scritto nell’articolo, né l’amministrazine, né il partito di maggioranza hanno detto alcunché e anche per questo le opposizioni dovrebbero a mio a avviso incalzare la giunta e chiarire cosa effettivamente bolle in pentola… Se non uscivano i due articoli di primapagina nessuno avrebbe parlato di questa vicenda, finché magari un comunicato della giunta avrebbe spiegato la “successione” alla guida della Fondazione. A cose fatte. E’ andata megio così, no Agnese?
In un paese normale il Sindaco dà spiegazione a prescindere dalle opposizioni; fa chiarezza, illustra le intenzioni e le motivazioni delle proprie scelte. Mi pare che altre cose vengano sbandierate subito e con ogni mezzo. In ogni caso noi faremo la nostra parte. Se è andata meglio così, ancora non lo so. Potrei illudermi di sì.
Agnese, il sindaco darà spiegazioni quando avrà la “pappa” pronta, quando avrà sistemato tute le caselle. E’ così che funziona. E’ normale e comprensibile. Lui avrebbe certamente aspettato volentieri a dare la notizia.. Poi la notizia è uscita. Silva Pompili si è tolta qualche sassolino dalle scarpe e adesso anche il sindaco deve inseguire… Sempre che qualcuno lo incalzi. Tocca alle opposizioni, in questi caso, stanare il lupo dal bosco…
Non sono d’accordo che è così che funziona. Le caselle vanno sistemate prima e, ripeto, un progetto dovrebbe avere chiari obiettivi e motivazioni. Non si può legittimare il sistema del “si fa come ci pare senza dover rendere conto a nessuno”!
Scusa Marco ma io credo, con fondatezza, che la bocciatura elettorale fosse per Silva Pompili una cicatrice mai chiusa ma comunque un episodio “superato”, chiaramente io non posso conoscere i dettagli ma è evidente che ci sia qualcos’altro, io magari al tuo posto, l’avrei sentita. ti dico questo perché se insisti sulla bocciatura elettorale non sei completamente fuori strada ma almeno duo ruote fuori dalla carreggiata ce l’hai.
Ovvio che l’ho sentita e l’articolo sulle sue dimissioni e l’assunzione della presidenza da parte del sindaco è frutto di un colloquio proprio con Silva Pompili. E’ stata lei a fare riferimento esplicito alla bocciatura elettorale. Poi, come ho già scritto, è evidente che la marcia indietro del Comune, con la ripresa del controllo sulla Fondazione, può essere un altro motivo per gettare la spugna… Tu saresti rimasto a fare il consigliere semplice, dopo aver fatto il presidente? Non so se le è stato offerto il ruolo di Direttore generale o sovrinendente. Non lo ha detto e non mi risulta… In ogni caso Luca, se hai altre informazioni, che vanno in direzione diversa, faccele sapere. Sarà utile a tutti. Lasciare intendere che dietro le dimissioni di Silva Pompili ci sia “ben altro” e non spiegare cosa, serve invece veramente a poco…
Certo le dimissioni presunte e le sue motivazioni sono temi che appassionano…però appassiona anche capire se Chiusi – come altri centri simili – abbiamo bisogno di questi strumenti e con quali finalità che siano precluse ad una Associazione che supporta l’Assessorato, se il problema è quello tecnico della gestione di eventuali risorse esterne….insomma mi pare che sfugga il problema centrale. Si sono versati fiumi di “inchiostro” e di parole a seguito dei vari presidenti della Fondazione dimissionari… certo, come dicevo, è un tema che appassiona….
Sicuramente altre informazioni non ne ho, dovrebbe essere il sindaco ad informarci, non è vero che funziona sempre così, funziona così nei paesi dove si amministra come qui. Io da minoranza o opposizione fate voi rilevo che al di là dell’aria fritta che gli amministratori spacciano perdendo ore e ore sui social, c’è un paese che come il Titanic affonda mentre l’orchestra/giunta suona allegramente. Noi stiamo facendo la nostra parte, possiamo farla sicuramente meglio, ma chi governa ha il dovere di mettersi al lavoro innanzitutto prendendo atto della realtà economica e sociale ormai in stato di cosa profondo, poi allontanarsi dalla sciocca attività di propaganda su Facebook e fare qualcosa di reale di serio per le prospettive di chiusi.
infatti…https://www.primapaginachiusi.it/2017/01/chiusi-si-puo-pensare-di-uscire-dal-deserto/
*coma profondo non cosa