QUANDO CHIANCIANO ERA CHIANCIANO… DA FELLINI A IANNONE

Quando Chianciano era Chianciano ci veniva un sacco di gente. I primi di settembre Piazza della Libertà e via Roma sembravano Via Veneto. Un luogo di vita e di… dolce vita. E infatti ci veniva pure Fellini. E tanti altri. Anche Romano Mussolini con la sua orchestra, a dire il vero, a far ballare signore con lo sciallino e viveur anzianotti vestiti da yachtman con giacca e scarpe bianche e la sigaretta in bocca alla Buscaglione…
Quando Chianciano era Chianciano gli alberghi erano aperti e sfavillanti, le vetrine tutte accese, le insegne al neon davano l’impressione di una piccola Las Vegas… Alle cannelline dell’acqua santa c’era la fila dalla mattina alla sera e la gente girava per strada col bicchiere in mano…
Quando Chianciano era Chianciano, c’erano migliaia di lavoratori a fare la stagione e qualcuno che la stagione la faceva con le tardone. E viceversa. C’era un bel giro anche di giocatori di biliardo….
Quando Chianciano era Chianciano ci voleva mezz’ora per andare dalle Terme al paese vecchio. E allora non c’erano semafori. Adesso Chianciano è un’altra cosa. Un po’ più triste, solitaria y final, direbbe Osvaldo Soriano che era amico di Mastroianni, il protagonista de La dolce vita.
Adesso molte vetrine sono vuote e spente. Molti alberghi sono chiusi. In tre minuti si va dalle Terme al paese vecchio e si torna indietro, senza intoppi…
Adesso Chianciano è in ambasce e si accontenta di un manipolo di fascisti (del terzo millennio però) con le teste rasate, tatuaggi del Duce e facce truci che verranno a fare tre giorni di festa-raduno un po’ da tutta Italia. Riempiranno qualche pensioncina e si ritroveranno dentro il palasport più triste e tetro di tutto il circondario, chiusi come leoni in gabbia tra bandiere nere, saluti romani e canzoni nazi-rock… Da Fellini a Gianluca Iannone, quello che canta “Nel dubbio mena”. Lo swing di Romano Mussolini era oro colato a confronto. Son cambiati i tempi e anche molte cose, a Chianciano. E non solo a Chianciano.
Una semplice domanda ai lettori ed ai cittadini che ambirebbero al fatto che Chianciano possa risorgere.Vi sembra giusto oppure pensate che contenga qualcosa di erroneo che l’economia di un paese punti e si sviluppi ed insista solo unidirezionalmente e cioè solo sul fatto del termalismo anche se un secolo fa è nata per questo e con questo? Se va in crisi quella forma di termalismo ed in accoppiata lo stato a corto di risorse non si può permettere di pagare il termalismo ai suoi dipendenti come succedeva per le numerose categoria, con chi la prendete ?Se si segue detta strada il futuro è certo: si chiude. Non è che ci vorrebbe una riflessione che l’unidirezionalità dello sviluppo possa essere forse una cosa sbagliata? Quando va in crisi un settore le intelligenze che lo guidano, la politica, le confederazioni associative perchè diventano asfittiche e nulla producono ? Sono forse tutte strutture abituate sin dalla loro creazione a campare a barba dello stato e pagate anche loro con soldi pubblici ? Se è così allora occorre una duttilità mentale da parte di una amministrazione che ambisce a far cambiare le cose, tale da poter immaginare altri fronti.Senza questa duttilità mentale non si produce nulla.Mi hanno detto-non sò se risponde a verità- che in certi luoghi vi siano pensioni complete a 25 Euro al giorno.Meglio che nulla? E’ il risultato di una politica ed allora è bene che chi ha deciso questo e chi ha visto che sotto i propri occhi si svolgeva tale dramma e nulla ha fatto per cambiare ma solo discorsi,è bene che non si ripresenti nello scenario perchè la gente se s’incazza ha ragione ma ha anche torto ad averli votati.E spesso succede questo, prima li vota poi piange.Poi spesso quando si ripresenta l’occasione li rivota.Io credo che da questo sistema non ci si deve aspettare nulla purtroppo, ma solo miseria.Ed è quella che arriva.